Il Natale con Gregorio Magno. Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe
Il silenzio di Maria a Natale è più che un semplice tacere. Maria non aveva parole. Non una parola viene riferita da lei in tutto il racconto del Natale e in quello della Presentazione al Tempio. Il suo silenzio è meraviglia, è adorazione; è un religioso silenzio, è un essere sopraffatta dalla realtà. Come nelle icone bizantine, dove la Madre di Dio appare immobile, con gli occhi fissi e spalancati, perché ha visto cose straordinarie e impossibili da ridire. Maria per prima ha elevato a Dio quello che Gregorio di Nazianzo chiama “un inno di silenzio”, mettendo in pratica la parola del salmista: “Davanti a te, la migliore lode è il silenzio” (Sal 65,2). Anche noi dobbiamo ripartire dalla contemplazione silenziosa e orante della casa di Nazaret e ci affidiamo alle parole di Charles de Foucauld, che aveva capito tutta la portata spirituale che emana la famiglia di Nazaret. Nel 1894 scriveva: “Quando tutti i membri della famiglia sono uniti da una fede viva, si sperimentano sempre momenti di pace e di consolazione profonda…La famiglia è il luogo della santità evangelica, vissuta nelle condizioni più ordinarie. Vi si respira la memoria di generazioni, si affondano radici che ci permettono di andare lontano. È il luogo del discernimento, dove ci si educa a riconoscere il disegno di Dio sulla propria vita e ad abbracciarlo con fiducia. È un luogo di gratitudine, di presenza discreta, fraterna e solidale, un luogo dove si impara ad uscire da sé stessi per accogliere l’altro, per perdonare e per ricevere il perdono”.
Su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo
A Maria fu concesso dall’alto un refrigerio dello spirito quando le fu detto: “Su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo” (Lc 1,35). Anche se con l’immagine dell’ombra che copre si voleva forse indicare l’una e l’altra natura di Dio che si sarebbe incarnato.
Il Signore in virtù della divinità è luce, egli che, mediante l’anima, si degnò come uomo di diventare corpo nel grembo della Vergine. E poiché la luce incorporea doveva prender corpo nel grembro di Maria, a lei che concepì l’incorporeo in ordine al corpo, vien detto: “Su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo”; cioè, il corpo umano riceverà in te la luce incorporea della divinità.
Dal Commento morale a Giobbe XVIII, 33