L’Aquila. Il 29 agosto 2022, nella città di L’Aquila, è iniziato un anno della Misericordia, che prolunga la Perdonanza Celestiniana un giubileo annuale della durata di ventiquattro ore, donato da Papa Celestino V un mese dopo la sua incoronazione davanti alla Basilica di Collemaggio, il 29 giugno del 1294, che da più di settecento anni viene celebrato in modo ininterrotto.
La Perdonanza 728a, che ha visto il 28 agosto 2022, la presenza di papa Francesco, primo papa nella storia a presiedere la liturgia di Apertura della Perdonanza celestiniana e della Porta Santa di Collemaggio, è stata foriera di due novità.
L’indulgenza, infatti, che è tradizionalmente lucrata dalla sera del 28 agosto fino alla sera del 29 agosto di ogni anno, quest’anno è ‘iniziata’ dal momento del rito di Apertura della Porta Santa, presieduto da Papa Francesco, anticipato alla mattinata, per la quale, è stata fatta una proroga da parte della Santa Sede che ha anticipato l’indulgenza plenaria di Celestino V.
La seconda novità, molto più importante e significativa della prima, è stata quella di un dono da parte del Santo Padre: l’indulgenza annuale celestiniana non è terminata la sera del 29 agosto 2022, al termine della celebrazione eucaristica vespertina nella solennità della Decollazione di S. Giovanni battista, come previsto dalla Bolla “Inter sanctorum solemnia” di Papa Celestino V, ma si potrà lucrare fino alla Perdonanza del 2023 per speciale concessione della Penitenzieria Apostolica.
Fino al 28 agosto 2023 i fedeli e i pellegrini che si recheranno all’Aquila, definita da papa Francesco ‘Città della misericordia’, potranno lucrare ogni giorno l’indulgenza plenaria partecipando ai riti in onore di San Celestino V, oppure raccogliendosi in preghiera “al cospetto delle spoglie del Santo per un congruo spazio di tempo”.
Per lucrare l’indulgenza, inoltre, occorre recitare il Credo, il Padre nostro e una preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice. Infine ci si dovrà accostare alla Confessione Sacramentale ed alla Comunione Eucaristica entro gli 8 giorni precedenti o seguenti la partecipazione ad un rito in onore di Celestino V oppure dopo aver sostato in preghiera davanti le spoglie del Santo Pontefice.
Gli anziani, gli ammalati e tutti coloro che per gravi motivi non possono uscire di casa, ugualmente potranno conseguire l’indulgenza plenaria se, maturato il pentimento di ciascun peccato e con l’intenzione di adempiere, non appena lo potranno, alle tre consuete condizioni, davanti ad una piccola immagine di San Pietro Celestino partecipino spiritualmente alle celebrazioni, dopo avere offerto le proprie preghiere e i propri dolori, oppure le sofferenze della propria vita, a Dio misericordioso. L’indulgenza potrà essere applicata anche per i defunti.
A partire da domenica 13 novembre 2022, le zone pastorali dell’Arcidiocesi aquilana hanno iniziato a recarsi in pellegrinaggio alla Basilica di Santa Maria di Collemaggio per ottenere l’indulgenza concessa da Papa Francesco, prolungata per un anno intero, l’Anno della Misericordia appunto, fino al 28 agosto 2023, quando durante la 729aPerdonanza di San Celestino V, sarà il Cardinale Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero vaticano per le Cause dei Santi, invitato per l’occasione dal Cardinale Arcivescovo di L’Aquila, Giuseppe Petrocchi, a presiedere il Rito di Apertura della Porta Santa di Collemaggio, chiudendo così l’Anno della Misericordia aquilano, ma aprendo per altre ventiquattro ore il Perdono celestiniano.
Per permettere la partecipazione dei pellegrini provenienti non solo dall’Arcidiocesi di L’Aquila e dalla Conferenza Episcopale abruzzese e molisana, ma anche di quelli provenienti dall’Italia e dal mondo, è stato pubblicato dall’Arcidiocesi aquilana un sito web dedicato all’indulgenza, visitabile all’indirizzo www.annodellamisericordia.it, dove è possibile prenotare digitalmente per gruppi di fedeli che intendono visitare oppure celebrare la S. Messa presso la Basilica di Santa Maria di Collemaggio nei giorni e nelle fasce orarie indicate. L’Anno della Misericordia può essere seguito anche attraverso i canali social su Facebook e Instagram (@annodellamisericordia).
Di fatto, la visita di Papa Francesco a L’Aquila per aprire la Porta Santa di Collemaggio, ha segnato anche l’inizio del percorso triennale di preparazione al Giubileo romano del 2025, come avvenuto nella storia, con il Giubileo di Celestino che ha anticipato quello di Bonifacio VIII.
Come per il Giubileo della Misericordia celebrato dalla Chiesa universale nel 2016, con il quale papa Francesco aprì, prima tra tutte, non la Porta Santa di S. Pietro, ma quella di Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana – dilaniata dalla guerra, carestia e povertà, ma anch’essa ‘città celestiniana’, per la presenza delle monache celestine di S. Basilio, eredi spirituali di papa Celestino V, con un orfanotrofio e piccolo ospedale pediatrico – nel tempo di grazia con il quale la Chiesa universale sta vivendo il Sinodo universale di tutte le Chiese, il gesto di Collemaggio, in un’altra periferia esistenziale del ministero apostolico del Papa, cioè quella dei terremotati, è stato un nuovo ‘segno forte’, di un pontificato che ha scelto di rivolgere la sua attenzione agli ultimi e ai sofferenti, per donare loro il volto di Cristo, misericordioso e amorevole.
Inoltre, la presenza epocale di Papa Francesco a L’Aquila per la Perdonanza celestiniana, è stato e un momento di crescita spirituale in cui è stato universalizzato il messaggio del perdono, dall’immensa portata spirituale, culturale e sociale, di Papa Celestino V, che oggi più che mai diviene la chiave necessaria per aprire la ‘porta’ della pacificazione ai conflitti in atto, in un tempo di forti tensioni internazionali che il mondo sta vivendo a causa non solo della guerra in Ucraina, di cui da pochi giorni abbiamo tristemente celebrato il primo anniversario dell’invasione da parte della Russia, ma anche per un impegno sociale e solidale per la regione a cavallo tra Turchia e Siria, colpita da un sisma distruttivo il 6 febbraio 2023, in cui il bilancio delle vittime ha superato i 50mila morti, e che accomuna nella sofferenza, il popolo siriano e turco, con quello aquilano, colpito dalla tragedia che il 6 aprile 2009 ha colpito la Città di L’Aquila.