Periodico di informazione religiosa

La memoria storica: nazismo, Jugoslavia e Ucraina.

by | 22 Mar 2023 | Cultura

Dal nazismo alla Jugoslavia all’Ucraina, l’uomo non ha più memoria storica. Interessa solo il presente e il futuro a breve. Non interessa neppure il futuro dei nostri figli e nipoti.

Papa Francesco da un anno e un mese – il 24 febbraio 2022 iniziava la “assurda guerra contro l’Ucraina”, per usare le parole de Pontefice – prega incessantemente per la pace, a cominciare dall’Angelus del 27 febbraio 2022, all’udienza generale del 2 marzo di un anno fa, esprimendo il “grande dolore” per questa guerra.

Ma anche di questo, l’umanità già non conserva memoria storica, figurarsi del nazismo, della Jugoslavia o dell’inizio della guerra in Ucraina cominciata, per onore del vero, nel 2014, con i bombardamenti ucraini nel Donbass.

In Ucraina c’è la maggiore concentrazione di orfanotrofi d’Europa, e quando la guerra sarà finita il numero sarà ancora maggiore. Ma di questo non c’è memoria, nessuno ne parla e ne parlava. Anzi, fino a due giorni fa, la stessa guerra in Ucraina, nei principali telegiornali, veniva data come terza o quarta notizia, con l’incipit “veniamo ora alle notizie sulla guerra in Ucraina”.

Ora è tornata alla ribalta per la mediazione cinese. E mentre la mancanza di memoria storica permette importanti rigurgiti neonazisti, non si hanno notizie di cosa succede oggi, né come sono messi economicamente, i Paesi della ex Jugoslavia, dopo lo scoppio della guerra, il 1º marzo 1992 e terminata il 14 dicembre 1995, con l’accordo di Dayton, stipulato in Ohio.

In Bosnia Erzegovina e Serbia ci sono stati 250 mila morti solo civili, di cui 12 mila bambini, e oltre 3 milioni di profughi. Ma anche di questo l’uomo non ha memoria storica.

“Venne infine un tempo in cui tutto ciò che gli uomini avevano considerato come inalienabile divenne oggetto di scambio. È il tempo della corruzione generale, della venalità universale, o, per parlare in termini di economia politica, il tempo in cui ogni realtà morale e fisica viene portata al mercato”: sono parole di Karl Marx, scritte a metà del 1800.

E mentre in Italia il popolo pensa agli chef e alle coppie gay che vogliono avere figli – cercando di far perdere nell’oblio la memoria storica della famiglia come la intende Gesù – è la Cina che si propone come mediatrice di una guerra lontana, ma strategica per la loro economia politica. Una Nazione dove i cristiani sono “soltanto” 33 milioni – e divisi tra protestanti e cattolici – su 1,3 miliardi di persone.

Non fa un po’ paura all’Occidente, che siano proprio loro a mediare? In genere, la storia ci insegna che il ruolo di mediatore in una guerra dà poi diritto, in tempo di pace, ad avere un ruolo primario nelle spartizioni e nelle alleanze, politiche ed economiche. Ma l’uomo non ha memoria storica.

E proprio in un momento storico in cui gli Usa fanno di tutto per ostacolare l’avanzata economica dell’Estremo Oriente e la stessa Cina mette gli occhi, e anche le mani, su Taiwan, centro mondiale della tecnologia.

L’economia è sempre stata alla base delle guerre e le guerre nascono perché non c’è memoria storica, dal nazismo alla Jugoslavia, all’Ucraina. D’altronde, hanno cancellato dalla memoria storica lo sterminio etnico degli indiani d’America, facendo passare coloni e giacche blu per vittime. Gino Strada ha detto: “le guerre vengono dichiarate dai ricchi, che poi mandano a morire i figli dei poveri”.

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