Periodico di informazione religiosa

Lunedì della quinta settimana di Quaresima. La Quaresima con Gregorio Magno

by | 18 Mar 2024 | Monasteria

Lunedì della quinta settimana di Quaresima

La lapidazione è un tipo di condanna a morte che parte dal principio che un uomo, da solo, non può condannare a morte un altro uomo; questa è una responsabilità che può prendersi soltanto tutto il popolo. Perciò ognuno getta la sua pietra e con questo gesto è come se ciascuno intendesse prendere le distanze dall’azione compiuta contro Dio e contro il popolo. Il giudizio di Gesù si fonda su questo principio: la donna ha peccato e ciascuno dei presenti ha diritto di prendere la distanza da lei e della sua azione. Gesù pone però una condizione: se anche voi, nel vostro cuore, avete davvero preso distanza dal peccato. In quel momento nessuno ebbe il coraggio di dichiararsi pubblicamente senza peccato e la donna fu salva. E siamo salvi anche noi, ai quali Cristo ha mostrato l’atteggiamento cristiano nel giudicare i peccati degli altri. È Gesù, luce del mondo, luce che brilla nelle tenebre della notte, luce di ogni nuova giornata, luce delle speranze, luce che vuole penetrare attraverso l’ignoranza e le debolezze umane, luce che con la sua luminosità accecante appare filtrata attraverso le sue creature. Il mondo non può salvarsi senza il perdono. Dio ci ha concesso una grazia speciale: possiamo perdonarci reciprocamente davanti agli uomini e davanti a lui.

Gregorio Magno, Commento morale a Giobbe 33, 23

Nessuno dica: “Siccome Dio è buono, io pecco venialmente”. E nessuno dopo aver peccato dica: “Siccome Dio è giusto, non spero nel perdono del mio peccato”. Dio infatti rimette la colpa di cui ci pentiamo, ma ognuno deve temere di commettere un peccato che poi non sa se potrà adeguatamente piangere. Perciò prima di peccare tema la giustizia, ma dopo aver peccato faccia assegnamento sulla misericordia; non tema la giustizia tanto da perdere ogni conforto di speranza, né confidi talmente nella misericordia da trascurare per le sue ferite la medicina di una adeguata penitenza, ma mentre ritiene che Dio, nella sua bontà, perdona, non dimentichi che egli giudica con giustizia. La speranza del peccatore goda per la bontà di lui, ma il colpevole faccia penitenza tremando per la sua severità. Non manchi quindi il morso del timore alla speranza che confida, affinché la giustizia di Dio che giudica induca a correggere i peccati di colui, che la grazia misericordiosa di Dio invita a confidare nel perdono.

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