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Libertà religiosa, aumenta la discriminazione nel mondo

da | 28 Mar 2025 | Cronaca

In aumento la discriminazione religiosa nel mondo. È quanto emerge dal Rapporto sulla Libertà Religiosa Internazionale, redatto annualmente dal Dipartimento di Stato USA in conformità con l’International Religious Freedom Act del 1998, analizza lo stato della libertà religiosa nel mondo. Il documento descrive le violazioni dei diritti religiosi da parte dei governi, le pratiche religiose di gruppi e individui, grazie ai dati pervenuti alle ambasciate USA, che raccolgono informazioni da governi, ONG, giornalisti e accademici. L’obiettivo è evidenziare esempi significativi delle dinamiche globali sulla libertà religiosa, senza stabilire gerarchie di importanza tra i casi segnalati.

L’odore di cenere aleggia ancora tra le rovine del santuario cattolico di Managua, simbolo tangibile della persecuzione religiosa in Nicaragua. Il regime di Daniel Ortega e Rosario Murillo ha intensificato la repressione contro la Chiesa cattolica, arrestando e deportando sacerdoti, costringendo leader religiosi all’esilio e permettendo attacchi contro luoghi di culto. Tuttavia, nonostante la brutalità del governo, le comunità religiose non si arrendono. Messe clandestine e incontri segreti diventano atti di resistenza, dimostrando che la fede non si spegne con la paura. Ma il Nicaragua non è un caso isolato: nel 2024, la repressione religiosa ha colpito duramente in tutto il mondo.

In Afghanistan, il regime talebano ha imposto restrizioni feroci sulla libertà religiosa, colpendo in particolare donne, sciiti e cristiani. In Cina, la politica di “sinizzazione” del Partito Comunista ha soffocato ogni espressione di fede indipendente. In Russia, antisemitismo e persecuzione contro testimoni di Geova e altre comunità religiose sono diventati strumenti di controllo politico.

L’ombra della violenza si estende anche in Occidente: in Germania, le autorità hanno avvertito i cittadini ebrei di nascondere la propria identità in certe aree di Berlino per evitare aggressioni; in Canada e Tunisia, sinagoghe sono state attaccate; nel Regno Unito, retorica e atti di odio anti-musulmano hanno creato un clima sempre più ostile. Anche in Francia, alle atlete musulmane della squadra olimpica nazionale è stato vietato di indossare il velo durante le competizioni di Parigi 2024.

Le guerre e le crisi umanitarie hanno aggravato la situazione. Dalla Nigeria al Pakistan, migliaia di persone sono state costrette a fuggire per evitare persecuzioni religiose, solo per affrontare ulteriori discriminazioni nei paesi di accoglienza. Il Pakistan ha avviato espulsioni di massa di rifugiati afghani, compresi membri di minoranze religiose a rischio di persecuzione. In India, la comunità Rohingya musulmana vive nella paura di essere rimpatriata con la forza in Myanmar, dove la attende violenza e repressione.

Il rapporto annuale 2025 della Commissione degli Stati Uniti sulla Libertà Religiosa Internazionale (USCIRF) evidenzia queste e altre violazioni della libertà religiosa in 28 paesi, fornendo raccomandazioni politiche per il governo statunitense. Creato dall’International Religious Freedom Act (IRFA), l’USCIRF è un organismo indipendente e bipartisan che monitora la libertà religiosa nel mondo, consigliando il presidente, il segretario di Stato e il Congresso. Il rapporto si basa su un anno di ricerche, incontri e missioni sul campo e analizza non solo i paesi da designare come Countries of Particular Concern (CPCs) o da inserire nella Special Watch List (SWL), ma anche attori non statali responsabili di persecuzioni religiose. Per il 2025, USCIRF raccomanda che il Dipartimento di Stato statunitense:

  • Ridisegni come CPCs i seguenti 12 paesi: Birmania, Cina, Cuba, Eritrea, Iran, Nicaragua, Corea del Nord, Pakistan, Russia, Arabia Saudita, Tagikistan e Turkmenistan.
  • Designi come CPCs aggiuntivi i seguenti 4 paesi: Afghanistan, India, Nigeria e Vietnam.
  • Mantenga nella SWL i seguenti due paesi: Algeria, Azerbaigian.
  • Includa nella SWL i seguenti 10 paesi: Egitto, Indonesia, Iraq, Kazakistan, Kirghizistan, Malesia, Sri Lanka, Siria, Turchia e Uzbekistan.
  • Ridisegni come EPCs i seguenti 7 attori non statali: al-Shabaab, Boko Haram, Hay’at Tahrir al-Sham (HTS), i ribelli Houthi, Islamic State – Sahel Province (ISSP), Islamic State in West Africa Province (ISWAP) e Jamaat Nasr al-Islam wal Muslimin (JNIM).

Quest’anno, l’USCIRF sottolinea tendenze preoccupanti come l’aumento della discriminazione contro i musulmani in Europa, l’antisemitismo, l’uso dell’intelligenza artificiale per limitare la libertà religiosa e l’impatto dei conflitti armati sulla pratica della fede. Inoltre, il rapporto evidenzia i progressi ottenuti grazie alle azioni del governo degli Stati Uniti in risposta alle raccomandazioni di USCIRF.

Di fronte a questa emergenza globale, gli Stati Uniti sono chiamati a riaffermare il loro impegno per la libertà religiosa. La nomina di un Ambasciatore per la Libertà Religiosa Internazionale e un’azione decisa del Congresso potrebbero fare la differenza, ma serve una volontà politica chiara. La difesa della libertà di fede non è solo un diritto umano fondamentale: è il termometro della democrazia stessa. 

Se il mondo chiude gli occhi di fronte a queste violazioni, accetta tacitamente un futuro in cui la libertà di espressione e di credo sono merce rara, anziché principi inalienabili.

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