L’amore senza misure è quello rivelato da Gesù nella pericope evangelica di questa Domenica, XXVII del Tempo Ordinario: Mc 10,2-16. Cristo, messo alla prova da alcuni farisei, si esprime in merito al rapporto tra una donna e un uomo; papa Francesco ha sottolineato, infatti, che il Signore «ricorda loro che donna e uomo sono stati voluti dal Creatore uguali nella dignità e complementari nella diversità, per poter essere l’uno per l’altra aiuto, compagnia, ma al tempo stesso stimolo e sfida a crescere (cfr Gen 2,20-23)».
Questo sentimento bello, profondo, vero, «non è facile, richiede fedeltà, anche nelle difficoltà, richiede rispetto, sincerità, semplicità (cfr Mc 10,15). Richiede di essere disponibili al confronto, a volte alla discussione, quando ci vuole, ma sempre pronti al perdono e alla riconciliazione. E mi raccomando: marito e moglie, litigate quanto volete, a patto che si faccia la pace prima che finisca la giornata! Sapete perché? Perché la guerra fredda del giorno dopo è pericolosa. “E mi dica, Padre, come si fa la pace?” – “Basta una carezza, così”, ma mai andare a finire la giornata senza fare la pace»; ha aggiunto il Pontefice. Egli ha anche esortato tutti a essere accoglienti verso il dono della vita: «Non dimentichiamo, poi, che per gli sposi è essenziale essere aperti al dono della vita, al dono dei figli, che sono il frutto più bello dell’amore, la benedizione più grande di Dio, fonte di gioia e di speranza per ogni casa e tutta la società. Fate figli!».
L’esortazione finale del Vescovo di Roma chiama a meditazione e a conversione; ciascuno di noi: «Care sorelle, cari fratelli, l’amore è esigente, sì, ma è bello, e più ce ne lasciamo coinvolgere, più scopriamo, in esso, la vera felicità. E adesso ognuno si chieda nel suo cuore: com’è il mio amore? È fedele? È generoso? È creativo? Come sono le nostre famiglie? Sono aperte alla vita, al dono dei figli?».
La liturgia di questo giorno di festa ci pone davanti una delle realtà più centrali della società: la famiglia. Oggi conosciamo come la sua identità sia radicalmente mutata negli ultimi anni, con le sue infinite attese e problematiche. Alla Chiesa rimane la vocazione perenne della misericordia e della accoglienza, della testimonianza nella verità e nella carità. Continuiamo – dunque – a edificare il regno di Dio nella grazia e nella pace; come buoni e perseveranti operai nella grande e variegata vigna del Signore.