La giustizia riparativa è stato il tema affrontato lo scorso fine settimana dalla Caritas Italiana in un importante convegno svoltosi a Roma, presso la casa Bonus Pastor. Abbiamo raccolto le risonanze delle intense giornate romane, a colloquio con la dottoressa Oriana Leone, siciliana d’origine e operatrice Caritas presso la propria diocesi salentina di Ugento-Santa Maria di Leuca.
Ne abbiamo accolto la testimonianza e la rilanciamo, affinché sempre più persone ci sensibilizziamo intorno a queste importanti realtà umane, cristiane e societarie.
Oriana ci consegna subito lo slogan del convegno, una espressione di papa Francesco: «La cultura della giustizia riparativa è l’unico e vero antidoto alla vendetta e all’oblio, perché guarda alla ricomposizione dei legami spezzati»; e ci fa presente che durante il convegno sono stati presentati i risultati del “Progetto sperimentale nazionale di giustizia riparativa”, coordinato dalla Caritas Italiana, in collaborazione con il Team delle pratiche di giustizia riparativa dell’Università degli Studi di Sassari, e che ha visto la partecipazione attiva di otto Caritas diocesane, con il coinvolgimento di settemila persone, tra educatori, operatori delle carceri e vittime.
L’attuale realtà negativa italiana di cui prendiamo consapevolezza con questa intervista è la frenata che le tante ed entusiasmanti iniziative stanno conoscendo: «“A causa della Riforma della Giustizia in atto, si registra una fase di incertezza e di attesa, che ha portato alla sospensione di molti progetti (maggiormente negli istituti di pena, interessati, questi, più direttamente dall’attuale riforma); a questa aggiungiamo una mancanza di coraggio, che ha ceduto il passo alla farraginosa burocrazia”» (Andrea Molteni, sociologo Caritas Ambrosiana).
«L’impegno messo in campo dalla università di Sassari – continua Oriana – ci comunica il valore della centralità della singola persona, come anche il bisogno di lavorare in comunità. Porto con me un’espressione della professoressa Patrizia Patrizi, insegnante di Psicologia Giuridica e presidente dell’European Forum for Restorative Justice, la quale testimonia che, nei momenti di stallo, si può sempre sperimentare quella salutare “alchimia del momento”, che rende percorribili strade impensabili».
Quale altra testimonianza porterai con te da questo convegno?
«Penso all’intervento di Gherardo Colombo, giudice simbolo di “mani pulite” e presidente della “Cassa delle ammende”, il quale, in un video-intervista raccolto da Cinzia Neglia (Area Giustizia della Caritas Italiana), ci comunica come la giustizia riparativa aiuti – semplicemente – a mettere meglio in pratica la Costituzione Italiana, poiché porta a considerare gli altri come degni di attenzione e di cura, e a comporre i conflitti, invece di esasperarli. Egli ci ha aiutati a scoprire come la giustizia, in questo caso, aiuta ad aprire percorsi tra persone; realtà applicabile in qualunque conflitto, ben al di là dello stabilire chi ha torto e chi ha ragione. Colombo ha sottolineato – inoltre – le gravi e attuali carenze del nostro sistema penale, in merito ai decreti attuativi».
Quale messaggio centrale hai raccolto in questi giorni e consegnerai alla tua Chiesa locale?
«Mi rifaccio alle parole di don Marco Pagniello, il quale ha ribadito con convinzione e forza che si tratta di un lavoro che affonda le proprie radici nel Vangelo; un paradigma da allargare a tutti i nostri interventi. Egli ha affermato: “Dove c’è un povero lasciato solo, il nostro compito è fare comunità intorno a lui; il povero non è solo l’indigente: il povero è colui che non ha relazioni, che vive una rottura interna, un momento di fragilità o di difficoltà e subisce gli effetti dei legami spezzati”».
Dall’intervista con la nostra operatrice Caritas di Tricase (LE) scopriamo che: le Caritas italiane coinvolte in questi progetti sono quelle di: Agrigento, Ancona, Cerignola, Cuneo-Fossano, Milano (in particolare la zona di Lecco, Napoli, Prato e Verona; i percorsi tracciati sono 137; gli incontri di sensibilizzazione effettuati 203 (moltissimi nelle scuole); 356 le proposte formative, e 94 gli interventi di giustizia riparativa avviati.
Apprendiamo – ancora – gli appassionanti racconti delle tante pratiche messe in campo dalle Caritas in tutto il territorio nazionale: ha scoperto, per mezzo dell’intervento di Gianluigi Lepri (psicologo coordinatore del team delle pratiche di giustizia riparativa dell’Università di Sassari), come «questo fenomeno innovativo viva di “buone pratiche” non solo di progettazione, che fanno tesoro degli insegnamenti del Vangelo e della Costituzione. La giustizia riparativa – conclude la nostra amica – si alimenta del “contagio positivo”, che fa uso, a piene mani, di sano pragmatismo.
Ringraziamo la gentilissima Oriana per la sua testimonianza rilasciata al nostro giornale.