Periodico di informazione religiosa

Cammino, esperienza, fraternità: ascoltando Davide

da | 18 Apr 2025 | Cronaca

Siamo in compagnia di Domenico Davide Meringolo, dottore in Ingegneria dell’Ambiente e del Territorio, ricercatore nelle Università di Reggio Calabria e Cosenza, sportivo per passione. Davide, da sempre amante delle avventure e degli sport estremi, ha recentemente preso parte alla Marathon des Sables, dal 6 al 12 aprile, nel deserto del Marocco.

Al suo rientro in Italia, gli chiediamo di raccontarci della impresa appena vissuta.

Davide, quali esperienze – di crescita umana – porti con te dalla maratona, accompagnate dal faticoso cammino?

La Marathon des Sables coinvolge intensamente chi vi partecipa sotto diversi punti di vista, che vanno dalla difficoltà della prova fisica, perché si corre per 250 km nel caldo Sahariano, alla capacità di autogestione delle proprie risorse in quanto durante il percorso si è in quasi totale autosufficienza; bisogna, quindi, portare in uno zaino sulle proprie spalle tutto l’occorrente per vivere 8 giorni nel deserto, incluse le scorte di cibo. L’organizzazione fornisce solo l’acqua e le tende berbere in cui riposare la notte. Aspetto essenziale è quindi l’attraversamento del deserto, con i suoi silenzi ma anche frastuoni che avvengono quando si sollevano tempeste di sabbia, i suoi panorami incredibili e i suoi colori, le sue notti con un cielo pienissimo di stelle, i tramonti e le albe.

Al termine di questi giorni, puoi testimoniare che una certa e importante sobrietà alimenta lo spirito della fraternità, come è avvenuto 800 anni fa con san Francesco d’Assisi?

Certamente! Altro aspetto fondamentale di questa prova che permea gli aspetti precedenti e che da a questa esperienza la sua impronta unica e completamente coinvolgente è l’aspetto umano. Durante la prova si vive in una tenda costituita da otto persone, nel mio caso eravamo tutti italiani che non conoscevo prima di arrivare nel deserto. L’esperienza di condivisione, quindi, di uno spazio comune molto ristretto, senza nessuna comodità, di condivisione di quel poco che si possedeva e di aiuto e supporto reciproco, ha fatto sì che si creassero dei bei legami. Specialmente nei momenti di difficoltà, che più o meno tutti abbiamo attraversato durante l’avventura, e che hanno consentito di farci conoscere senza maschere.

Consiglieresti ai giovani di vivere esperienze come questa?

Consiglio a tutti di dedicare dei periodi di riconnessione con se stessi, con la natura e con gli altri per ritrovare l’importanza di questi valori essenziali, di cui purtroppo a volte nel nostro mondo veloce ci dimentichiamo. Ovviamente auguro a tutti di vivere un’esperienza come la Marathon des Sables! Solo però in questo caso se si è seguito un percorso di preparazione specifico, vista la difficoltà dell’impresa.

 

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