«Credendo in Gesù, Figlio di Dio, possiamo avere la vita eterna nel suo nome. “Avere la vita”: che cosa significa? Tutti vogliamo avere vita, ma ci sono vari modi per farlo. Per esempio, c’è chi riduce l’esistenza a una corsa frenetica per godere e possedere tante cose: mangiare e bere, divertirsi, accumulare soldi e roba, provare emozioni forti e nuove, e così via. È una strada che a prima vista sembra piacevole, ma che non sazia il cuore». In questa Seconda Domenica di Pasqua – giornata dedicata da san Giovanni Paolo II alla Divina Misericordia – papa Francesco ci invita a meditare sulla centralità della vita che Dio dona in abbondanza; e, primieramente, sulla vita eterna. Egli spiega il valore dei doni divini, affermando: «Non è così che si “ha la vita”, perché seguendo le strade del piacere e del potere non si trova la felicità. Restano infatti senza risposta tanti aspetti dell’esistenza come, ad esempio, l’amore, le esperienze inevitabili del dolore, del limite e della morte. E poi rimane inappagato il sogno che ci accomuna tutti: la speranza di vivere per sempre, di essere amati senza fine».
Papa Francesco invita a cercare la pienezza, la gioia, la pace, la realizzazione in Dio: «Oggi il Vangelo dice che questa pienezza di vita, a cui ciascuno di noi è chiamato, si realizza in Gesù: è Lui a darci la pienezza di vita. Ma come accedervi, come farne esperienza? Guardiamo cosa è accaduto ai discepoli nel Vangelo. Stanno attraversando il momento di vita più tragico: dopo i giorni della passione sono chiusi nel Cenacolo, spaventati e scoraggiati. Il Risorto si fa loro incontro e per prima cosa mostra le sue piaghe (cfr v. 20): erano i segni della sofferenza e del dolore, potevano suscitare sensi di colpa, eppure con Gesù diventano i canali della misericordia e del perdono. Così i discepoli vedono e toccano con mano che con Gesù la vita vince, sempre, la morte e il peccato sono sconfitti. E ricevono il dono del suo Spirito, che dà loro una vita nuova, da figli amati, impastata di gioia, amore e speranza».
Il Pontefice chiede a tutti i cristiani di fidarsi di Gesù; e di attingere da Dio quella speranza necessaria ad affrontare la quotidianità: «Vi domando una cosa: voi avete speranza? Ognuno si domandi: come va la mia speranza? Ecco come fare ogni giorno ad “avere la vita”: basta fissare lo sguardo su Gesù crocifisso e risorto, incontrarlo nei Sacramenti e nella preghiera, riconoscerlo presente, credere in Lui, lasciarsi toccare dalla sua grazia e guidare dal suo esempio, sperimentare la gioia di amare come Lui. Ogni incontro con Gesù, un incontro vivo con Lui, ci permette di avere più vita. Cercare Gesù, lasciarci incontrare – perché Lui ci cerca! –, aprire il cuore all’incontro con Gesù».
La conclusione della meditazione del Vescovo di Roma invita a un profondo esame di coscienza; in merito alla propria adesione di fede a Gesù Cristo, morto e risorto per tutti: «Chiediamoci però: io credo nella potenza della risurrezione di Gesù, credo che Gesù è risorto? Credo nella sua vittoria sul peccato, sulla paura e sulla morte? Mi lascio coinvolgere nella relazione con il Signore, con Gesù? E mi lascio spingere da Lui ad amare i fratelli e le sorelle e a sperare ogni giorno? Ognuno pensi a questo».
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