María Corina Machado, leader dell’opposizione venezuelana, premiata “per la sua instancabile lotta per i diritti democratici del popolo del Venezuela e per una transizione pacifica dalla dittatura alla democrazia”. Donald Trump resta a mani vuote.
Donald Trump, che da anni ambiva al riconoscimento, anche ironizzando sul fatto che «se fossi stato Barack Obama, mi avrebbero dato il Nobel in dieci secondi», dovrà rassegnarsi: il Premio Nobel per la Pace 2025 non è andato a lui. Del resto la Commissione aveva terminato i lavori prima dell’inizio del suo secondo mandato, quindi sarebbe stato communque impossibile inserirlo nella lista.
Il prestigioso riconoscimento è stato invece assegnato a María Corina Machado, leader dell’opposizione democratica in Venezuela, simbolo di coraggio civile e di resistenza pacifica contro il regime autoritario che domina il suo Paese.
Nata nel 1967 a Caracas, ingegnera e attivista, Machado è stata deputata dell’Assemblea Nazionale e fondatrice di Súmate e Vente Venezuela. Espulsa dal Parlamento nel 2014 dal regime chavista, ha continuato a lottare per una transizione democratica pacifica.
Il suo impegno incarna la convinzione che “le schede valgano più delle armi” – una visione che oggi il mondo intero ha deciso di onorare con il più alto riconoscimento alla pace.
La decisione del Comitato Norvegese per il Nobel, annunciata il 10 ottobre 2025, ha premiato la lunga battaglia di Machado per il ritorno della democrazia in Venezuela, un Paese martoriato da anni di crisi economica, repressione politica e fuga di milioni di cittadini.
Ecco il testo della motivazione ufficiale del Comitato Norvegese per il Nobel
Premio Nobel per la Pace 2025
10 ottobre 2025
Il Premio Nobel per la Pace 2025 va a una campionessa della pace coraggiosa e determinata – a una donna che mantiene viva la fiamma della democrazia in mezzo a un’oscurità crescente.
Il Comitato Norvegese per il Nobel ha deciso di assegnare il Premio Nobel per la Pace 2025 a María Corina Machado.
Riceve il Premio Nobel per la Pace per il suo instancabile lavoro di promozione dei diritti democratici del popolo venezuelano e per la sua lotta nel raggiungere una transizione giusta e pacifica dalla dittatura alla democrazia.
In quanto leader del movimento democratico in Venezuela, María Corina Machado rappresenta uno degli esempi più straordinari di coraggio civile in America Latina negli ultimi tempi.
Machado è stata una figura chiave e unificante in un’opposizione politica un tempo profondamente divisa – un’opposizione che ha trovato un terreno comune nella richiesta di elezioni libere e di un governo rappresentativo. È proprio questo il cuore della democrazia: la volontà condivisa di difendere i principi del potere popolare, anche quando non si è d’accordo. In un’epoca in cui la democrazia è sotto minaccia, è più importante che mai difendere questo terreno comune.
Il Venezuela è passato da un Paese relativamente democratico e prospero a uno Stato brutale e autoritario, oggi colpito da una crisi umanitaria ed economica. La maggior parte dei venezuelani vive in profonda povertà, mentre pochi al vertice si arricchiscono. Il violento apparato statale è diretto contro i suoi stessi cittadini. Quasi 8 milioni di persone hanno lasciato il Paese. L’opposizione è stata sistematicamente repressa attraverso brogli elettorali, persecuzioni legali e incarcerazioni.
Il regime autoritario venezuelano rende l’attività politica estremamente difficile. Come fondatrice di Súmate, un’organizzazione dedicata allo sviluppo democratico, Machado si è battuta per elezioni libere e corrette più di vent’anni fa. Come lei stessa disse: «Fu una scelta di schede contro proiettili».
In cariche politiche e attraverso le organizzazioni in cui ha operato da allora, Machado ha difeso l’indipendenza della magistratura, i diritti umani e la rappresentanza popolare. Ha trascorso anni lavorando per la libertà del popolo venezuelano.
Alla vigilia delle elezioni del 2024, Machado era la candidata presidenziale dell’opposizione, ma il regime ha bloccato la sua candidatura. Ha quindi sostenuto il rappresentante di un altro partito, Edmundo González Urrutia, nella competizione elettorale. Centinaia di migliaia di volontari si sono mobilitati al di là delle divisioni politiche, addestrati come osservatori elettorali per garantire un voto trasparente e corretto. Nonostante i rischi di molestie, arresti e torture, cittadini di tutto il Paese hanno presidiato i seggi, documentando i risultati prima che il regime potesse distruggere le schede o falsificare i dati.
Gli sforzi dell’opposizione collettiva, prima e durante le elezioni, sono stati innovativi e coraggiosi, pacifici e democratici. L’opposizione ha ricevuto sostegno internazionale quando i suoi leader hanno diffuso i conteggi dei voti raccolti nei distretti elettorali del Paese, dimostrando che aveva vinto con un ampio margine. Ma il regime ha rifiutato di accettare il risultato e ha mantenuto il potere.
La democrazia è una condizione preliminare per una pace duratura. Tuttavia, viviamo in un mondo in cui la democrazia è in ritirata, in cui sempre più regimi autoritari sfidano le norme e ricorrono alla violenza. La rigida presa del potere e la repressione della popolazione da parte del regime venezuelano non sono un caso isolato. Vediamo le stesse tendenze a livello globale: lo stato di diritto abusato da chi è al comando, i media liberi messi a tacere, i critici imprigionati e le società spinte verso l’autoritarismo e la militarizzazione. Nel 2024 si sono tenute più elezioni che mai, ma sempre meno sono state libere e corrette.
Nella sua lunga storia, il Comitato Norvegese per il Nobel ha onorato uomini e donne coraggiosi che hanno resistito alla repressione, che hanno portato la speranza di libertà nelle celle, nelle strade e nelle piazze, e che hanno dimostrato con le loro azioni che la resistenza pacifica può cambiare il mondo.
Nell’ultimo anno, Machado è stata costretta a vivere in clandestinità. Nonostante le gravi minacce alla sua vita, è rimasta nel Paese, una scelta che ha ispirato milioni di persone.
Quando gli autoritari prendono il potere, è fondamentale riconoscere i difensori coraggiosi della libertà che si alzano e resistono. La democrazia dipende da coloro che si rifiutano di restare in silenzio, che osano farsi avanti nonostante il grave rischio, e che ci ricordano che la libertà non deve mai essere data per scontata, ma sempre difesa – con le parole, con il coraggio e con la determinazione.
María Corina Machado soddisfa tutti e tre i criteri stabiliti nel testamento di Alfred Nobel per la selezione dei laureati al Premio per la Pace. Ha unito l’opposizione del suo Paese, non ha mai vacillato nella resistenza alla militarizzazione della società venezuelana ed è rimasta ferma nel suo sostegno a una transizione pacifica verso la democrazia.
María Corina Machado ha dimostrato che gli strumenti della democrazia sono anche gli strumenti della pace. Incarna la speranza di un futuro diverso, in cui i diritti fondamentali dei cittadini siano protetti e le loro voci ascoltate. In questo futuro, le persone potranno finalmente vivere in pace.




