Bartolomeo, due premi in Baviera per il Patriarca della pace e del dialogo
Con un ritorno nella tarda serata di venerdì 6 giugno 2025, Sua Santità Bartolomeo I, Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, ha concluso un viaggio intenso e ricco di significato a Monaco di Baviera, in Germania, dove ha ricevuto due prestigiosi riconoscimenti per il suo infaticabile impegno nel dialogo ecumenico. Un tributo condiviso dall’Accademia Cattolica di Baviera e dall’Abbazia benedettina di Niederaltaich, simboli viventi di una tradizione cattolica aperta al confronto fraterno con l’Oriente cristiano.
Un’accoglienza di alto livello
Giovedì pomeriggio, all’aeroporto di Monaco, il Patriarca è stato accolto da una delegazione istituzionale e religiosa di rilievo: il Metropolita ortodosso di Germania, Agostino, con i suoi vescovi ausiliari; i consoli generali di Grecia e Turchia, Konstantinos Kodellas e Murat Kemaloğlu e un rappresentante del governo bavarese. Dopo l’arrivo e il soggiorno presso l’Hotel Bayerischer Hof, il Patriarca ha incontrato importanti autorità ecclesiastiche cattoliche: il vescovo di Augusta, mons. Bertram Meier, e l’arcivescovo di Monaco e Frisinga, il cardinale Reinhard Marx.
Memorie di gioventù e spiritualità condivisa
Forse uno dei momenti più toccanti della giornata è stata la visita alla Salvatorkirche, la storica chiesa della Trasfigurazione del Salvatore, dove Bartolomeo aveva prestato servizio da giovane durante i suoi studi a Monaco. Lì ha venerato l’icona del Primo Concilio Ecumenico, commissionata in occasione del 1700º anniversario dalla Conferenza Episcopale Ortodossa di Germania, e ha salutato i fedeli ortodossi presenti con parole di incoraggiamento e pace.
La sera si è conclusa con una cena ufficiale organizzata dalla Metropolia Ortodossa di Germania, alla presenza anche dell’Ambasciatore greco in Germania, Alexandros Papaioannou.
La cerimonia dei premi: parole, musica e spirito
Venerdì mattina si è svolto l’evento centrale della visita: la cerimonia di conferimento dei due premi presso l’Accademia Cattolica di Baviera. Il Premio Ecumenico dell’Accademia e il Premio Abate Emmanuel Heufelder dell’Abbazia di Niederaltaich sono stati assegnati congiuntamente – per la prima volta – a Bartolomeo I, per il suo contributo “radicato, coerente e coraggioso” al movimento ecumenico.
Il Patriarca, accompagnato dal Metropolita Agostino, è stato ricevuto con grande onore anche dal Presidente del Partito Popolare Europeo, Manfred Weber, con cui ha avuto un colloquio privato prima della cerimonia.
Durante l’evento, si sono alternati al microfono rappresentanti delle istituzioni ecclesiastiche e civili: il direttore dell’Accademia, Achim Budde; l’abate di Niederaltaich, Marianus Bieber; il Ministro di Stato bavarese per gli Affari Federali e i Media, Florian Herrmann; il vescovo evangelico Heinrich Bedford-Strohm, che ha pronunciato una sentita laudatio; e infine il cardinale Marx, che ha elogiato Bartolomeo come “coscienza spirituale del nostro tempo”.
Le musiche solenni e l’immagine centrale del Primo Concilio hanno fatto da cornice simbolica alla cerimonia. Il discorso ufficiale del Patriarca, pronunciato in tedesco, ha sottolineato l’importanza della sinfonia tra Oriente e Occidente cristiano, dell’unità nella diversità e dell’impegno comune per un’ecologia integrale della fede e della vita.
Niederaltaich: un modello di convivenza liturgica
Il secondo riconoscimento, proveniente dall’Abbazia di Niederaltaich, è emblematico: questo antico monastero benedettino ospita una comunità che vive due riti in una sola comunione, romano e bizantino, celebrando parallelamente ma condividendo il lavoro, la preghiera e la fraternità. Un laboratorio vivente di ecumenismo quotidiano che rispecchia lo stesso spirito del Patriarca: quello di una Chiesa che non teme le differenze, ma le trasfigura in comunione.
L’Abbazia ospita ogni anno ritiri ecumenici, conferenze e pubblica, insieme all’Istituto Cristo Re di Meitingen, la rivista Una Sancta, crocevia di riflessione e spiritualità condivisa.
La motivazione dei riconoscimenti
Il Patriarca ecumenico di Costantinopoli è il primate d’onore della Chiesa ortodossa a livello mondiale. Oltre alla sua Chiesa locale in Turchia, sono sotto la sua giurisdizione canonica anche il Monte Athos e le Chiese della diaspora, come quelle in Germania e negli Stati Uniti.
Patriarca dal 1991, Bartolomeo I incarna un’Ortodossia che si rapporta alle confessioni cristiane del mondo intero come partner affidabile e rispettoso, divenendo, grazie alla ricchezza liturgica e teologica che testimonia, una fonte d’ispirazione per la fede. La sua fedeltà alla veneranda tradizione tiene vive e accessibili le radici comuni del cristianesimo, e allo stesso tempo apre percorsi di rinnovamento per rispondere, ad esempio per ragioni pastorali, alle concrete e molteplici necessità del nostro tempo.
Bartolomeo I è tra i più convinti sostenitori di una reale collaborazione ecumenica sia con la Chiesa cattolica romana sia con il Consiglio Ecumenico delle Chiese (CEC). Gli sono estranei atteggiamenti anti-occidentali o anti-ecumenici. Una tale presenza dell’Ortodossia nell’ecumenismo globale arricchisce anche l’ecumenismo intra-occidentale, favorendo l’avvicinamento tra la Chiesa latina e le Chiese nate dalla Riforma.
Per la prima volta nella storia, un capo della Chiesa ortodossa ha partecipato all’inaugurazione di un Papa: Bartolomeo ha preso parte all’inizio del pontificato di papa Francesco, con il quale intrattiene da allora ottimi rapporti, testimoniati da diversi incontri e dichiarazioni comuni. Un ulteriore punto di contatto tra Bartolomeo I e il Papa è rappresentato dall’impegno per la custodia del creato, fondato su una base spirituale ben definita, che gli è valso il soprannome di “Patriarca Verde”.
Il ritorno a casa e la continuità del servizio
Nella serata di venerdì, il Patriarca è rientrato a Istanbul con il suo seguito. Il viaggio in Baviera ha riaffermato la figura di Bartolomeo come ponte tra le Chiese, voce profetica per l’ambiente, segno di riconciliazione tra Oriente e Occidente. In un tempo di polarizzazioni e fratture, il Patriarca Ecumenico continua ad annunciare la bellezza dell’unità e la forza silenziosa della preghiera condivisa. Un cammino che non si arresta, ma che si rinnova, giorno dopo giorno, in ogni gesto, in ogni parola, in ogni incontro.
I due premi
Il “Premio Abate Emmanuel Heufelder” fu istituito dall’avvocato renano Hanns Gierlichs (1907–1993) in segno di gratitudine verso i suoi genitori di diversa confessione religiosa. Emmanuel Heufelder (1898–1982), a cui è intitolato il premio in ricordo del suo pionieristico impegno ecumenico, diede all’Abbazia benedettina di Niederaltaich quell’orientamento ecumenico che si esprime in modo particolare nella convivenza di due tradizioni ecclesiali con le loro celebrazioni nei riti romano e bizantino. Con questo premio si onorano persone e istituzioni che promuovono in modo speciale la comprensione e l’avvicinamento ecumenico tra la Chiesa cattolica e le Chiese orientali.
Il “Premio Ecumenico dell’Accademia Cattolica in Baviera” onora, dal 1995, persone e istituzioni che si sono particolarmente distinte nell’ambito dell’ecumenismo. L’avvocato Hanns Gierlichs (1907–1993) istituì la “Fondazione Ecumenica dell’Accademia Cattolica in Baviera” in memoria dei suoi genitori Wilhelm e Antonie Gierlichs. Lo scopo della fondazione è la promozione della religione secondo lo spirito del movimento Una Sancta e dell’ecumenismo inteso come nel pensiero di Karl Rahner, nel rapporto tra la Chiesa cattolica e le Chiese della Riforma, attraverso conferimenti di premi o l’organizzazione di eventi. Essa consolida così il carattere dell’Accademia come luogo di ecumenismo vissuto.
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