ROMA — 8 aprile 2025. In un’Aula di Montecitorio gremita e carica di emozione, il Re del Regno Unito Carlo III ha tenuto un discorso destinato a entrare nella storia: per la prima volta un sovrano britannico si è rivolto all’intero Parlamento italiano. Un gesto denso di significato politico, storico e culturale, che ha suggellato la profondità dei legami tra Italia e Regno Unito.
Accolto con calore dalle massime autorità dello Stato, Re Carlo si è detto “enormemente onorato” di essere in visita ufficiale in Italia, ringraziando il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per il suo “gentile invito” e ricordando con emozione che questa visita coincide con il ventesimo anniversario del suo matrimonio con la Regina Camilla. “Un momento ancora più speciale per entrambi”, ha detto, in italiano, suscitando un lungo applauso.
Un viaggio lungo quarant’anni
Con tono affettuoso e personale, il sovrano ha rievocato le sue ben 18 visite ufficiali in Italia negli ultimi quarant’anni. “È stata una delle gioie della mia vita conoscere questo irresistibile paese”, ha dichiarato, menzionando le tappe di un lungo cammino da Torino a Palermo, da Napoli a Trieste. Ha ricordato con emozione il restauro della Fenice di Venezia, ammirato con la Regina nel 2009, e la visita ad Amatrice dopo il terremoto del 2016: “Come un qualsiasi vecchio amico, sono stato con voi nei momenti più felici e in quelli più tristi della vostra vita nazionale”.
Amicizie millenarie e biscotti
Il Re ha ripercorso con verve storica e anche un pizzico di umorismo l’antichissima amicizia tra i due popoli, evocando “quegli antichi visitatori romani che arrivarono sulle nostre coste spazzate dal vento”, i quali – ricorda con un sorriso – introdussero persino l’usanza di imprimere il volto del sovrano sulle monete. E ha rievocato la figura iconica di Giuseppe Garibaldi, tanto amato in Inghilterra da avere ispirato persino… un biscotto! “Il massimo segno di stima britannica”, ha scherzato.
Da Cavour e Mazzini in esilio nel Regno Unito alla Lombard Street di Londra – il cuore della finanza battezzato dai prestatori di denaro del Nord Italia – fino a Guglielmo Marconi, che “affinò il proprio genio nel Regno Unito prima di trasformare il mondo”, Re Carlo ha tessuto una trama fittissima di rimandi storici e culturali che unisce le due nazioni.
Memoria, guerra e pace
Non è mancato il momento solenne della memoria: Re Carlo ha ricordato con emozione i caduti britannici e del Commonwealth nelle due guerre mondiali, annunciando con orgoglio che domani, a Ravenna, parteciperà alle commemorazioni per l’80º anniversario della liberazione della città, al fianco del presidente Mattarella. “Oltre 45.000 soldati del Commonwealth e quasi 30.000 dal Regno Unito persero la vita per la liberazione dell’Italia”, ha ricordato con voce commossa.
Ha voluto rendere omaggio anche al coraggio della resistenza italiana, citando l’eroismo di Paola Del Din, paracadutata ottant’anni fa proprio in questi giorni a sostegno degli alleati, oggi viva e centenaria.
“La pace non può mai essere data per scontata”
Con uno sguardo rivolto all’attualità, Carlo III ha sottolineato come “la pace, che speravamo fosse ormai storia, è oggi minacciata nel nostro continente”. Ha elogiato l’Italia per il suo ruolo chiave nella NATO e per l’accoglienza riservata a migliaia di profughi ucraini. E ha annunciato esercitazioni militari congiunte nel Mediterraneo tra la portaerei Prince of Wales e le forze armate italiane, segno concreto di una cooperazione sempre più solida.
Clima e sostenibilità: un’urgenza condivisa
Tra i passaggi più sentiti, il lungo paragrafo dedicato alla lotta ai cambiamenti climatici. Re Carlo, che da decenni è in prima linea sui temi ambientali, ha ricordato che già 16 anni fa parlò di crisi climatica proprio al Parlamento italiano. “Le tempeste che si verificavano una volta ogni generazione, ora si registrano ogni anno”, ha ammonito, lodando il patrimonio naturale italiano – “il più ricco d’Europa” – e citando Virgilio come “padre dell’agricoltura sostenibile”.
Ha poi elogiato l’innovazione verde delle imprese italiane, “dalla prima centrale geotermica al mondo ai contatori intelligenti”, definendo questi successi come “vitali per la transizione energetica”.
Un legame umano prima ancora che politico
Numeri alla mano, Re Carlo ha sottolineato la profondità della relazione: oltre 450.000 italiani vivono nel Regno Unito e decine di migliaia di britannici hanno scelto l’Italia come casa. “Londra è la città con il maggior numero di italiani all’estero”, ha detto con orgoglio. Anche i dati commerciali parlano chiaro: il Regno Unito è il quinto investitore in Italia, e l’Italia è la sesta fonte di investimenti diretti nel Regno Unito.
Cultura, poesia e musica: un amore corrisposto
Dal “biscotto Garibaldi” al poeta Byron a Ravenna, dai mosaici bizantini alla musica di Ed Sheeran allo Stadio Olimpico, Re Carlo ha concluso con un’ode culturale appassionata che ha toccato il cuore degli ascoltatori.
E citando l’amore della Regina Elisabetta II per l’Italia, ricordandola nel suo 25° compleanno a Tivoli, ha lasciato che la memoria personale diventasse messaggio politico. Un messaggio che si è concluso sulle note eterne di Dante:
“E quindi uscimmo a riveder le stelle”.
Un discorso che non solo ha emozionato, ma ha anche rafforzato un ponte tra due nazioni unite da secoli, oggi più che mai pronte a camminare insieme verso un futuro condiviso.