Periodico di informazione religiosa

Amare fino a dare la vita. L’Angelus con papa Francesco

by | 18 Mar 2024 | Teologia

«La gloria, per Dio, non corrisponde al successo umano, alla fama o alla popolarità; la gloria, per Dio, non ha nulla di autoreferenziale, non è una manifestazione grandiosa di potenza cui seguono gli applausi del pubblico. Per Dio la gloria è amare fino a dare la vita. Glorificarsi, per Lui, vuol dire donarsi, rendersi accessibile, offrire il suo amore»: sono le espressioni utilizzate da papa Francesco durante la preghiera dell’Angelus in questa V Domenica di Quaresima. La Parola ispiratrice è quella di Giovanni (12,20-33); la via da seguire – per ogni figlio di Dio – rimane la croce, per giungere all’alba della risurrezione, luogo della piena glorificazione dell’Unigenito (cfr. Gv 12,23.28).

Nel mistero della sua passione, croce e morte, Cristo – ci ricorda il Pontefice – ha «dispiegato al massimo l’amore di Dio, rivelandone pienamente il volto di misericordia, donandoci la vita e perdonando i suoi crocifissori». Bergoglio sottolinea, nella sua riflessione, che «dalla Croce, “cattedra di Dio”, il Signore ci insegna che la gloria vera, quella che non tramonta mai e rende felici, è fatta di dono e perdono. Dono e perdono sono l’essenza della gloria di Dio. E sono per noi la via della vita. Dono e perdono: criteri molto diversi da ciò che vediamo attorno a noi, e anche in noi, quando pensiamo alla gloria come a qualcosa da ricevere più che da dare; come qualcosa da possedere anziché da offrire. No, la gloria mondana passa e non lascia la gioia nel cuore; nemmeno porta al bene di tutti, ma alla divisione, alla discordia, all’invidia». Conseguentemente, chiede a ogni battezzata e a ogni battezzato: «Qual è la gloria che desidero per me, per la mia vita, che sogno per il mio futuro? Quella di impressionare gli altri per la mia bravura, per le mie capacità o per le cose che possiedo? Oppure la via del dono e del perdono, quella di Gesù Crocifisso, la via di chi non si stanca di amare, fiducioso che ciò testimonia Dio nel mondo e fa risplendere la bellezza della vita? Quale gloria voglio per me? Ricordiamo infatti che, quando doniamo e perdoniamo, in noi risplende la gloria di Dio. Proprio lì: quando doniamo e perdoniamo».

Vedere Gesù – come i Greci del vangelo odierno (cfr. Gv 12,20-21) – significa, dunque, accoglierlo nelle sorelle e nei fratelli, nelle ostilità, nei limiti, nelle diversità; e costruire, con tutti, la fraternità e la riconciliazione, la comunione e la vita piena e vera.

Prepariamoci, allora, a celebrare la Pasqua di morte risurrezione del Signore – ormai alle porte – con il cuore aperto alla grazia e il desiderio di incontrare Dio nella nostra quotidianità.

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