Giulia e Ivan, una giovane coppia di fidanzati, conosciutisi grazie alla coinvolgente esperienza del coro diocesano “San Massimo-sezione giovani” e ai cammini offerti dalla pastorale giovanile diocesana. Anch’essi si sono tuffati nel viaggio missionario nelle terre malgasce; e noi, oggi, desideriamo attingere dal loro ricco bagaglio di incontri fatti, persone conosciute, Chiese incontrate, cammini umani e di fede intercettati.
Siamo alla nostra terza e ultima intervista, che offriamo ai nostri lettori di Fideliter.it; affinché un seme di speranza e di curiosità cresca in tutti, e perché ciascuno si possa coinvolgere nella testimonianza delle cose belle e buone.
Giulia e Ivan, al rientro dall’Esperienza vissuta nel Madagascar, quali ricordi più vivi custodite nel cuore?
Rimane sicuramente scolpita nei nostri cuori la bellezza, la semplicità e la generosità del popolo malgascio. Ci hanno accolto, facendoci sentire a casa. Ci hanno mostrato che la bellezza della vita non si cela dietro uno schermo, non si quantifica dai vestiti firmati che indossi né dai followers che hai. Lì, la vita non è competizione, non è un continuo apparire. La vita è il mare, il sole, il sorriso di un bambino che ha vissuto già troppe ingiustizie per l’età che ha. Ci hanno insegnato che la vita è semplice, è bella. Siamo noi a complicarla troppo. Ma effettivamente, cosa ne vogliamo sapere…noi non ci siamo mai arrampicati su delle palme per raccogliere il cocco!?
Cosa avete ricevuto da questo viaggio “missionario”?
Abbiamo ricevuto un dono. E lo pensiamo davvero. Il dono di scoprire cosa c’è oltre i nostri limiti, le nostre abitudini e comodità. Il dono di immergersi in una cultura e rimanerne affascinati. Abbiamo ricevuto l’amore di persone mai viste, mai conosciute prima. L’accoglienza e il calore di casa, senza trovarci fisicamente a casa. Ci sono stati donati tramonti mai visti prima, paesaggi dove la natura è sconfinata. Abbiamo avuto la fortuna di immergerci in una pace e una serenità che probabilmente solo lì si può trovare.
Ai vostri coetanei che sono lontani dalla fede, quale testimonianza offrireste?
Ai nostri coetanei ci permettiamo di parlare a cuore aperto. Ci sentiamo di dire a tutti loro di ricercare Dio nelle cose quotidiane, nella bellezza della semplicità. Di viaggiare, così da vedere quanto è vario il mondo. Di conoscere, scoprire ed esplorare così da capire che, alla fine, condividiamo tutti le stesse paure e le stesse incertezze. Di amare e accogliere l’altro, anche se parla una lingua diversa, anche se può sembrare difficile trovare un punto d’incontro e, anche se sembra assurdo che per raccogliere il cocco salga, si su una palma altissima, a piedi nudi! Ai nostri coetanei ci sentiamo di dire che, nonostante tutti i normalissimi dubbi, è necessario affidarsi. Perché una cosa è certa, la bellezza che c’è dopo non è paragonabile a tutta la fatica fatta per affrontare tutte le incertezze!
Con il cuore colmo di gioia, vogliamo ringraziare i nostri amici Giulia e Ivan, per l’inestimabile dono che hanno voluto condividere con ciascun lettore.
Insieme a essi ci auguriamo che la loro preziosa testimonianza – unita a quella degli altri ragazzi che hanno partecipato alla esperienza malgascia – possa risvegliare nei giovani il desiderio di donarsi: per i poveri, la Chiesa, il Regno.







