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Il Card. Virgilio Noè maestro e cultore della liturgia

by | 13 Mag 2023 | Recensioni

Il Card. Virgilio Noè maestro e cultore della liturgia, edito da Tau editrice nel dicembre del 2022, a conclusione del centenario della nascita di questo eminente figlio della terra pavese, non è semplicemente un lavoro bibliografico fatto dal gesuita Padre Mario Lessi Ariosto, ma un prezioso contributo alla storia della liturgia in Italia e nel mondo, prima e dopo il Concilio Vaticano II, ma anche amico della terra aquilana con la sua presenza per l’Apertura della Porta Santa di Collemaggio nel 1994 e nel 2000 e soprattutto per la sua lunga permanenza nel periodo estivo, ospite di mons. Giuseppe Molinari, arcivescovo emerito dell’Aquila negli anni dal 2002 al 2008.

Questa pubblicazione di più di cinquecento pagine, composta di quattordici capitoli, si snoda in un percorso di vita, dove nei primi due capitoli, viene presentato uno scorcio della Chiesa pavese dal 1930 al 1964, con un evidente intreccio alle vicende liturgiche e pastorali che hanno segnato la storia della Chiesa italiana e che mostrano la vita di una diocesi come quella di Pavia, colma di fermento di attesa non solo del Concilio, ma anche di un impegno concreto di attuazione di questo significativo momento di rinascita,  che ha trovato nella liturgia il modo concreto per segnare il passo di un rinnovamento complessivo della vita della Chiesa.

L’attuazione delle scelte conciliari infatti, mostrano come la vita liturgica della Chiesa di Pavia abbia segnato profondamente anche le scelte pastorali fatte da vescovi e presbiteri fedeli alla Chiesa, e dediti a una pastorale che aveva come base la formazione sia del clero come anche dei fedeli, attraverso la pastorale liturgica.

Di particolare interesse, nella stesura di questo studio, l’analisi che Padre Lessi ha svolto, con il supporto non solo degli scritti del Cardinale, ma anche attraverso la consultazione sia dell’archivio diocesano di Pavia, come anche di quello del  Centro di Pastorale Liturgica a Roma (CAL) per gli anni in cui dal 1964 al 1969, Mons. Noè svolse l’incarico di Segretario per decisione del Cardinale Giacomo Lercaro, in accordo con il presidente del CAL Mons. C. Rossi e con l’autorizzazione del lungimirante vescovo di Pavia, Mons. C. Allorio.

E’ proprio in questo contesto di ormai piena attività presso il CAL, che Mons. Noè inizia il suo lavoro di attuazione delle disposizioni conciliari per la riforma liturgica in Italia, che lo vedrà partecipe nell’introduzione della lingua vernacolare italiana dal 7 marzo 1965.

Qui dovremmo soffermarci su molti particolari, che hanno fatto storia nella riforma liturgica, ma è chiaro da questo lavoro che questi non furono anni facili, soprattutto per gli evidenti ‘confronti’ con una certa parte di Curia romana che era reticente nell’attuazione della Riforma Liturgica voluta da papa Paolo VI, il quale, con il motu proprio Sacram liturgiam, aveva istituito il “Consilium ad exsequendam Constitutionem de Sacra Liturgia”, incaricandolo di «attuare nel modo migliore le prescrizioni della stessa Costituzione sulla Sacra Liturgia» del Concilio Vaticano II, di cui il Card. Giacomo Lercaro fu nominato primo presidente e in seguito alle sue dimissioni fu chiamato a quell’incarico il cardinale Benno Walter Gut, che fu chiamato con il segretario del Consilum, padre Annibale Bugnini, a mettere in atto le decisioni sulla riforma della liturgia, in particolare quella della revisione del Messale Romano nel 1969.

Tutto questo a preambolo della nomina di cui il 7 marzo 1969 fu investito Virgilio Noè come primo sottosegretario di una nuova Congregazione Vaticana, quella del Culto Divino, in cui come primo Segretario venne nominato Padre Bugnini e Prefetto il Cardinale Gut. Il Consilium, come illustrato da padre Lessi, diventava Congregazione con quasi tutti i suoi collaboratori, ma con l’aggiunta di Mons. Noè, che fino a quel momento non aveva fatto parte in modo diretto di nessuna delle commissioni dell’organismo precedente e la cui nomina, veniva letta, soprattutto dal Segretario Bugnini, come quella di una presenza di un uomo di fiducia del Papa, per vigilare sul lavoro della riforma.

Non è questo il luogo per fare una disamina delle varie ‘prospettive’ con cui poter descrivere il clima all’interno della nuova Congregazione Vaticana, ma certamente per i liturgisti che hanno avuto modo di approfondire questo periodo dai due più importanti lavori di Bugnini, La riforma liturgica (1948-1975) e Liturgiae cultor et amator, servì la Chiesa” – Memorie autobiografiche, messi a confronto con questo contributo di Padre Lessi e dalle dirette testimonianze date dallo stesso Cardinale Noè ad amici e collaboratori, in occasione di confronti sul passato della riforma liturgica, la prospettiva è molto diversa e oggi più chiara.

Da quel lontano 1969, questa pubblicazione descrive in modo molto dettagliato l’impegno del Cardinale Noè, con dovizia di particolari, al servizio della riforma liturgica, che lo ha visto non solo impegnato all’interno della Congregazione del Culto Divino, prima come Sottosegretario, in seguito come Sotto Segretario della nuova Congregazione per i Sacramenti e il Culto Divino nel 1975, come Segretario Aggiunto nella sezione del Culto Divino nell’ottobre del 1977 e Arcivescovo Segretario per la Sezione Culto Divino della medesima Congregazione dal gennaio del 1982 al maggio del 1989; ma anche quando papa S. Giovanni Paolo II, come riconoscimento per il suo profondo equilibrio nell’applicazione delle norme liturgiche e nello stesso tempo della sua propensione pastorale, in tutti i servizi svolti per la Chiesa, lo ha nominato Arcivescovo Coadiutore del Cardinale Arciprete della Patriarcale Basilica Vaticana.

Di fatto da questo momento in poi, il Cardinale Noè, prima come coadiutore dell’Arciprete e poi in seguito come Arciprete e Vicario di Sua Santità per la Città del Vaticano, da riformatore diventerà attuatore nella vita pastorale della Basilica Vaticana, mettendo in atto tutti gli impulsi dati alla riforma liturgica, sia quando era a Pavia, come anche al CAL e in Congregazione al Culto Divino, ma per una vita liturgica attiva, dove la Basilica Vaticana è diventata luogo di testimonianza e modello per tutte le Chiese sparse nel mondo che sostavano alla Tomba dell’Apostolo Pietro.

Nei tredici anni trascorsi nella Patriarcale Basilica Vaticana il Cardinale, non sono ha attuato la riforma liturgica per rendere la lex orandi, vera e propria lex credendi e lex vivendi, proiettata a una testimonianza concreta del Vangelo attraverso la vita liturgica, curando molto la dimensione spirituale della stessa Basilica, ma come Arciprete e quindi Presidente della Fabbrica di S. Pietro, come delineato da Padre Lessi, ha anche attuato un intenso lavoro di restauro della Basilica stessa, con interventi significativi, quali ad esempio il restauro della facciata della Basilica, ultimata pochi mesi prima del Giubileo del 2000, ma anche interventi di ordinaria vita che hanno reso la Basilica Vaticano, un modello nell’ordine e nella pulizia, utili ai pellegrini per poter concludere in un luogo decoroso e familiare il loro percorso di riscoperta dei luoghi della fede, in particolare la Tomba dell’Apostolo Pietro. L’impegno del Cardinale Noè si è attualizzato anche in una riorganizzazione del Vicariato della Città del Vaticano che ha permesso, come desiderava San Giovanni Paolo II, non solo per i cittadini dello Stato, ma anche per tutti coloro che prestavano il loro lavoro, di avere momenti di formazione spirituale e di l’opportunità di fare un cammino di fede.

Questa pubblicazione di Padre Lessi, importante non solo per testimoniare la vita di un uomo fedele alla Chiesa e al Papa, ma anche per aprire nuovi scorci di riflessione e di studio di un periodo molto complesso per la vita della Chiesa, che passa dal Concilio Vaticano II, è una opportunità di riflessione sulla dimensione di pastorale liturgica che ha segnato la vita del Cardinale Noè e ha tracciato un percorso efficace da seguire nel tempo.

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