Le campane suonano a lutto in tutte le lingue della fede. Alla morte di Papa Francesco, il mondo cristiano si raccoglie in preghiera, e dall’Oriente ortodosso arriva un coro di voci che ne celebra la memoria, la missione e la fraternità evangelica. Dal Fanar a Gerusalemme, da Kiev ad Alessandria d’Egitto, fino alle chiese siriache e balcaniche, l’unità spirituale si fa preghiera e promessa di ricordo eterno.
Con parole intrise di commozione, l’Ecumenico Patriarca Bartolomeo ha reso omaggio a “un prezioso fratello in Cristo” e “un vero amico dell’Ortodossia”, ricordando il legame personale che li ha uniti in dodici anni di pontificato. «Nel 2014 ci inginocchiammo insieme davanti al Santo Sepolcro — ha ricordato — e gli proposi di celebrare insieme il 1700º anniversario del Concilio di Nicea. Mi rispose con entusiasmo: “È un’idea straordinaria”». E ha aggiunto: «Non è stato destino che potesse venire. Ma l’anniversario sarà comunque onorato. Preghiamo per il riposo della sua anima. Eterna sia la tua memoria, fratello Papa Francesco.»
Dal Patriarcato di Gerusalemme, Sua Beatitudine Teofilo III ha espresso «un dolore profondo, ancorato però alla speranza del Risorto». Papa Francesco — ha scritto — «è stato una luce evangelica, un testimone instancabile della misericordia di Cristo, un artigiano di pace e riconciliazione». E ancora: «Anche nella fragilità, ha mostrato la forza del discepolato autentico. Le sue ultime volontà, per un funerale semplice, rivelano la sua totale dedizione al Vangelo. Ben fatto, servo buono e fedele; entra nella gioia del tuo Signore».
Il Patriarca Daniel della Chiesa Ortodossa di Bulgaria, in un messaggio all’arcivescovo Luciano Suriani, nunzio apostolico a Sofia, ha parlato di una “grande perdita”, proprio durante la Settimana Luminosa di Pasqua, celebrata quest’anno da tutti i cristiani nello stesso giorno. «La morte, per noi cristiani, è sempre illuminata dalla prospettiva della Risurrezione — ha scritto — e Papa Francesco ne è stato testimone vivente.»
Un messaggio intriso di memoria e preghiera è giunto anche dalla Chiesa Ortodossa Autocefala d’Albania, che ha voluto ricordare «la profonda dedizione del Papa all’annuncio del Vangelo, la sua attenzione ai poveri e agli emarginati, e soprattutto il suo impegno sincero per il dialogo con le Chiese ortodosse». Citando le sue parole ai rappresentanti orientali — “Camminiamo insieme da fratelli sul sentiero della misericordia e dell’amore” — la Chiesa albanese ha concluso con una preghiera: «Con speranza nel Cristo Risorto… preghiamo che il Padre delle misericordie doni riposo alla sua anima. Eterna sia la sua memoria!»
Dal cuore di un Paese martoriato, Sua Beatitudine Epifanij, Metropolita di Kiev e di tutta l’Ucraina, ha manifestato “profondo dolore” per la morte di un pontefice che “ha servito Dio e il suo popolo con instancabile fede” e che “ha sostenuto l’Ucraina con la preghiera e l’azione concreta”. Epifanij ha ricordato l’impegno personale di Francesco per la liberazione dei prigionieri ucraini e dei bambini deportati. «Le sue preghiere non saranno vane. Vivranno nei cuori del suo popolo. Il Signore accolga la sua anima nelle sue dimore, Egli che è buono e ama l’umanità.»
Anche la Chiesa Copta Ortodossa, guidata da Sua Santità Tawadros II, ha ricordato “questo amato servo e caro fratello” con parole di profonda gratitudine: «Ha dedicato la sua vita a servire la Chiesa Cattolica, prima in Argentina e poi come Vescovo di Roma. Ricorderemo sempre il suo amore sincero e il suo esempio di vera umiltà cristiana».
Un messaggio semplice e denso è giunto anche da Sua Santità Ignazio Aphrem II, Patriarca siriaco di Antiochia, in inglese e in siriaco.
In contrasto con l’eco di queste voci, la Cina ha oscurato la notizia della morte del Papa, mentre da Mosca, almeno per ora, tace il Patriarca Kirill. Tuttavia, una nota ufficiale del presidente Vladimir Putin indirizzata al cardinale camerlengo Kevin Farrell ha sottolineato come Papa Francesco fosse “un’autorità internazionale” e “un fedele difensore dei valori umani e cristiani”. Putin ha ricordato “le molte occasioni in cui abbiamo potuto dialogare” e ha affermato: “Preserverò per sempre il più luminoso ricordo di lui”.
Dal fronte opposto, un messaggio colmo di riconoscenza è arrivato anche dal presidente Volodymyr Zelensky: «Ha saputo dare speranza, alleviare la sofferenza con la preghiera, promuovere l’unità. Ha pregato per l’Ucraina e per gli ucraini. Eterna memoria!».
In queste ore sospese, in cui il silenzio si fa preghiera, il mondo cristiano appare, almeno per un momento, meno diviso. La morte di Papa Francesco si rivela come un evento che unisce. Le sue mani tese verso l’Oriente non sono cadute invano: restano impresse nella memoria, nei cuori, nelle liturgie, nel mistero della comunione dei santi.
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