Due mamme o due papà? O tutti e quattro? Questo è il dilemma. “Più volte si è ribadito che ogni bambino ha diritto a un papà e a una mamma e questo anche da parte di una voce autorevole come il Santo Padre. Non c’è un qualcosa di legato alla Chiesa cattolica, ma una dimensione umana da aiutare a costruire”. È quanto affermato da don Paolo Gentili, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale familiare della Cei, intervenuto a Radio Vaticana per commentare la disposizione dei giudici del Tribunale di Genova, che hanno ordinato al Comune di iscrivere nel certificato di nascita, come genitore di una bimba, anche la compagna della madre. Il dibattito – che non è nuovo, ne parlava già il quotidiano La Stampa nel 2016 – è tornato alla ribalta delle cronache grazie alla Procura della repubblica di Padova, che ha impugnato trentatré atti di nascita di bambini con due mamme, dichiarandoli, gli atti, illegittimi.
Il 3 ottobre del 2013, a poche miglia dal porto dell’isola di Lampedusa, morirono 368 persone, in un naufragio che era considerata “una delle più gravi catastrofi marittime nel Mediterraneo dall’inizio del XXI secolo”. Quell’indifferenza, quel “vivere in bolle di sapone”, è stata negli anni più volte rimarcata da Papa Francesco, da quel 2013 e dalla sua visita a Lampedusa. Ora, quella “più grave catastrofe marittima del Mediterraneo del XXI secolo”, è stata superata, raddoppiata: perché si parla di oltre 600 morti – 100 bambini solo nella stiva – nel naufragio di pochi giorni fa davanti alle coste della Grecia, nel “mare nostrum”, dove i morti, o dispersi, secondo l’Oim (Organizzazione internazionale migranti, nata nel 1951, ai tempi delle grandi migrazioni, soprattutto dall’Italia) dal 2014 a oggi nel Mar Mediterraneo sono morti o sono andati dispersi 26.089 migranti. L’annus horribilis è stato il 2014, con oltre 5.100 migranti morti o dispersi, e quello meno grave il 2020, con “soli”1.450 morti o dispersi. Perché parliamo di questo, mentre abbiamo iniziato con due mamme e due papà? Perché in Italia si butta tutto in caciara, si fa di tutta l’erba un fascio, si grida allo scandalo contro la Procura di Padova, contro la “Chiesa reazionaria”, che non si modernizza e non guarda al futuro. Già, il futuro e la modernità: un modo subdolo per ingannare le menti, soprattutto di tanti giovani, superficiali, fragili e votate ai social.
Aiutando a perdere di vista l’orizzonte, punti di riferimento. Che per un Cristiano cattolico, per la Chiesa, sono Gesù Cristo e il Vangelo, per gli islamici Maometto e Allah, per gli ebrei Yahweh, e così via; ma sempre in difesa della vita e dell’Amore, con la “A” maiuscola. Difendere il concetto di crescita di un bimbo/a con una mamma e un papà, non è un “crimine”, come qualcuno, pseudo progressista vuole far credere. Non è neppure una questione politica. È un dovere. Due mamme o due papà: “non c’è qualcosa di legato alla Chiesa cattolica, ma una dimensione umana da aiutare a costruire”, afferma – come già precisato sopra – don Paolo Gentili. Quindi, un messaggio chiarissimo della Cei, dei vescovi italiani. Ma in Italia si preferisce creare il caos, giocare a chi la spara più grossa, come qualcuno che ha detto che “avere due mamme o due papà registrati ufficialmente, eviterebbe al bimbo/a un forte trauma in caso di morte di uno dei due”. Ovvero, arrampicarsi sugli specchi per avere ragione. Una balla colossale, fatta passare per verità assoluta. Certo, dibattere sul nulla, alzando il più possibile i toni, distrae da problemi enormi, come quello dei morti nel Mediterraneo, dell’accoglienza, dell’inclusione, del lavoro che non c’è e, di conseguenza, il calo del numero di famiglie e di natalità, la povertà che avanza anche per chi ha un lavoro con stipendi da fame e/o è precario, quindi l’impossibilità di formare una famiglia, comprare una casa.
Ma riflettiamo su un dato, a proposito di due mamme o due papà (e anche, perché no, di ovuli in vendita, negli Usa, per esempio, a 10 mila dollari l’uno, nelle “cliniche della fertilità“). Il dato è questo: soltanto a causa della pandemia di Covid-19, ad oggi nel mondo ci sono circa 10 milioni e mezzo di bambini/e senza genitori o tutori. La tragica stima è emersa da uno studio condotto da un gruppo internazionale di scienziati, i cui risultati sono stato pubblicati sulla rivista Jama Pediatrics. Ecco, adottare un bimbo/a è forse l’atto d’amore più bello e significativo nella vita di una persona. Dare un futuro a chi non ne ha, impegnarsi in prima persona in un grande atto di amore (ancora più grande è l’affidamento, dove sai che il bambino/a alla fine dovrai lasciarlo andare dai suoi genitori), che non è solo un’elargizione mensile e ci mettiamo la coscienza a posto. In tutto questo, il dibattito due mamme o due papà perde qualsiasi senso. E lo dice la natura: non nascono figli tra due persone dello stesso sesso, non serve che lo dica la Chiesa o un giudice o un procuratore.
Ci sono ancora Stati, Paesi, come la grande America, dove quasi tutto è permesso, ma si emarginano ancora le persone di colore o di diversa nazionalità, dai portoricani ai messicani e via dicendo. E quei figli, quei bimbi/e, hanno enormi problemi, ancora oggi, dove sembriamo lontanissimo dagli anni Sessanta del secolo scorso, ma dove il razzismo è palesato persino nello sport, negli stadi, al punto che si è sentita la necessità di dovere fare delle leggi, in Europa e nel mondo, oggi, nel XXI secolo! E questa società sente la necessità di creare altri problemi ai bambini/e? Farli sentire “diversi”. Non è in discussione l’omosessualità, che esiste dalla notte dei tempi, e che nessuno condanna: sono le aberrazioni dell’omosessualità che creano problemi. E li hanno creati anche alla Chiesa, come la pedofilia. Concludo con una domanda: la natura ci sta dimostrando, con alluvioni, tornado, terremoti, valanghe, che alla fine si ribella e vince sull’uomo. È giusto intraprendere altre battaglie? O sarebbe più giusto riconoscerne la bellezza e conviverci in pace? È retorica? Oscurantismo? Un fatto è certo: su due mamme e due papà c’è un enorme vuoto legislativo. Perché un conto sono il dibattito e le chiacchiere, altro è agire. Ci vuole coraggio. Come adottare un bimbo o una bimba. Come adottare una legge. Un bravo padre – o una brava madre – di famiglia, non educa bene i propri figli dicendo sempre sì a tutti o temporeggiando: ogni tanto bisogna dire anche qualche no.