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Chi salverà i bambini dalla fame di followers dei genitori?

by | 19 Mar 2023 | Cronaca

La fame di followers, porta genitori ad avere verso i loro bambini comportamenti ‘tragici’. È notizia di qualche giorno fa quella della tiktoker Savannah Glembin che dopo aver caricato un video con protagonista il suo bimbo completamente avvolto nella pellicola, si è vista arrivare a casa gli assistenti sociali che hanno ritenuto opportuno allontanare il bimbo dalla famiglia. La donna, con più di 1 milione di followers, in lacrime in un video successivo, ha prima spiegato che si trattava di un gioco, per poi ammettere che aveva deciso di avvolgere nella plastica il suo bambino di due anni per punizione. Il bimbo aveva “la colpa” di avere tentato di infilare una forchetta nella presa della corrente e questo episodio avrebbe scatenato la reazione della mamma.

Nel video diventato virale e poi rimosso dal web, si vede il bambino piangere senza potersi muovere e in uno stato di frustrazione esasperata, mentre i genitori mostrano fieri la loro bravata. Per raccattare qualche like in più, la donna ha pubblicato un tiktok che pensava potesse divertire il suo numeroso pubblico, ma che si è trasformato in un incubo. Fino a che punto è giusto che si lasci la libertà ai genitori di decidere in merito all’immagine pubblica dei propri figli?

La nostra società sempre più social, ha bisogno di una legge che tuteli i bambini nell’insidioso mondo virtuale. Tante delle foto pubblicate da genitori inconsapevoli, diventano materiale pedopornografico e cosa si può fare per tutelare i bambini da questa piaga? La Francia si è mossa: nei giorni scorsi si è discussa la proposta di legge contro lo “sharenting” (crasi di sharing e parenting), parola che indica il fenomeno della condivisione social di foto e video di bambini da parte dei genitori. “Contro la tentazione della viralità bisogna privilegiare l’imperativo dell’intimità – spiega Studer, deputato di Renaissance, partito del presidente Macron – il messaggio per i genitori in una società sempre più digitalizzata è che il loro compito sia anche quello di proteggere la privacy dei figli, imprescindibile per la sicurezza, il benessere e lo sviluppo”.

La Francia permette già ai bambini di denunciare i genitori, una volta maggiorenni, con pene previste da 35mila euro di multa fino a un anno di detenzione. Inoltre, c’è chi ha citato lo sharenting nelle cause di divorzio, per dimostrare l’inaffidabilità dell’ex partner. In Italia ancora nulla si muove a riguardo, la politica non sembra interessata alla protezione dei bambini, quindi come punto di partenza non possiamo far altro che parlarne per provare a smuovere qualche coscienza.

Come scriveva il poeta Kailil Gibran “I vostri figli non sono i vostri figli. Sono i figli e le figlie della forza stessa della vita. Nascono per mezzo di voi, ma non da voi. Dimorano con voi, tuttavia non vi appartengono”. I bambini, dunque, non sono nostra proprietà, dobbiamo prendere decisioni per loro, che li aiutino a diventare grandi secondo le leggi della terra,  e non dobbiamo metterli in pericolo con qualcosa che possa turbare la loro serenità e financo la sicurezza. Mettere da parte il proprio ego e il proprio orgoglio è un grande atto di generosità che possiamo insegnare loro per crescerli fiduciosi nell’amore incondizionato.

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