Ci ha lasciati all’età di 94 anni il biblista Paolo Sacchi, grande studioso del medio giudaismo e profondo conoscitore della storia ebraica, nonché ottimo divulgatore. Fu pioniere degli studi giudaici e sull’apocalittica noto a livello internazionale e sui cui manuali tutti gli studenti di teologia – e non solo – prima o poi si sono misurati. La vita di Sacchi è stata un cammino tra Antico Testamento, Apocrifi, Apocalissi e Vangelo. A lui dobbiamo uno dei più felici tentativi di definizione del concetto di “apocalittica” e la definizione di “giudaismo del Secondo Tempio”. Toscano di nascita, fu tra gli studiosi che si raccolsero attorno alla figura di mons. Michele Pellegrino, prima arcivescovo e poi cardinale di Torino, grande cultore degli studi dei primi secoli del cristianesimo. Proprio a Torino Paolo Sacchi ottenne la cattedra di Filologia biblica, Ebraico e Aramaico, dove insegnò fino al 1998. Da emerito, si era ritirato a Figline Valdarno, in provincia di Firenze.
Tra le iniziative di Sacchi, ricordiamo il ruolo svolto per la fondazione dell’Associazione italiana per lo studio del giudaismo (AISG), fondamentale per la rinascita degli studi ebraici in Italia, in Europa e nel mondo. Ha anche fondato la rivista Henoch per gli studi storico-testuali su giudaismo e cristianesimo in età antica e medievale. È stato inoltre curatore della principale edizione italiana per i tipi di UTET degli Apocrifi dell’Antico Testamento. È autore di numerosi studi e saggi: la sua bibliografia, che non possiamo riportare per intero, occupa ben diciotto pagine. Tra le sue molte pubblicazioni citiamo: Ecclesiaste (Qoèlet) (San Paolo); Apocrifi dell’Antico Testamento 1-5 (direttore) (Utet-Paideia); Sacro e profano / puro e impuro nella Bibbia e dintorni (Morcelliana); Regola della Comunità. Introduzione, traduzione e note (Paideia); La Bibbia dei Settanta (direttore) (Morcelliana); Antico Testamento, apocrifi e Nuovo Testamento. Un viaggio autobiografico (Morcelliana);
Storia del Secondo Tempio (Claudiana); Gesù e la sua gente (San Paolo); Tra giudaismo e cristianesimo (Morcelliana); Gesù Figlio dell’Uomo (Morcelliana).
Come ultimo saluto a questo illustra figura di studioso, citiamo una parte dell’intervista del 25 marzo 2012 per Uomini e profeti, storica trasmissione di cultura religiosa di Radio3, caratterizzata da uno sguardo pluralista e interdisciplinare.
“Partiamo proprio dal mestiere che faccio: lo studioso. La Bibbia la si può leggere in due modi. Si può leggere come il testo schiacciato, si può costruirci sopra tutte le teologie che vuole e allora ti accorgi che ci sono tante teologie. Ma se invece di leggere il testo, le parole schiacciate sulla carta, cerchi di estrarre dalle parole una dimensione storica, se le porti da due dimensioni a tre e le analizzi attraverso il tempo, ti accorgi che ci sono delle verità che si diluiscono nel tempo, si rivelano nel tempo. Quindi non c’è qualche cosa di Assoluto. Assoluto è Dio. Non c’è qualche cosa di Assoluto nella Bibbia, ma c’è qualche cosa che si cambia a seconda delle situazioni storiche, e delle situazioni storiche del singolo. La Bibbia è un pezzo di storia che mi può fare da modello in un qualche modo; nel quale mi posso ritrovare, a seconda dei momenti, in una parte o in un’altra. Non è una cosa chiara, perché sento al di là di tutto, fortissimo, il Mistero. […] Bisogna farla vivere dentro di noi, quindi c’è un processo. Insomma la Bibbia, se la leggo come testo scritto, è immobile; io bisogna che ‘esca’ dal testo scritto e colga la storia che c’è dietro a questo testo scritto. E allora la storia è qualche cosa di vivo, che scorre, che si muove. È qualche cosa che non muore“.