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Giostra Cavalleresca d’Europa a Sulmona: un inno alla pace

da | 21 Lug 2025 | Cultura e spettacolo

L’Aquila, 21 luglio 2025 – In una Piazza Garibaldi traboccante di emozione e storia, si è celebrata ieri pomeriggio a Sulmona la Giostra Cavalleresca Europea per la Pace, un evento che ha saputo intrecciare passato e presente, tradizione e profezia. Ma prima ancora che sfilassero cavalli e cavalieri, a lasciare un’impronta profonda è stato il cuore del progetto: il dialogo avvenuto pochi giorni fa tra Sua Eminenza Cardinale Matteo Zuppi, per tutti semplicemente “Don Matteo”, e il giornalista Paolo Mieli, che ha toccato corde spirituali e civili con parole di rara umanità.

“La pace si costruisce, non si eredita”, ha ricordato Sua Eminenza, con la consueta semplicità di un parroco tra la gente, più che con la solennità di un alto prelato. E proprio questa sua umanità, il suo chiamarsi fuori dai palazzi per entrare nei cuori della gente, è ciò che ha fatto vibrare la città di Ovidio: “Siamo città e uomini di pace”, ha detto, “e dobbiamo lasciare il mondo pieno di speranza”.

Accanto a lui, Paolo Mieli, pur dichiarando di “non essere un fervente cattolico”, ha saputo restituire un messaggio che sa di futuro. “Dopo ogni grande pandemia, la storia ha visto l’esplosione di guerre. È successo anche adesso. Ma torneranno la pace, la ricostruzione e il boom economico”, ha detto, con uno sguardo che abbraccia i secoli ma si rivolge all’oggi.

Mieli ha poi rivelato un dettaglio finora rimasto nell’ombra: il lavoro silenzioso del Vaticano e soprattutto del Cardinale Zuppi, per la pace e per salvare i bambini ucraini rapiti dalla Russia. “La Chiesa non ha fatto proclami, ha agito nel silenzio. E la storia le renderà giustizia”, ha affermato. Poi, in un gesto toccante, ha rivolto le sue scuse pubbliche a Sua Eminenza: “In passato l’ho punzecchiato in varie trasmissioni TV, cercando di provocarlo. Gli ho detto che la Chiesa non stava facendo nulla. Ma oggi chiedo scusa. Zuppi sarà ricordato dalla storia come un nuovo Oscar Schindler, tra i giusti dell’umanità”.

Parole forti, che hanno commosso il pubblico. Perché ciò che è accaduto a Sulmona in questi giorni non è stata solo una festa popolare, ma una chiamata alla speranza, che nasce dalla consapevolezza, si nutre di perdono, e si esprime in gesti concreti di riconciliazione.
La Giostra della Pace non ha semplicemente ricordato il passato: ha offerto un orizzonte.

“Siamo tutti viandanti”, ha ribadito il Cardinale Zuppi “e finché camminiamo insieme, anche nel dolore, la pace resta possibile.”

Sulmona, grazie a questa nuova consapevolezza, continua così il suo cammino per diventare davvero “città della pace”, non solo nel nome ma nel cuore.

In questo spirito, appare quanto mai naturale e auspicabile che il progetto “Sulmona Città della Pace” si sviluppi in sinergia e alleanza con la città dell’Aquila, proclamata “Capitale del Perdono” da Papa Francesco in occasione della sua storica visita in occasione della Perdonanza Celestiniana, il 28 agosto 2022, per l’apertura della Porta Santa della Basilica di Santa Maria di Collemaggio.

A legare profondamente queste due città, oltre al territorio e alla storia condivisa, è proprio la straordinaria figura del frate eremita Pietro Angeliero, che dal monte Morrone, presso Sulmona, intraprese il cammino che lo avrebbe portato a essere incoronato come Papa Celestino V, proprio a L’Aquila nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio il 29 agosto 1294.

Un legame che va ben oltre la memoria storica: è un patrimonio spirituale, etico e civile che può e deve diventare oggi motore di progetti comuni, in nome della riconciliazione, della cura delle ferite del territorio e della costruzione di una cultura della pace.

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