Periodico di informazione religiosa

Applausi e commozione al Gemelli per Papa Francesco

da | 23 Mar 2025 | Cronaca

Oggi, 23 marzo 2025, alle ore 12:00, Papa Francesco si è affacciato da una finestra del Policlinico Agostino Gemelli di Roma, regalando un momento di profonda emozione ai fedeli presenti. Questo gesto segna la sua prima apparizione pubblica dopo 38 giorni di ricovero a causa di una polmonite bilaterale che aveva destato preoccupazione in tutto il mondo. La folla radunata sotto l’ospedale ha accolto il Pontefice con applausi calorosi e cori affettuosi, esprimendo gioia e sollievo per la sua ripresa. 

Meno di un minuto, un saluto e pochissime parole: “Grazie, e vedo questa signora con i fiori gialli. Brava!”; poi un gesto di incoraggiamento, il segno della benedizione sulla folla e il Papa, commosso ma in visibile affanno, viene subito riportato dentro.

Questo evento non solo rappresenta un segnale positivo riguardo alle sue condizioni di salute, ma anche un messaggio di speranza e resilienza per tutti coloro che affrontano situazioni difficili. Dopo questo significativo saluto, Papa Francesco farà ritorno in Vaticano, dove continuerà il periodo di recupero. I medici hanno raccomandato un periodo di riposo e cautela, ma la determinazione del Pontefice lascia presagire un graduale ritorno alle sue attività quotidiane.

La comunità internazionale continua a pregare per la sua completa guarigione, riconoscendo in lui una guida spirituale il cui esempio di umiltà e forza interiore ispira milioni di persone in tutto il mondo. Intanto è stato diffuso il testo dell’Angelus.

Il Vaticano è pronto ad accoglierlo, ma il Pontefice sorprende ancora: anziché rientrare subito a Casa Santa Marta, decide di fare una deviazione inattesa verso la Basilica di Santa Maria Maggiore.

Lungo il tragitto, la città eterna si ferma: scorte, polizia e giornalisti inseguono il percorso del Papa, che sembra quasi guidato da un’ispirazione improvvisa. Il suo viaggio benedice la città di Roma, di cui è vescovo. Giunto alla Basilica, scende dall’auto e affida un mazzo di fiori gialli al cardinale Makrickas, un omaggio speciale alla Vergine Salus Populi Romani, alla quale è profondamente devoto. Un gesto semplice, ma carico di significato: Francesco, che ha sfiorato la morte per ben due volte, affida la sua rinascita alla Madonna, come ha sempre fatto prima e dopo ogni viaggio.

Dopo la breve sosta in preghiera, il Papa torna in Vaticano, visibilmente affaticato ma sereno. La sua convalescenza a Casa Santa Marta durerà almeno due mesi, durante i quali dovrà limitare gli incontri pubblici. Il Papa è apparso dimagrito e nel tragitto in auto ha dovuto far ricorso ai naselli per l’ossigeno.Tuttavia, lo spirito del Pontefice resta intatto: tra prove e fragilità, Francesco continua a sorprendere, guidato dalla fede e da un’energia che non smette mai di stupire.

” Cari fratelli e sorelle, buona domenica!

La parabola che troviamo nel Vangelo di oggi ci parla della pazienza di Dio, che ci sprona a fare della nostra vita un tempo di conversione. Gesù usa l’immagine di un fico sterile, che non ha portato i frutti sperati e che, tuttavia, il contadino non vuole tagliare: vuole concimarlo ancora per vedere «se porterà frutti per l’avvenire» (Lc 13,9). Questo contadino paziente è il Signore, che lavora con premura il terreno della nostra vita e attende fiducioso il nostro ritorno a Lui.

In questo lungo tempo di ricovero, ho avuto modo di sperimentare la pazienza del Signore, che vedo anche riflessa nella premura instancabile dei medici e degli operatori sanitari, così come nelle attenzioni e nelle speranze dei familiari degli ammalati. Questa pazienza fiduciosa, ancorata all’amore di Dio che non viene meno, è davvero necessaria alla nostra vita, soprattutto per affrontare le situazioni più difficili e dolorose.

Mi ha addolorato la ripresa di pesanti bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza, con tanti morti e feriti. Chiedo che tacciano subito le armi; e si abbia il coraggio di riprendere il dialogo, perché siano liberati tutti gli ostaggi e si arrivi a un cessate il fuoco definitivo. Nella Striscia la situazione umanitaria è di nuovo gravissima ed esige l’impegno urgente delle parti belligeranti e della comunità internazionale.

Sono lieto invece che l’Armenia e l’Azerbaigian abbiano concordato il testo definitivo dell’Accordo di pace. Auspico che esso sia firmato quanto prima e possa così contribuire a stabilire una pace duratura nel Caucaso meridionale.

Con tanta pazienza e perseveranza state continuando a pregare per me: vi ringrazio tanto! Anch’io prego per voi. E insieme imploriamo che si ponga fine alle guerre e si faccia pace, specialmente nella martoriata Ucraina, in Palestina, Israele, Libano, Myanmar, Sudan, Repubblica Democratica del Congo.

La Vergine Maria ci custodisca e continui ad accompagnarci nel cammino verso la Pasqua”.

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