Periodico di informazione religiosa

Il dono della fraternità

by | 14 Mag 2023 | Recensioni

Il dono della fraternità. Da Francesco d’Assisi alla Fratelli tutti di papa Francesco, Edizioni Nerbini, Firenze 2023, pp. 126. Il vissuto umano e di fede di Francesco d’Assisi esprime chiaramente dimensioni fraterne, dinamiche di riconciliazione universale; la fraternità è stata una vocazione che ha ricevuto dall’Altissimo e un impegno che ha incarnato con perseveranza fino alla fine del suo pellegrinaggio terreno.

L’autore, il Cappuccino fra Piero Sirianni, ha riletto il vissuto sanfrancescano e minoritico a partire dall’enciclica di papa Francesco Fratelli tutti, ponendo attenzione a: la Trinità, fonte e culmine dei legami fraterni (capitolo 1); la fraternità francescana, segno e testimonianza nella Chiesa (capitolo 2); la proposta antropologica di relazioni redente (capitolo 3).

Il lavoro nasce – scrive Sirianni nella sua Introduzione – per un bisogno umano avvertito fortemente nel contesto odierno: quello della ri-costruzione di relazioni nuove e salde; poiché lo scenario che ci circonda, troppo spesso, ci parla di guerra, solitudini, separazioni, autonomie. «Il bisogno di relazioni, comunità, legami, fraternità è di estrema impellenza e attualità» (p. 6). La libertà e la responsabilità personali sono fortemente interpellate nella edificazione della comunione interpersonale.

Francesco d’Assisi rimane per ciascuno un modello: «amava ed era amato per la sua gioia, la sua dedizione generosa, il suo cuore universale. Era un mistico e un pellegrino che viveva con semplicità e in una meravigliosa armonia con Dio, con gli altri, con la natura e con se stesso. In lui si riscontra fino a che punto sono inseparabili la preoccupazione per la natura, la giustizia verso i poveri, l’impegno nella società e la pace interiore» (papa Francesco, Laudato sì’ 10).

Il primo capitolo del testo si sviluppa trinitariamente: ci fa accostare Dio-Padre quale alveo dei legami fraterni; ci immette nel cammino della sequela di Gesù Cristo povero, per giungere a una fraternità universale; rivela come l’abitazione dello Spirito doni alla persona umana quella grazia necessaria per compiere la spogliazione dall’«uomo vecchio» (Ef 4,22) e per divenire dono per tutti.

Ci viene presentato tutto il cammino sanfrancescano di conversione: dall’egocentrismo e dal narcisismo, al dono incondizionato di sé agli altri, alla Chiesa, alla società. La gioia che Francesco sperimenta è sempre legata alla croce, la pace all’umiltà, la concordia all’evangelico rinnegamento di sé. Più l’Assisiate è pieno di Dio, maggiormente egli si spoglia per gli altri, i bisognosi e i poveri. Il capitolo primo è molto denso teologicamente; vi leggiamo: «Nella teologia francescana la visione trinitaria di Dio costituisce l’idea direttiva per la comprensione della creazione e dell’uomo. Dio non è visto soltanto come l’Uno, il primo e supremo Essere, immutabile Causa di tutto ciò che è creato, ma punto centrale della dottrina francescana della creazione è la concezione del Dio trino, Padre, Figlio e Spirito. Dio in se stesso è visto come relazione di amore fra le Persone divine, relazione vivente, che si sviluppa e si approfondisce nell’eternità. La dinamica intratrinitaria dell’amorosa comunicazione e diffusività diventa allo stesso tempo luogo di nascita della creazione e dell’uomo, perché il Dio trino si espande all’esterno in amore e desidererebbe comunicare con ciò che da questa diffusione di amore è creato» (p. 36). L’autore afferma che più si cresce nei legami fraterni, maggiormente si è capaci di incontrare Dio e il suo amore.

Il secondo capitolo sottolinea subito all’inizio che si è fratelli soltanto in Cristo e nella sua Pasqua di morte e risurrezione (cfr. pp. 47-50). La misericordia attraversa queste pagine, da quella evangelica a quella esperita da Francesco (cfr. pp. 50-53).

Si insiste nelle relazioni redente, a partire dalla sequela cristica: «il fulcro centrale dominante rimane, allora, la sequela di Cristo. Solo nell’umanità del Verbo incarnato viene guarita la ferita della relazione col fratello, la quale rappresenta sempre, infatti, una delle più grandi crisi affettive. Il fratello mi rimanda inequivocabilmente al mio limite creaturale» (p. 57). La fraternità è creaturalità e figliolanza comune: «Quando l’uomo non accoglie il suo stato creaturale, dunque proveniente da un’origine e portatore di una comune appartenenza, diventa dio contro il fratello (per dominarlo e vincere su di lui) o sceglie di fare del fratello un dio, diventandone schiavo e rinunciando alla propria dignità, alla propria libertà: il potere sull’altro come delirio di divinità o come sottile manipolazione. Gesù di Nazaret ha rinunciato a queste forme di potere e si è fatto fratello alla ricerca di altri fratelli, collocandosi al di là della paura e dell’orgoglio, al di là del dominio o della subdola sottomissione. Per ricordare all’uomo di tutti i tempi che non esiste potere senza condivisione e senza una radicale parità» (p. 58). La fraternità cristiana è – insieme – dono e responsabilità (cfr. pp. 60-77).

Una forte valenza antropologica caratterizza, invece, l’ultimo capitolo del libro. Le relazioni vengono proposte come una buona notizia; essa ci precede e ci interpella continuamente. Tra l’Io, Dio e l’altro è chiamata a nascere una sponsalità (cfr. pp. 97-101).

Le pagine del presente studio proseguono con l’auspicio di una rinnovata inculturazione del Vangelo; di fronte alla tecnocrazia, all’efficientismo, alle logiche di mercato, all’individualismo postmoderno e globalizzato, al soggettivismo relativista (cfr. p. 101). «È necessario riconoscere che la via prioritaria verso la pienezza dell’umano consiste nell’imparare a incontrarsi con l’altro nell’atteggiamento giusto e, dunque, evangelico: nell’apprezzamento e nell’accoglienza del fratello come proprio compagno di strada. Ancor più, si tratta di imparare a scoprire Gesù Cristo nel volto dell’altro, nella sua voce, nelle sue attese; occorre cercare la gioia del fratello, così come il nostro Padre comune agisce verso tutti» (p. 102).

La generatività – proposta dalla coppia di sociologi Mauro Magatti e Chiara Giaccardi – viene proposta come vocazione antropologica incarnabile nell’oggi della storia (cfr. pp. 104-113).

A conclusione del libro, il Nostro afferma: «La vita fraterna si configura come spazio umano abitato dalla Trinità, che estende così nella storia i doni della comunione propri delle tre Persone divine; e, nello stesso tempo, crea un nuovo tipo di solidarietà, cambiando i rapporti umani. La vita comunionale si fa annuncio della stessa paternità divina e della uguale fratellanza universale, che spingono all’amore oblativo verso tutti, specialmente verso gli ultimi» (p. 116).

Il piccolo e maneggevole testo che abbiamo tra le mani ci offre una profonda lettura – teologica e antropologica – della fraternità, delle relazioni, della comunione interpersonale. Potremmo farne tesoro, per rinsaldare i nostri legami, e per testimoniarne al mondo la bellezza e la loro urgente necessità.

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