«Una dignità infinita, inalienabilmente fondata nel suo stesso essere, spetta a ciascuna persona umana, al di là di ogni circostanza e in qualunque stato o situazione si trovi. Questo principio, che è pienamente riconoscibile anche dalla sola ragione, si pone a fondamento del primato della persona umana e della tutela dei suoi diritti. La Chiesa, alla luce della Rivelazione, ribadisce e conferma in modo assoluto questa dignità ontologica della persona umana, creata ad immagine e somiglianza di Dio e redenta in Cristo Gesù. Da questa verità trae le ragioni del suo impegno a favore di coloro che sono più deboli e meno dotati di potere».
Nel 75° anniversario della firma della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (10 dicembre 1948), il Magistero della Chiesa pubblica il presente Documento, al fine di «proclamare nuovamente la propria convinzione che, creato da Dio e redento da Cristo, ogni essere umano deve essere riconosciuto e trattato con rispetto e con amore, proprio in ragione della sua inalienabile dignità» (2).
Accogliamo le presenti riflessioni che desiderano rispondere alle importanti sfide che la attuale modernità pone alla dignità della persona umana: la violenza, la povertà, lo sviluppo tecnologico, la guerra, l’aborto e l’eutanasia, il gender, l’intelligenza artificiale. Infatti, «l’elaborazione del testo, protrattasi per cinque anni, permette di capire che ci si trova di fronte ad un documento che, per la serietà e la centralità della questione della dignità nel pensiero cristiano, ha avuto bisogno di un notevole processo di maturazione per arrivare alla stesura definitiva che oggi pubblichiamo».
L’indiscusso punto di partenza di queste pagine rimane il primato della persona umana; al di sopra di ogni riduzionismo: «La Chiesa nutre la profonda convinzione che non si può separare la fede dalla difesa della dignità umana, l’evangelizzazione dalla promozione di una vita dignitosa, e la spiritualità dall’impegno per la dignità di tutti gli esseri umani». Il Magistero è – altresì – consapevole del «complesso momento storico in cui viviamo», e spera che «in mezzo a tante preoccupazioni e ansie non perdiamo la strada e non ci esponiamo a più laceranti e profonde sofferenze».
L’analisi offertaci si sviluppa su questi quattro pilastri esistenti: «dignità ontologica, dignità morale, dignità sociale ed infine dignità esistenziale»; per orientare tutti i credenti verso « il rispetto della dignità di ogni persona umana, al di là di ogni circostanza». Lo sguardo viene gettato ai fondamenti biblici e agli sviluppi del pensiero cristiano in merito a questa realtà; viene sottolineato con forza come «la Chiesa annuncia, promuove e si fa garante della dignità umana»: custodendo la sua «indelebile immagine di Dio», e ricordando che Cristo eleva la dignità di ogni creatura figlia e figlio di Dio. La vocazione di ogni persona umana è alla pienezza: «La Chiesa crede e afferma che tutti gli esseri umani, creati ad immagine e somiglianza di Dio e ricreati nel Figlio fatto uomo, crocifisso e risorto, sono chiamati a crescere sotto l’azione dello Spirito Santo per riflettere la gloria del Padre, in quella medesima immagine, partecipando alla vita eterna»; tuttavia, occorre sempre ribadire che il divino disegno di bellezza universale si incarna nella misura in cui la libertà umana si responsabilizza, nel segno del bene.
La dignità – viene ribadito con forza – rimane il fondamento dei diritti e dei doveri di ogni persona umana; ne viene richiesto l’assoluto rispetto; è sottolineata l’indiscussa centralità della vita relazionale; si denuncia qualsiasi tipo di condizionamento morale o sociale.
Alcuni gravi impedimenti al pieno sviluppo della dignità umana sono messi in evidenza: la povertà, la guerra, le migrazioni forzate e la tratta degli esseri umani, la violenza contro le donne e gli abusi sessuali, l’aborto, la maternità surrogata, l’eutanasia e il suicidio assistito, lo scarto dei diversamente abili, la teoria del gender, il cambio di sesso, la violenza digitale.
Dopo una attenta e sintetica analisi del variegato scenario attuale, il Documento magisteriale incoraggia tutte le persone di buona volontà, affermando: «La Chiesa ardentemente esorta a porre il rispetto della dignità della persona umana al di là di ogni circostanza al centro dell’impegno per il bene comune e di ogni ordinamento giuridico. Il rispetto della dignità di ciascuno e di tutti è, infatti, la base imprescindibile per l’esistenza stessa di ogni società che si pretende fondata sul giusto diritto e non sulla forza del potere. Sulla base del riconoscimento della dignità umana si sostengono i diritti umani fondamentali, che precedono e fondano ogni civile convivenza» (64).
Nelle sue battute finali, la presente Dichiarazione afferma: «Anche oggi, davanti a tante violazioni della dignità umana che minacciano seriamente il futuro dell’umanità, la Chiesa incoraggia la promozione della dignità di ogni persona umana quali che siano le sue qualità fisiche, psichiche, culturali, sociali e religiose. Lo fa con speranza, certa della forza che scaturisce dal Cristo risorto, il quale ha rivelato in pienezza la dignità integrale di ogni uomo e di ogni donna» (66).