CITTÀ DEL VATICANO – Alle 21:00 in punto, quando finalmente dal comignolo della Cappella Sistina si è alzato il fumo, la risposta è stata chiara: non ancora. È nera la prima fumata del Conclave 2025, e con essa svanisce, per ora, la speranza di un nuovo Papa. Piazza San Pietro, gremita da oltre 30mila persone, ha accolto con un misto di delusione e raccoglimento l’annuncio silenzioso ma potentissimo che nessun nome ha raggiunto il quorum necessario.

La giornata era iniziata con solennità: l’“Extra omnes!” ha escluso ogni presenza estranea dal cuore pulsante del Vaticano, lasciando soli i 133 cardinali elettori, provenienti da 70 Paesi, a confrontarsi sotto gli affreschi di Michelangelo. Preghiera, meditazione e poi la prima votazione. Ma il cammino verso il 267° successore di Pietro si preannuncia ancora lungo.

Fuori, intanto, la piazza si è trasformata in un teatro dell’attesa globale. Le bandiere ondeggiano, i flash scattano, e tra i volti dei pellegrini si leggono speranza e tensione. Qualcuno prega, altri filmano, c’è chi applaude per “incoraggiare” il comignolo a parlare. Un bambino impaziente chiede di tornare a casa. Il padre lo rassicura: “Stanno eleggendo un Papa, serve pazienza”.

Sui social impazzano i meme, protagonisti inaspettati alcuni gabbiani appollaiati accanto alla ciminiera vaticana, ribattezzati affettuosamente “Sistino” e compagnia. L’hashtag #Conclave2025 esplode in rete, tra ironia e partecipazione.

Anche tra le mura della Sistina, l’aria sembra intrisa di spirito moderno: secondo alcune indiscrezioni, alcuni cardinali avrebbero persino rivisto Conclave, il film di Edward Berger, per “calarsi” nella dimensione dell’evento. Il futuro della Chiesa, insomma, si muove tra tradizione e contemporaneità, tra sacro e digitale.

Domani si torna a votare. Per ora, la fumata nera è il simbolo di una Chiesa in ricerca, sospesa tra la preghiera e le grandi sfide globali. Ma la speranza, quella no, non si è dissolta nel fumo. Rimane, viva e bianca, ad aspettare il momento giusto per brillare.