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A venti anni dalla morte di San Giovanni Paolo II

da | 2 Apr 2025 | Vita ecclesiale

Il 2 aprile 2025 ricorre il ventesimo anniversario della morte di Giovanni Paolo II, un’occasione che ha visto l’organizzazione di numerose iniziative commemorative in Italia e nel mondo.

Il 30 marzo 2005 Giovanni Paolo II si presentò per l’ultima volta alla finestra del Palazzo Apostolico. Fu un’apparizione silenziosa, senza parole. Aveva chiesto con insistenza che venissero aperti i finestroni e accesi i microfoni, desiderando salutare la folla che si era radunata in Piazza San Pietro. Tuttavia, riuscì solo a fare un ampio segno della croce con la mano, pronunciando la parola «Amen». Quel gesto fu carico di forza e rimase impresso nella memoria, simbolo del suo amore per la gente fino all’ultimo. 

Il 2 aprile dello stesso anno, alle 21.37, Giovanni Paolo II spirava nel Palazzo Apostolico della Città del Vaticano.

La commemorazione alla Camera dei deputati

In Italia, una delle celebrazioni più significative si è svolta presso la Camera dei deputati, dove è stato reso omaggio al Papa polacco. Alle ore 11, presso la Sala della Regina di Montecitorio si è svolta la Cerimonia “In ricordo di San Giovanni Paolo II – A 20 anni dalla scomparsa”. Dopo i saluti del Presidente della Camera, Lorenzo Fontana, sono intervenuti Pier Ferdinando Casini, Presidente del Gruppo italiano dell’Unione Interparlamentare, il cardinale Giovanni Battista Re, Decano del Collegio Cardinalizio e Mons. Rino Fisichella, Pro-Prefetto della Sezione per le questioni fondamentali dell’evangelizzazione nel mondo del Dicastero per l’evangelizzazione. Durante l’evento è stato proiettato un documentario della Rai dedicato al pontificato di Giovanni Paolo II, che ripercorre alcuni dei momenti più significativi della sua missione globale: oltre un milione di chilometri percorsi per diffondere il Vangelo in ogni lingua, il suo esempio di sofferenza affrontata con dignità fino alla fine, l’attentato in Piazza San Pietro, il discorso pronunciato nell’Aula di Montecitorio nel 2002 e il famoso invito che Papa Giovanni Paolo II fece nella sua prima omelia: “Non abbiate paura. Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo”.

La celebrazione eucaristica in Vaticano

Nella Basilica di San Pietro in Vaticano il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, ha presieduto una celebrazione eucaristica, molto sentita e molto partecipata, alle ore 15:00, in ricordo del santo pontefice polacco. Nella sua omelia, ha sottolineato l’amore incrollabile del Papa polacco per Cristo e lo “straordinario coraggio e la costanza della testimonianza di fede”, offerti in ventisei anni di “immenso pontificato”, condotto come “pellegrino instancabile fino ai confini della terra per portarvi l’annuncio del Vangelo”. Il cardinale Parolin ha ricordato anche i suoi numerosi appelli alla pace, spesso ignorati, ma che continuano a risuonare come un’eredità profetica per l’umanità. 

Il Cardinale Dziwisz ha poi trasmesso il saluto di Papa Francesco, spiritualmente unito all’evento. “Crediamo fermamente”, citando il cardinale Joseph Ratzinger il giorno dei funerali, che il santo “Papa sta adesso alla finestra della casa del Padre, ci vede e ci benedice”.

Cenni biografici e frasi famose

Karol Józef Wojtyla nacque il 18 maggio 1920 a Wadowice, Polonia. Fu ordinato sacerdote nel 1946; divenne vescovo di Ombi nel 1958 e, in seguito, arcivescovo di Cracovia nel 1964. Fu nominato cardinale da Papa Paolo VI nel 1967, e il 16 ottobre 1978 fu eletto papa, diventando così il primo Papa non-italiano da oltre 400 anni. Papa Giovanni Paolo II intraprese sin dal principio del suo pontificato una vigorosa azione politica e diplomatica contro il comunismo e l’oppressione politica. Durante il suo pontificato Papa Giovanni Paolo II ha scritto 14 encicliche, proclamato ben 482 santi (più di tutti gli altri papi insieme) e percorso 1.163.865 km in aereo facendo 104 viaggi apostolici e 146 visite pastorali; il suo è stato il 3º pontificato più lungo della storia. In seguito alla causa di beatificazione, il 1 maggio 2011 è stato proclamato beato dal suo immediato successore Benedetto XVI e canonizzato il 27 aprile del 2014, insieme a Papa Giovanni XXIII.

Non so se posso bene spiegarmi nella vostra… nostra lingua italiana. Se mi sbaglio, mi corrigerete.

(dal Primo saluto e prima benedizione ai fedeli, 16 ottobre 1978)

“In realtà, è Gesù che cercate quando sognate la felicità; è Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate; è Lui la bellezza che tanto vi attrae; è Lui che vi provoca con quella sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso.”

“Vi diranno che non siete abbastanza. Non fatevi ingannare, siete molto meglio di quello che vi vogliono far credere.”

“Ai non credenti dico: cercate Dio, Egli sta cercando voi.”

“La pace nel mondo affonda le sue radici nel cuore degli uomini, nella coscienza di ogni uomo e di ogni donna. La pace può essere soltanto il frutto di un cambiamento spirituale, che inizia nel cuore di ogni essere umano e che si diffonde attraverso le comunità. La prima di queste comunità è la famiglia.”

Ma soprattutto restò molto impressa la frase durante la sua prima omelia, all’inizio del suo pontificato il 22 ottobre 1978:

“Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa cosa è dentro l’uomo. Solo lui lo sa!”

Con queste parole entrò nella storia, come uno dei più grandi pontefici che la chiesa abbia mai avuto.

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