Periodico di informazione religiosa

La buona notizia dell’amore familiare

by | 28 Mar 2023 | Teologia

La buona notizia dell’amore familiare cristiano è il cuore dell’esortazione apostolica di papa Francesco Amoria Laetitia, sull’amore nella famiglia, firmata nella solennità di san Giuseppe dell’anno 2016.

La parola “vangelo” si può tradurre con “lieto annuncio”: questo documento papale ci dona l’annuncio sconvolgente della gioia dell’amore cristiano. Parola che risuona prepotentemente nel nostro tempo, poiché siamo pienamente immersi in una mentalità che ci inculca una falsa e riduttiva idea di libertà, che può operare tutto quanto desidera per il proprio personale vantaggio; e, dall’altra, ci suggerisce che amare significa solo e principalmente sacrificio e rinuncia, privazione e mutilazione delle emozioni.

L’amore cristiano è: carità, dono, estasi, libertà, compassione, prossimità nel bene, empatia, umiltà, solidarietà. Il Papa ha pensato a questo documento come a «una proposta per le famiglie cristiane, che le stimoli a stimare i doni del matrimonio e della famiglia, e a mantenere un amore forte e pieno di valori quali la generosità, l’impegno, la fedeltà e la pazienza. In secondo luogo, perché si propone di incoraggiare tutti ad essere segni di misericordia e di vicinanza lì dove la vita familiare non si realizza perfettamente o non si svolge con pace e gioia» (Amoris laetitia 5).

Francesco ci ricorda come le sante Scritture ci consegnino l’eterna storia d’amore di Dio per ogni essere vivente voluto, come anche le crisi familiari che attraversano le pagine della Rivelazione. L’archè è data dalla creazione della persona a immagine divina (cfr. Gen 1,27); qui emerge che «la fecondità della coppia umana è “immagine” viva ed efficace, segno visibile dell’atto creatore» (Amoris laetitia 10); ma anche la necessità della relazione interpersonale: «L’espressione originale ebraica ci rimanda a una relazione diretta, quasi “frontale” – gli occhi negli occhi – in un dialogo anche tacito, perché nell’amore i silenzi sono spesso più eloquenti delle parole. È l’incontro con un volto, un “tu” che riflette l’amore divino» (Amoris laetitia 12). La Parola rivela i frutti dell’amore: la misericordia e il perdono; e la tenerezza che vince su quelle relazioni frenetiche e superficiali, che non toccano il cuore.

La famiglia e il matrimonio – scrive il Papa – sono stati redenti da Gesù Cristo (cfr. Ef 5,21-32); in essi abitano la grazia e il dono, che prendono forza dal sacramento. Per questo «il matrimonio è una vocazione, in quanto è una risposta alla specifica chiamata a vivere l’amore coniugale come segno imperfetto dell’amore tra Cristo e la Chiesa. Pertanto, la decisione di sposarsi e di formare una famiglia dev’essere frutto di un discernimento vocazionale» (Amoris laetitia 72). Nell’unione cristiana – conseguentemente – anche l’unione sessuale è stata trasfigurata dal Signore e diventa «per gli sposi via di crescita nella vita della grazia» (Amoris laetitia 74).

Il capitolo quarto della esortazione si occupa dell’amore nel matrimonio, e sottolinea come esso sia «un cammino di fedeltà e reciproca donazione» (Amoris laetitia 89). Il Papa propone come modello l’inno alla carità della Prima Lettera di san Paolo ai Corinti, sottolineando come questa è chiamata a divenire e perseverare nella pazienza, nella benevolenza; a guarire dall’invidia, dalla vanagloria, dall’istinto di violenza; a perseverare nell’amabilità, in un generoso distacco e nel perdono; a rallegrarsi con gli altri e a scusare quando è necessario; a sperare, sopportare e avere fiducia (cfr. Amorislaetitia 90-119). Francesco evidenzia – tra gli altri – il rischio che le relazioni interpersonali  corrono: «Alcuni si credono grandi perché sanno più degli altri, e si dedicano a pretendere da loro e a controllarli, quando in realtà quello che ci rende grandi è l’amore che comprende, cura, sostiene il debole» (Amoris laetitia 97).

Il matrimonio cristiano è l’icona dell’amore trinitario, specchio della comunione tra le Persone del Padre, del Figlio e dello Spirito; custodia di tutti quegli atteggiamenti che dicono di «ricerca del bene dell’altro, reciprocità, intimità, tenerezza, stabilità, e una somiglianza tra gli amici che si va costruendo con la vita condivisa. Però il matrimonio aggiunge a tutto questo un’esclusività indissolubile, che si esprime nel progetto stabile di condividere e costruire insieme tutta l’esistenza» (Amoris laetitia 123). La Chiesa non si stanca di proporre la via del matrimonio cristiano «come una sfida che richiede di lottare, di rinascere, di reinventarsi e ricominciare sempre di nuovo fino alla morte» (Amoris laetitia124); e di ribadire il suo carattere totalizzante, poiché l’unione coniugale è «esclusiva, fedele e aperta alla generazione» (Amoris laetitia 125).

Francesco, consapevole del contesto sociale attuale – con la precarietà dei legami e la crisi vocazionale a ogni livello –, ricorda che il fondamento di ogni buona e perseverante relazione rimangono: il dialogo costante, l’ascolto reciproco e la custodia della “diversità riconciliata” (cfr. Amoris laetitia 136-141). La vita cristiana, erroneamente intesa, fa pensare a una riluttanza e a una soppressione emozionale; le emozioni e gli affetti – invece – costituiscono la base di ogni legame, soprattutto di quello familiare: «Desideri, sentimenti, emozioni, quello che i classici chiamavano “passioni”, occupano un posto importante nel matrimonio. Si generano quando un “altro” si fa presente e si manifesta nella propria vita. È proprio di ogni essere vivente tendere verso un’altra realtà, e questa tendenza presenta sempre segni affettivi basilari: il piacere o il dolore, la gioia o la pena, la tenerezza o il timore. Sono il presupposto dell’attività psicologica più elementare. L’essere umano è un vivente di questa terra e tutto quello che fa e cerca è carico di passioni» (Amoris laetitia 143). Anche la dimensione sessuale della vita è declinata dal Papa secondo la mutua appartenenza dei coniugi – liberamente scelta –, che genera fedeltà, rispetto e cura reciproca; a svantaggio di ogni tipo di violenza o manipolazione.

Possiamo ritrovare il cuore teologico della presente esortazione nel n. 161 del documento, in cui l’amore coniugale e familiare viene presentato come l’immagine di quello trinitario, cristologico e come apertura alla vita escatologica; a discapito di tutte quelle tentazioni secolarizzanti, che offuscano i valori cristiani.

Le pagine di Amoris laetitia sono attraversate dalle grandi sfide attuali che la famiglia e la cristianità vivono, ma anche dalla perenne vocazione trinitaria che chiede: accoglienza, integrazione, custodia della fragilità (cfr. nn. 47-56). L’amore – indicato da Francesco – è fecondo, chiama al discernimento costante, all’annuncio evangelico, a cammini pedagogici, alla sana sobrietà nei legami, all’accompagnamento; esso è «artigianale» (Amoris laetitia 221) e richiede pazienza. La strada indicata dal Papa rimane quella del perdono e della riconciliazione (cfr. Amoris laetitia 236); come pure quella della guarigione (cfr. nn. 240.246).

Il settimo capitolo del documento è dedicato all’educazione dei figli e alla sfida di passare dal narcisismo al dono di sé (cfr. Amoris laetitia 282-285). Le successive pagine, invece, indicano – nelle difficili situazioni concrete – la via dell’accompagnamento personalizzato, del discernimento e della integrazione (cap. VIII). L’invito rimane quello di un «amore misericordioso, che si dispone sempre a comprendere, a perdonare, ad accompagnare, a sperare, e soprattutto a integrare» (Amoris laetitia 312).

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