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2 Giugno, Mattarella: “La pace non è un ideale per anime ingenue”

da | 2 Giu 2025 | Cronaca

2 Giugno, Festa della Repubblica. Mattarella: “L’Italia schierata contro ogni aggressione e prevaricazione”. Un appello di pace che arriva fino a Gaza

Con il referendum del 2 giugno 1946, gli italiani scelsero valori di libertà, democrazia e pace”. Le parole pronunciate dal Presidente Sergio Mattarella all’Altare della Patria, nella giornata simbolo della Repubblica, non risuonano come formule di rito, ma come un messaggio etico e politico di assoluta urgenza. “L’Italia è schierata contro ogni aggressione e prevaricazione”, ha scandito il Capo dello Stato, e il significato di queste parole si riverbera ben oltre i confini nazionali, puntando dritto al cuore dei drammi internazionali più laceranti, come quello che continua a consumarsi nella Striscia di Gaza.

Nel suo discorso pronunciato al Quirinale la sera prima, davanti al Corpo Diplomatico e alle massime cariche dello Stato, Mattarella ha parlato con tono fermo e cristallino: “È inaccettabile il rifiuto di applicare le norme del diritto umanitario nei confronti dei cittadini di Gaza. Si impone, subito, il cessate il fuoco”. Nessun equilibrio sterile, nessuna reticenza diplomatica: solo il dovere della verità. Davanti agli occhi del mondo, l’Italia repubblicana, nata dal rifiuto della guerra, chiede umanità e giustizia.

Mentre le note dell’orchestra del San Carlo di Napoli si preparavano a rendere omaggio all’Italia della cultura e della bellezza, il Presidente ha posto al centro il tema più spinoso e tragico del nostro tempo: la pace negata. Lo ha fatto senza riserve, con parole che chiamano per nome responsabilità e violazioni. Ha condannato l’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre, ma ha anche denunciato la reazione israeliana come sproporzionata, feroce, disumana: “Che venga ridotta alla fame un’intera popolazione, dai bambini agli anziani, è disumano”.

Il volto della Repubblica, in questa seconda festa del suo secondo mandato, è quello della fermezza morale. È la Repubblica che rifiuta la categoria del nemico, che crede nel dialogo, che promuove la cooperazione internazionale. Mattarella ha ricordato il dovere di garantire l’accesso umanitario a Gaza, l’obbligo di riconoscere al popolo palestinese “il diritto al proprio focolare entro confini certi”, e la necessità, vitale per tutti, che la sicurezza di Israele e la dignità della Palestina non siano alternative ma pilastri congiunti di un ordine giusto.

Nel giorno in cui si celebra la Costituzione figlia della Resistenza e della rinascita democratica, il Capo dello Stato ha rilanciato con forza la visione dell’Italia come Paese che ripudia la guerra non solo a parole, ma nei fatti. Un Paese che sa distinguere tra difesa e vendetta, tra sicurezza e punizione collettiva, tra giustizia e dominio.

L’occupazione illegale di territori di un altro Paese non può essere presentata come misura di sicurezza”, ha proseguito, riferendosi a ciò che sta avvenendo sia in Ucraina sia in Palestina. “Si rischia di inoltrarsi sul terreno della volontà di dominio, della barbarie nella vita internazionale.” È un monito che attraversa le tensioni globali, dal Mar Nero al Mediterraneo orientale, e richiama i governi a un’assunzione di responsabilità storica.

La pace, ha concluso Mattarella, “non è un ideale per anime ingenue”. È un compito arduo, concreto, che richiede coraggio, lungimiranza, memoria e volontà politica. Il suo è stato un appello chiaro a Stati e leader: non basta evocare la pace nei comunicati ufficiali, occorre costruirla, difenderla, garantirla a ogni popolo, anche e soprattutto a chi oggi ne è privo.

Nel silenzio che seguirà la parata ai Fori Imperiali, resta impressa la voce del Presidente che, senza retorica, ha parlato ai vivi e ai morti, agli affamati e ai dimenticati, agli ambasciatori e ai cittadini. Resta la voce di un’Italia che non accetta di essere spettatrice della sofferenza. Resta, in questo 2 giugno, la promessa della Repubblica di non voltarsi dall’altra parte.

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