Periodico di informazione religiosa

Il vocabolario della GMG di Lisbona

da | 9 Ago 2023 | Teologia

Se volessimo pensare a un vocabolario sintetico della Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) celebrata a Lisbona negli scorsi giorni, potremmo scegliere le seguenti espressioni: la “fretta”. Lo slogan dell’evento di quest’anno prende ispirazione dall’espressione evangelica lucana: «Maria si alzò e andò in fretta» (1,39). Riccardo Maggioni ha scritto – in merito alla frase appena riportata – che questa «solitamente si accompagna all’idea di ansia, di semafori da bruciare con il rischio di incidenti, di letture lasciate a metà perché in agenda ci sono altre mille cose da fare, di legami trascurati nel nome di un vuoto desiderio di incarichi sempre più prestigiosi. Qui, invece, sull’esempio del racconto evangelico di Maria che “si alzò e andò” dalla cugina Elisabetta, “fotografa” il desiderio del dono, l’umiltà del servizio, la vita che straripa, l’umiltà di offrirsi. Cioè la radice dell’amore, che si definisce proprio nella rinuncia all’autoreferenzialità e al mettersi sempre al centro per dare all’altro la possibilità di esprimersi in pienezza» (Avvenire 6.8.2023, Editoriale); la seconda frase riecheggiata in questi giorni è di papa Francesco, Incontro con i giovani universitari “Universidade Católica Portugesa” (Lisbona): “imprenditori di sogni”. Egli esorta le giovani e i giovani studenti con queste parole: «Abbiate il coraggio di sostituire le paure coi sogni: non amministratori di paure, ma imprenditori di sogni! Ho sognato un Paese in cui tutti arrivavano a essere maestri. Anche questo anziano che vi parla sogna che la vostra generazione divenga una generazione di maestri. Maestri di umanità. Maestri di compassione. Maestri di nuove opportunità per il pianeta e i suoi abitanti. Maestri di speranza»; l’altra parola-chiave di questa GMG è la “costruzione”. L’esortazione del Pontefice tuona così: «Risvegliare l’inquietudine del Vangelo. Gettare di nuovo le reti e abbracciare il mondo con la speranza del Vangelo: a questo siamo chiamati! Non è tempo di fermarsi, non è tempo di arrendersi, non è tempo di ormeggiare la barca a riva o di guardarsi indietro; non dobbiamo fuggire questo tempo perché ci spaventa e rifugiarci in forme e stili del passato. No, questo è il tempo di grazia che il Signore ci dà per avventurarci nel mare dell’evangelizzazione e della missione. Per farlo bisogna lasciare la riva delle delusioni e dell’immobilismo, prendere le distanze da quella tristezza dolciastra e da quel cinismo ironico che a volte ci assalgono dinanzi alle difficoltà» (Omelia del Santo Padre, Vespri con i vescovi, i sacerdoti, i diaconi, i consacrati, le consacrate, i seminaristi e gli operatori pastorali. “Mosteiro dos Jerónimos” – Lisbona). Il caloroso invito di Francesco – per una Chiesa dalle porte spalancate – è a «sporcarsi le mani per i poveri, i prediletti di Dio, mettendo da parte una vita che assomiglia all’acqua distillata» (Mimmo Muolo, Avvenire 6.8.2023, 2).

Siamo chiamati a custodire nel cuore altre affermazioni riecheggiate nelle celebrazioni, sui media e giornali, al fine di farne tesoro per la nostra personale adesione al Vangelo e per la sua testimonianza al mondo: la Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) sia per tutti una “scuola” di vita e di fede, e non un catalogo di emozioni; le giovani e i giovani – e noi tutti con essi – possiamo attingere da questa esperienza una lezione di umiltà, che si esprime nel servizio agli altri e ai poveri specialmente; questa celebrazione sia per ognuno come un generatore di pace, per edificare un mondo nuovo più giusto e fraterno; il radunarsi di giovani dai diversi angoli del pianeta sia una espressione di quella Chiesa sinodale sognata e annunciata da papa Francesco; i partecipanti – e coloro che hanno seguito l’evento collegati da casa – si sentano chiamati alla cura del creato, alla difesa della vita e alla promozione della fratellanza; le giovani e i giovani sono stati caldamente invitati a rimanere connessi con il Signore, come la comunità dei chiamati, rispetto alla seduzione del mondo virtuale; questo tempo sia concepito da tutti come un parto della fede, e non come un’agonia del cristianesimo (era questa – anche – la ferma convinzione del cardinal Martini, il quale affermava che dove noi vediamo solo pessimismo, lo Spirito sta disegnando le nuove trame della storia redenta); la sfida che papa Francesco ci consegna è all’insegna di una ecologia integrale, del rischio di amare e di sporcarsi le mani per gli altri; la gratuità è la chiave di lettura di questi giorni portoghesi, come anche dell’intera vita cristiana.

Tutti coloro che hanno potuto vivere l’esperienza della GMG ritornano alla vita ordinaria con l’entusiasmo di una fede giovane! Con la fatica del cammino, ma con le tante nuove conoscenze, l’allargamento delle proprie vedute, la Parola di salvezza che penetra con la forza dell’acqua e del fuoco.

Facciamo nostra anche la testimonianza del cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il quale legge l’evento di Lisbona come «l’immagine di una Chiesa gioiosa, presente, che cammina insieme, in un mondo così pieno di divisioni, così virtuale, così ingannevole. Credo che questa immagine sia già una grande risposta, anche a tante paure e tante incertezze» (Avvenire 6.8.2023, 3).

Indubbiamente, la GMG offre a tutte le giovani e a tutti giovani l’opportunità di percorrere un cammino – o per lo meno l’inizio – di conoscenza di sé; come anche una salda speranza nella pace universale, testimoniata dalla fraternità che i diversi vivono nell’unica Chiesa e nell’unico Corpo del Signore crocifisso e risorto. Il loro ritorno nelle proprie comunità di appartenenza porti con sé un vento di cattolicità, di speranza e di vitalità, di freschezza nella sequela e nell’annuncio, di nuova progettualità all’insegna della sinodalità.

 

 

Fotos © Duarte Antunes \ JMJ 2023 https://flic.kr/p/2oTW4Rg

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