Lunedì della VI settimana di Pasqua
Siamo all’ultima svolta degli Atti: la corsa della parola, finora circoscritta all’Asia minore, ora compie un salto. La visione notturna di un macedone, che appare a Paolo, dirotta il suo cammino verso l’Europa, verso la Grecia. Il quartetto composto da Paolo e Sila, cui si sono aggregati Luca e Timoteo, attraversa il Bosforo e si imbatte con il mondo greco-romano, diverso da quello dell’Asia Minore e a Filippi nascerà la prima comunità cristiana d’Europa. Una comunità tutta al femminile! Questa chiesa rimase quella più cara a Paolo, come testimonia la sua lettera ai Filippesi: è da questo piccolo germe europeo che la Parola si diffonderà fino agli estremi confini della terra. Paolo vi arriva grazie a un sogno. Il sogno uno non può controllarlo, può solo prenderne coscienza e poi era proprio il suo sogno quello di portare il Vangelo, dove ancora non era arrivato. Dio aveva aperto la porta ai pagani e ora Paolo comincia ad entrarci, ma in un modo e in uno spazio del tutto nuovo. Arrivare in Europa significava avvicinarsi a Roma, al centro del mondo conosciuto, significava portare il Vangelo dove era impensabile che potesse arrivare. A Filippi non c’era una sinagoga, però i nostri evangelizzatori sanno che gli ebrei vanno a pregare lungo il fiume. Incontrano delle donne lì convenute: così è nata la chiesa in Europa. Le donne potevano essere pagane e simpatizzanti, qualcuna poteva essere di origine giudea, non importa. Con queste donne in preghiera, attraverso un colloquio familiare e schietto, nasce la prima chiesa di Filippi. Come nel caso della Maddalena, anche qui sono le donne a custodire e diffondere l’annuncio pasquale. Lidia ascolta la parola del Vangelo e il Signore le spalancò il cuore. Questo desiderio di conoscere Dio, di vedere il suo volto, di vincere il male e avere la pienezza della vita è già nel cuore di ogni uomo; la parola di Gesù lo risveglia e lo fa uscire. Con la conversione di Lidia capiamo che il Signore è già presente nel cuore di ciascun uomo, nei desideri più profondi di ognuno di noi e la Parola ha la funzione di farlo uscire. E come fu detto a Gesù dai discepoli di Emmaus “Resta con noi, perché si fa sera”, anche Lidia costrinse amabilmente il quartetto dei predicatori ad entrare nella sua casa. Dopo che Lidia fu battezzata al fiume, nella sua casa si celebrò l’eucaristia, la prima celebrazione eucaristica in Europa di cui abbiamo notizia.
Gregorio Magno, Commento al Cantico dei Cantici 10
Bisogna anche sapere che in questo libro vengono introdotte a parlare quattro persone, e precisamente lo sposo e la sposa, le fanciulle che sono con la sposa e i gruppi di compagni dello sposo. Infatti la sposa è la stessa Chiesa nella sua perfezione; lo sposo è il Signore; le fanciulle, che sono con la sposa, sono le anime dei principianti che stanno diventando mature mediante una rinnovata applicazione spirituale; i compagni dello sposo sono gli angeli, spesso apparsi agli uomini in quanto mandati da Dio, oppure sono, senza dubbio, gli uomini perfetti nella Chiesa, che hanno saputo annunciare la verità agli uomini. Ma coloro che, presi singolarmente, sono le fanciulle e i compagni, presi tutti insieme sono la sposa, perché tutti insieme sono la Chiesa. Anche se presi uno per uno, tutti questi tre nomi possono essere loro assegnati. Infatti chi ama già Dio perfettamente è sposa; chi predica lo sposo, è compagno; chi, ancora principiante, segue la via del bene, è fanciulla. Siamo dunque invitati ad essere sposa; se ancora non siamo in grado di esserlo, siamo compagni; se non siamo neppure tali, almeno come fanciulle avviciniamoci al letto nuziale. Poiché abbiamo perciò raffigurato nello sposo e nella sposa il Signore e la Chiesa, ascoltiamo ora come fanciulle o come compagni le parole dello sposo, ascoltiamo anche le parole della sposa e impariamo dalle loro parole ad ardere d’amore.