Periodico di informazione religiosa

Amici di Dio e non servi. Il Regina Caeli con papa Francesco

by | 6 Mag 2024 | Teologia

«Oggi il Vangelo ci parla di Gesù che dice agli Apostoli: “Non vi chiamo più servi, ma amici” (cfr Gv 15,15)»; papa Francesco ha esordito con queste affermazioni, durante la consueta preghiera del Regina Caeli in questa VI Domenica di Pasqua.

Siamo – tutte e tutti – figli di Dio, fratelli e amici del Signore Gesù; il Vescovo di Roma lo sottolinea nelle sue riflessioni: «Nella Bibbia i “servi” di Dio sono persone speciali, a cui Egli affida missioni importanti, come ad esempio Mosè (cfr Es 14,31), il re Davide (cfr 2 Sam 7,8), il profeta Elia (cfr 1 Re 18,36), fino alla Vergine Maria (cfr Lc 1,38). Sono persone nelle cui mani Dio pone i suoi tesori (cfr Mt 25,21). Ma tutto questo non basta, secondo Gesù, per dire chi siamo noi per Lui, non basta, ci vuole di più, qualcosa di più grande, che va al di là dei beni e degli stessi progetti: ci vuole l’amicizia». Quest’ultima rimane un sentimento inter-personale forte, fedele anche nell’abbandono e nella prova; Francesco lo ribadisce, affermando: «L’amicizia non è frutto di calcolo, e neanche di costrizione: nasce spontaneamente quando riconosciamo nell’altro qualcosa di noi. E, se è vera, l’amicizia è tanto forte che non viene meno neanche di fronte al tradimento. “Un amico vuol bene sempre” (Pr 17,17) – afferma ancora il Libro dei Proverbi –, come ci mostra Gesù quando a Giuda, che lo tradisce con un bacio, dice: “Amico, per questo sei qui!” (Mt 26,50). Un vero amico non ti abbandona, nemmeno quando sbagli: ti corregge, magari ti rimprovera, ma ti perdona e non ti abbandona». La Parola di oggi ci ricorda quanto siamo amati da Dio, depositari di una tenerezza infinita ed eterna; il Pontefice lo ribadisce proprio alla fine della propria riflessione: «E oggi Gesù, nel Vangelo, ci dice che noi per Lui siamo proprio questo, amici: persone care al di là di ogni merito e di ogni attesa, alle quali tende la mano e offre il suo amore, la sua Grazia, la sua Parola; con le quali – con noi, amici – condivide quello che ha di più caro, tutto quello che ha udito dal Padre (cfr Gv 15,15). Fino a farsi fragile per noi, a mettersi nelle nostre mani senza difese e senza pretese, perché ci vuole bene. Il Signore ci vuole bene, come amico vuole il nostro bene e ci vuole partecipi del suo. E allora chiediamoci: che volto ha per me il Signore? Il volto di un amico o di un estraneo? Mi sento amato da Lui come una persona cara? E qual è il volto di Gesù che testimonio agli altri, specialmente a quelli che sbagliano e hanno bisogno di perdono?».

Il Vangelo di questa Domenica ci invita a rimanere nell’amore del Signore (cfr. Gv 15,9-10); come anche a esercitare la virtù della carità verso gli altri (cfr. Gv 15,12.17); a lasciarci amare da tutti e a donare una buna testimonianza, portando frutto in opere sante (cfr. Gv 15,16). Lo Spirito santo e la grazia divina incoraggino il nostro personale cammino di conversione e confermino il nostro entusiasmo nella edificazione del regno di Dio!

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