Periodico di informazione religiosa

Il tempo dei poveri

by | 16 Mar 2023 | Editoriale

È proprio giunto il tempo dei poveri? Nel dibattito politico, tra i ‘grandi’ del nostro paese, dopo aver detto e scritto valanghe di parole, ora sembra essere tornato in auge il tema della povertà, impallato anche dal ‘reddito di cittadinanza’ e dal ‘reddito salariale minimo’, che guardati sotto diversi punti di vista, divengono strumenti ideologici con cui illudersi di poter combattere a favore di una categoria di cittadini o  addirittura opprimerli con una soluzione forzata, ma che di fatto non risolve il problema dei poveri che non solo rimangono, ma che sono sempre in aumento.

Giusto dieci anni fa, all’indomani della sua elezione a Vescovo di Roma e a successore dell’Apostolo Pietro, Papa Francesco affermava: ‘come vorrei una chiesa povera e per i poveri’, ma nonostante il suo quotidiano impegno di vicinanza ai poveri e alle periferie esistenziali, se la Chiesa oggi è più povera, non è per aver alleviato con tutte le sue forze le sofferenze dei poveri, ma per i disastri finanziari che l’affligge. In tutti gli studi più recenti, compreso quello di Caritas italiana, la povertà aumenta ogni giorno in modo esponenziale.

Dovunque si guarda, trovando anche nuove e autorevoli motivazioni tra le quali un nuovo concetto auto giustificante dell’economia di guerra, non solo i poveri aumentano, ma quelli già poveri, lo sono sempre di più.

Qualche giorno fa, in una circostanza bella, gioiosa e familiare, come potrebbe essere l’ottantentesimo compleanno di un padre, un amico affremava: ‘Guai se la bellezza diventa ricchezza che offende il povero! Si, perché oggi accade pure questo. Noi offendiamo i poveri anche con una bellezza, che diviene ricchezza, frutto di oppressione.

Parafrasando le parole di Enzo Ciconte, uno scrittore che ha scritto il saggio «Classi pericolose», edito da Laterza nel 2022, oggi noi viviamo di fronte a un pericolo: ‘la colpa di essere poveri’. Una colpa che si respira negli occhi di molti, che forse per la paura della povertà che prima o poi potrebbe travolgere pure loro, fuggono da questo fenomeno e disprezzano i poveri, reputandoli colpevoli della loro povertà.

Sant’Agostino, nel ‘Discorso 14’, tenuto a Cartagine nella basilica Novarum in giorno di domenica, sul versetto del salmo: “in te si abbandona il povero,
 tu sarai il soccorso dell’orfano”, all’inizio del suo discorso, prima di parlare di Cristo come modello di autentica povertà, afferma che ‘ci sono poveri che non hanno denaro, che trovano appena il cibo quotidiano, così bisognosi della compassione e dell’aiuto altrui, che neanche si vergognano di mendicare’.

Partendo dai poveri che hanno bisogno di ‘compassione’, la chiara risposta possiamo trovarla nel  vangelo di Luca 4, 16-21. La parabola del buon samaritano fa comprendere che quotidianamente nella vita possiamo imbatterci nella povertà. Il samaritano, che prova compassione e agisce per il bene, mettendo in gioco tutto se stesso, è la risposta evangelica dell’agire.

E’ giunto il tempo della prossimità fattiva e competente, per farci carico personalmente del problema della povertà, che non è una colpa.

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