L’Aquila – La festa di San Massimo d’Aveia, Patrono della Città e Arcidiocesi dell’Aquila, in questo Anno Santo del 2025 in cui la Chiesa vive il Giubileo della speranza, verrà celebrata nell’attesa della prossima riapertura della Cattedrale, che dovrebbe avvenire nel 2026, in occasione dell’anno in cui L’Aquila sarà la Capitale italiana della Cultura, dopo che il 7 dicembre 2018, in occasione della Festa della Rinascita era stata visitata dal Presidente della repubblica italiana Sergio Mattarella e il 28 agosto 2022, da papa Francesco, durante la sua visita pastorale in occasione della Perdonanza celestiniana.
Festeggiamenti che si apriranno questa sera, con la celebrazione eucaristica presieduta da don Artur Sidor, Amministratore parrocchiale della Parrocchia Cattedrale dei SS. Massimo e Giorgio alle ore 18:00, nella chiesa di S. Maria del Suffragio.
Domani 10 giugno, giorno della solennità di S. Massimo D’Aveia, nella mattinata alle ore 11:00, la S. Messa Capitolare sarà presieduta dal can. Sergio Maggioni, Arcidiacono del Capitolo Metropolitano, concelebrata dai Canonici della Cattedrale, e animata dalla Schola Cantorum “San Sisto” diretta dal M° Alberto Martinelli.
Nella serata, alle ore 18:00 la S. Messa Stazionale sarà presieduta da mons. Antonio D’Angelo, Arcivescovo Metropolita di L’Aquila e concelebrata dai presbiteri della Diocesi. Animerà la liturgia il Coro Diocesano “San Massimo”, sezione Adulti.
Al termine della solenne celebrazione eucaristica, a cui saranno presenti anche molte autorità cittadine civili e militari, avrà luogo la processione del Santo Patrono per le vie del Centro Storico, accompagnata dal complesso bandistico “Città di Paganica” e scortata dal gruppo Sbandieratori “Città di L’Aquila” che al termine della processione si esibirà in uno spettacolo.
Inoltre, il 14 giugno, sempre nella chiesa di S. Maria del Suffragio alle ore 19:30 si svolgerà la VIII Rassegna Corale “Un canto per San Massimo”.
Per celebrare la festa del patrono di una Città come L’Aquila, segnata da molti terremoti, che purtroppo hanno scandita la sua storia, provocando la perdita di memoria del luogo preciso dove nella Cattedrale era posto il corpo di San Massimo, a causa del terremoto che nel 1703 ha gravemente colpito la Città, è utile capire di più di questo giovane Santo, indicato da molti vescovi aquilani come ‘eroico modello da imitare per i giovani della Chiesa aquilana’.
Massimo, nacque intorno all’anno 228 ad Aveia, antica cittadina della conca aquilana, da una famiglia cristiana che lo fece studiare e lo avvicinò al Cristianesimo. Fu imprigionato durante le persecuzioni di Decio tra l’ottobre249 e il novembre 251. Condotto dinanzi al prefetto di Aveia, Massimo non rinnegò mai Gesù Cristo e la sua fede in lui, neanche sotto tortura. La tradizione vuole che il prefetto gli aveva persino promesso la figlia, ma non abiurò e alla fine fu gettato dalla rupe più alta della città, detta Circolo e Torre del Tempio, dove si trova il castello di Fossa.
San Massimo, in Abruzzo è venerato a L’Aquila e Penne. Intorno al 306 d.C. San Massimo, dopo essere stato imprigionato e torturato per la sua fede, avendo anche rifiutato di sposarsi con la figlia del console di Aveia, in cambio del perdono, fu fatto precipitare dal torrione di Aveia, l’attuale castello. Poi il corpo fu venerato in un sacello di Aveia fino al VI secolo.
Dopo la distruzione di Aveia da parte dei Longobardi nel VI secolo, le reliquie di San Massimo furono portate a Forcona (L’Aquila), dove venne eretta una cattedrale in suo nome, ancora oggi esistente, accanto la chiesa di San Raniero (via Marsicana), che fu sede della diocesi di Amiterno sino al 1257, quando la diocesi fu spostata nella neonata città de L’Aquila, fondata nel 1254. Il 10 giugno 956 l’imperatore tedesco Ottone I e il papa Giovanni XII si recarono a venerarle. Pertanto il 10 giugno è il giorno in cui si celebra la sua festa a L’Aquila.
Nel 1256 le reliquie furono spostate a L’Aquila, appena fondata da Federico II, e tumulate nella cattedrale dedicata a lui e a San Giorgio. Da allora è patrono della Città e Arcidiocesi di L’Aquila, ed è effigiato nello stendardo ufficiale del capoluogo di Regione insieme a Sant’Equizio, San Celestino e San Bernardino da Siena.
Uno scavo nel 2019 presso la cripta della Cattedrale dell’Aquila, ha riportato alla luce un sarcofago con resti di tre vescovi. Un corpo risale all’epoca del tardo impero romano, e si è ipotizzato che possa essere quello di San Massimo. Il secondo corpo è stato attribuito al vescovo Anton Ludovico Antinori.