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“Non abbiate paura”, Metsola cita il “santo europeo” Giovanni Paolo II

da | 17 Lug 2024 | Politica

Be not afraid” (non abbiate paura), questa la frase di San Giovanni Paolo II citata da Roberta Metsola, appena riconfermata al ruolo di Presidente del Parlamento Europeo, a conclusione del suo discorso. Il contesto in cui è inserita la citazione è però diverso. Queste le parole della Metsola, di cui forniamo la nostra traduzione:

Per rinnovare il nostro impegno per l’Europa dobbiamo – secondo le parole del grande santo europeo di Cracovia, Karol Wojtyła – “non aver paura”. Non dobbiamo aver paura di affrontare gli autocrati. Non dobbiamo aver paura di essere all’altezza della nostra promessa. Non dobbiamo aver paura di sostenere l’Europa. Non dobbiamo aver paura di continuare a costruire un’Unione che funzioni per tutti noi“.

Nell’omelia per l’inizio del pontificato, pronunciata il 22 ottobre 1978, Giovanni Paolo II così si esprimeva:

Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa “cosa è dentro l’uomo”. Solo lui lo sa! 

“Non abbiate paura!” era un’espressione ricorrente, negli scritti e sulle labbra di Giovanni Paolo II. Solo per fare alcuni esempi: non abbiate paura di essere giovani (XVIII Giornata Mondiale della pace); non abbiate paura della verità (XVIII Giornata Mondiale della pace); non abbiate paura di annunciare il Vangelo (Omelia a Denver – 15 agosto 1993); non abbiate paura di essere santi (Omelia per la canonizzazione della Beata Kinga – 16 giugno 1999 e XV Giornata Mondiale della Gioventù); non abbiate paura di rispondere alla vostra vocazione (Tor Vergata, sabato 19 agosto 2000); non abbiate paura del futuro (XVIII Giornata Mondiale della pace). Mentre il Santo Padre esortava ad aprire con fiducia la mente e il cuore a Cristo, ad accoglierlo nella propria vita, nel proprio lavoro, nella trama dei propri affetti e desideri, l’esortazione della Metsola è piuttosto un incoraggiamento a sostenere un’Europa che sia di tutti e per tutti tutti, all’altezza delle sue promesse e non preda di autocrati e populisti.

Ma forse quello che stupisce ancor di più è come Roberta Metsola abbia fatto di San Giovanni Paolo II quasi un santo patrono d’Europa, senza nulla togliere a San Benedetto, avendolo definito “great European Saint from Krakow“. Non molti ricordano quel celebre Atto Europeistico del pontefice polacco, il discorso tenuto a Santiago de Compostela quel lontano 9 novembre 1982 – il mondo era ancora diviso in due blocchi – nel quale distendeva il suo sguardo interiore “su tutto il Continente europeo, sull’immensa rete delle vie di comunicazione che congiungono tra loro le città e le nazioni che lo compongono“. Alle soglie del terzo millennio già notava la crisi in cui si dibatteva il Vecchio Continente. “Ritrova te stessa. Sii te stessa”, era l’appello del papa polacco. “Riscopri le tue origini. Ravviva le tue radici. Torna a vivere dei valori autentici che hanno reso gloriosa la tua storia e benefica la tua presenza negli altri continenti [..] Tu puoi essere ancora faro di civiltà e stimolo di progresso per il mondo. Gli altri continenti guardano a te e da te si attendono la risposta che san Giacomo diede a Cristo: Lo posso“.

Ecco la crisi che il santo europeo di Cracovia aveva ben individuato: un’Europa in piena crisi spirituale e religiosa. Se la storia della formazione delle nazioni europee scorre parallela a quella della loro evangelizzazione, l’identità europea è allora incomprensibile senza il riferimento al Cristianesimo, da cui è maturata la civiltà del Vecchio Continente, la sua cultura, il suo dinamismo anche negli altri continenti. Già Pio XII aveva sostenuto con forza questa idea per accompagnare e cristianizzare il nascente processo di integrazione europea; la medesima traccia sarà percorsa da tutti i suoi successori, da San Giovanni XXIII a San Paolo VI, fino a Benedetto XVI e Papa Francesco. Tuttavia l’attuale situazione politica rende Bergoglio più cauto: il Santo Padre è ben conscio dell’uso identitario e anti-migratorio del mito delle radici cristiane da parte delle destre radicali in Italia e in Europa. Papa Francesco piuttosto oscilla fra due differenti strategie: da una parte, riprende con forza il tema dell’Unione Europea, una “Europa umanistica, paladina dei diritti dell’uomo, della democrazia e della libertà“, capace di integrare, dialogare e generare, come auspicava nel discorso per il conferimento del Premio Carlo Magno nel 2016. Dall’altra preferisce non parlarne troppo, per evitare di legittimare, oltre alle correnti xenofobe ben acclimatate all’interno della alla Chiesa, quelle destre radicali che ormai hanno strappato alla Chiesa il monopolio del mito delle radici cristiane dell’Europa. Su questo punto si colloca anche la presidente Metsola appena riconfermata, che rappresenta l’ampio fronte del centro: l’obiettivo è di costruire ponti e ridare un’immagine positiva del Parlamento Europeo. Ma avverte: “la maggioranza sarà costruita attorno a quelli che vogliono costruire sulla speranza e non distruggere“.

 

© photo European Parliament – https://www.flickr.com/photos/36612355@N08/51828380343/, CC BY 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=114480975

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