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Perché la vita non smetta di ardere

da | 28 Set 2023 | Recensioni

Esiste nella vita un cristianesimo senza Vangelo. Ne parlava il filosofo danese Soren Kierkegaard e la sua tesi è stata ripresa di recente dal teologo domenicano Dominique Collin: c’è un cristianesimo che è soltanto un simulacro esteriore inventato dai cristiani, per non conformarsi davvero al Vangelo di Gesù. Un’illusione, un confort spirituale, il quieto vivere borghese di una religione che acquieta la coscienza invece che infuocare il mondo. O, se vogliamo dirlo con le parole di Bernanos, “il miele del mondo” invece che “il sale della terra, nelle cui ferite brucia”.

L’intento principale di Gesù fu questo: portare il fuoco sulla terra, accendere qualcosa di inaudito e di sorprendente nel cuore dell’uomo, qualcosa che potesse fare ardere la vita. A ricordarci questa verità fondamentale e bruciante, sullo sfondo del romanzo “La strada” di Cormac McCarty, è l’ultimo libro di Luigi Maria Epicoco Per custodire il fuoco. Vademecum dopo l’apocalisse, edito da Einaudi. L’autore, teologo e filosofo, non ha certo bisogno di presentazioni, rappresentando una delle voci della spiritualità cristiana più apprezzate e seguite. Pur avendo all’attivo numerose pubblicazioni, stavolta egli si cimenta in una scrittura nuova, che legge la realtà contemporanea quasi costruendo un ponte tra le perle di McCarty e quel nucleo incandescente del cristianesimo che fa incursione nella storia umana anzitutto per ricordarci che «La vita umana, quando perde il suo fuoco, è destinata a diventare fredda come la morte» (p. VII). E fredda – afferma l’autore non col piglio del giudizio ma con il desiderio di parlare a chi si è smarrito, è diventata la nostra epoca: mentre con molte cose siamo diventati esperti, di freddo, di solitudine e di individualismo rischia di morire l’uomo del nostro tempo. Da due secoli a questa parte abbiamo svuotato il cielo e – come già gridava l’uomo folle di Nietzsche – abbiamo in tal modo cancellato tutti gli orizzonti e il tepore del sole: siamo così rimasti al freddo, senza fuoco, «in balia di un nichilismo devastante» (7). E quelle che seguono alla breve analisi sono pagine che non fanno sconti, che elogiano l’importanza della crisi e del dubbio, che guardano la vita dalla prospettiva del deserto con le sue tentazioni, che incoraggiano la caduta di tutti gli idoli e di Dio stesso qualora anch’Egli fosse diventato un idolo rassicurante, per aiutarci a scoprire che «forse la caratteristica di questo Dio vero è proprio nel contrario della rassicurazione. Egli inquieta, mette in discussione, mescola le nostre certezze, distrugge i nostri castelli di carte» (p. 14).

Con la sue penna appassionata ed elegante, l’autore ci prende per mano per indicarci la strada: quando restiamo da soli, col freddo e col deserto nel cuore, è quello il momento decisivo della vita, perché il momento della desolazione è anche la vertigine più alta della nostra libertà (cfr. p. 20). Vera religione è quella che ci libera dall’illusione e dal pericolo di addomesticare le nostre disperazioni e le nostre crisi, facendoci approdare – senza illusioni e senza fughe – all’immenso dono del fuoco che Dio ha acceso mandando Suo Figlio in mezzo a noi. È Lui che, non dopo questa vita ma al cuore e al centro del suo dramma, fa trionfare la vita sulla morte (cfr. 39).

Attraverso queste pagine accattivanti e affascinanti, don Epicoco ci consegna una verità fondamentale: «Finché c’è il fuoco, la vita è al sicuro […]» (p. 60) e il Vangelo serve proprio a questo: non è «la rassicurante storia di chi passa il tempo a gettare acqua sul fuoco dispensando frasi mielose, utili solo a peggiorare il diabete della gente» (p. 60), ma è ciò che accende la vita, perché finalmente possiamo viverla da vivi. Il compito di ciascuno, in questo tempo apocalittico, segnato da calamità e da guerre, da cambiamenti climatici e rivoluzioni, da sofferenze e freddi inverni del cuore, è proprio questo: «capire se abbiamo incontrato il fuoco» (p. 63), «rintracciare i segni del fuoco» (p. 64) dentro e attorno a noi. E, soprattutto, custodirlo.

Suggestive assonanze e segrete armonie – ha scritto pochi giorni Enzo Bianchi – si trovano in questo libro di Epicoco che è “una perla di senso”. A noi, cercatori di fuoco mai stanchi e intrepidi amanti della vita, non ci resta che leggerlo. 

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