Periodico di informazione religiosa

La dimensione umana dell’essere giornalista

da | 31 Gen 2025 | Cultura

«La dimensione umana dell’essere giornalista» rimane l’aspetto centrale della professione giornalistica: si tratta di un valore e di una vocazione da accogliere e custodire. È stata questa la realtà messa in evidenza dagli interventi del Presidente dell’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo e dell’Arcivescovo di L’Aquila, coordinati da don Claudio Tracanna, in occasione dell’annuale giornata formativa per i giornalisti, dopo la celebrazione del giorno della memoria di san Francesco di Sales, Patrono dei giornalisti.

Nella mattinata di venerdì 31 gennaio, presso l’auditorium “Benedetto XVI” dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Fides et Ratio” della nostra Città, i giornalisti si sono ritrovati per vivere un momento formativo, incentrato sulla figura del giornalista e l’attuale tempo del Giubileo.

Il dottore Stefano Pallotta – a partire dall’ultimo Messaggio che papa Francesco ha indirizzato a tutti i giornalisti del mondo – ha sottolineato, di fronte alle sempre più diffuse ingerenze della Intelligenza Artificiale nei nostri contesti umani e lavorativi, «l’etica del giornalismo», la quale dovrebbe spingerci verso una «riconquista dell’autonomia e della indipendenza di giudizio». Tuttavia – ha proseguito il Presidente – per giungere a questo traguardo, occorre una giusta competenza; nello svolgimento della professione giornalistica.

Monsignor Antonio D’Angelo ha presentato il giornalismo in termini di «missione»; la quale ci consegna l’impegno a «essere persone vere». E lo ha fatto nella cornice dell’attuale Giubileo dedicato alla speranza cristiana. Quest’ultimo dovrebbe venire accolto e interpretato come «una dimensione fondamentale della persona, che aiuta a dare maggiore tempo a se stessi, al fine di pensare e rifocillarsi». Il giornalismo – nel pensiero del nostro Arcivescovo – riveste «una valenza profetica, nella misura in cui aiuta a offrire speranza. Quando la persona cresce – ha proseguito D’Angelo – cresce l’intera società». Il metodo che l’Arcivescovo suggerisce ai giornalisti giunge dal Magistero di papa Francesco: è quello della mitezza, della pacatezza; al fine di «dare spiragli di luce, e farsi compagni di viaggio degli altri». Le parole di D’Angelo chiamano all’equilibrio esistenziale; affinché crescano, sempre più, «il dialogo, l’amicizia e la fraternità».

I giornalisti presenti sono stati invitati, dall’Arcivescovo, a coinvolgersi in «una umanità nuova»; e questo può venire generata quando il giornalista è in grado di «leggere gli avvenimenti in prospettiva positiva, di luce. Leggere, elaborare, raccontare: per questo è necessaria una grande lucidità mentale»; per cui, con la professione giornalistica, l’intera vita del giornalista dovrebbe tendere – costantemente – alla verità e al bene, per promuoverli.

La strada indicata da D’Angelo è quella di «vedere la luce della speranza».

In occasione della giornata, l’Arcidiocesi ha fatto dono ai presenti della ultima “Autobiografia” di papa Francesco, per i tipi di Mondadori.

 

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