Periodico di informazione religiosa

Lunedì della IV settimana di Pasqua. Il Tempo di Pasqua con Gregorio Magno

by | 22 Apr 2024 | Monasteria

Lunedì della IV settimana di Pasqua

Gli Atti, come i Vangeli, sono sempre attuali, così sono sempre uguali i problemi dell’uomo e della Chiesa. Pietro scandalizza suoi fratelli conservatori che lo contestano, perché è entrato dei pagani e ha mangiato con loro. Pietro si difende, confessando il suo stesso scandalo alla voce di Dio e raccontando poi la visione, l’incontro con Cornelio e la discesa dello Spirito su tutti loro, come già sugli apostoli. In realtà la trasgressione di Pietro è l’essenza del cristianesimo, un messaggio aperto a ogni uomo, a prescindere da appartenenze religiose, razziali e culturali. Dio si è rivelato nella carne del Figlio dell’uomo e si è fatto fratello di ogni uomo: entrare, mangiare, essere ospiti e vivere insieme da fratelli che si accolgono null’altro è l’unica legge dell’amore in cui si compie ogni legge. Essere “con”, vivere “con”, mangiare “con”: questa preposizione è davvero una particella divina! A partire dalla creazione della donna, perché non era bene che l’uomo fosse da solo. A Maria vien detto di rallegrarsi, perché il Dio era con lei, quel Dio che è l’Emmanuele, il Dio con noi. Ospitarsi l’un l’altro è esattamente quanto avviene nella vita più intima della Trinità, dove il Padre e il Figlio sono ospite uno dell’altro nell’unico amore dello Spirito.

Il vaso che scende dal cielo e che contiene tutti gli animali è il grembo di Dio che contiene l’universo: tutto è dono di Dio per l’uomo, tutto viene dal cielo e tornerà al cielo. Dio insegna a Pietro come guardare il mondo: bisogna guardarlo con gli stessi occhi di Dio! Allora può vedere che non c’è nulla di immondo, in quanto Dio ama tutti, ama ogni creatura e ama qualunque uomo, che è suo figlio. Nella casa di Cornelio Pietro aveva appena iniziato a parlare, quando all’improvviso, scende lo Spirito Santo. Lo Spirito sembra quasi precedere la parola, ha fretta di comunicarsi e arrivare prima. Lo Spirito di Dio è vita e la vita è essere accolti e amati. L’ospitalità è la Parola realizzata, è l’amore come allargamento della promessa di benedizione ai lontani, fino a quando non ci saranno più limiti. Gesù è venuto a portare questo Spirito, non quello che ci divide gli uni dagli altri: quello si chiama “divisore” e ha un nome, Satana. Questo racconto richiama un problema costante della Chiesa, la tendenza a irrigidirsi fino a chiudersi, ma qui troviamo una chiara testimonianza di come Dio agisce tramite il suo Spirito, un’azione che esce dagli schemi, un’azione che ci precede, una presenza che è già dappertutto e ha fretta di manifestarsi. 

Il nostro mondo è come la casa di Cornelio. Il dialogo, l’accoglienza e l’ospitalità nel nostro villaggio globale non sono un lusso, ma una necessità storica, altrimenti la vita sulla terra sarà impossibile.

Gregorio Magno, Omelie su Ezechiele I, 10, 41

“Lo Spirito mi sollevò e s’impossessò di me”. Perché colui che già aveva detto di essere stato preso dallo Spirito, di nuovo racconta di essere stato sollevato e portato via dallo Spirito? Ma la mente dei predicatori s’innalza verso cose più elevate quando per mezzo di essi il sentimento degli ascoltatori si commuove e si accende del desiderio di Dio onnipotente. Questi santi predicatori, cioè, progrediscono tanto che mediante il loro ministero nella santa Chiesa si moltiplicano i doni della grazia, come di questa medesima santa Chiesa è scritto: “Inebriando i suoi canali moltiplichi i suoi germogli, godrà dei loro stillicidi quando spunterà”. Canali della Chiesa sono i suoi predicatori, che irrigano la terra del nostro cuore. Ma quando vengono inebriati i canali, si moltiplicano i germogli della Chiesa, perché quando i predicatori ricevono con maggior abbondanza la grazia dello Spirito, aumenta il numero dei fedeli. La Chiesa gode delle loro gocce. Nel gocciolare infatti l’acqua scende dal tetto sulla terra; quell’acqua che dal cielo era caduta sul tetto. Tetto della Chiesa sono i santi predicatori, che ci proteggono intercedendo per noi e fortificandoci con le loro esortazioni. Ma siccome nella predicazione il loro cuore è irrorato da Dio, è come se l’acqua scendesse dal cielo sul tetto; e siccome noi siamo irrigati dalle loro parole, è come se l’acqua dal tetto scorresse sulla terra. Così la santa Chiesa, quando spunta, gode dei loro stillicidi, perché nasce nella fede e nelle buone opere, si rende conto dei doni ricevuti ed esulta nelle parole dei predicatori. Per- ciò, elevandosi gli uditori verso cose migliori anche s loro predicatori si moltiplica la grazia, e il profeta dice “Lo spirito sollevò anche me e mi portò via”. Nella misura infatti in cui il predicatore sempre più viene s levato e preso, anche la vita di chi ascolta cambia meglio.

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