Al Centro Alti Studi Difesa / Scuola Superiore Universitaria, durante il Master in Strategia Globale e Sicurezza, si è parlato della solidarietà samaritana e della cooperazione tra i popoli, partendo dagli effetti post-traumatici del terremoto dell’Aquila, messi in relazione con quelli del conflitto russo-ucraino e di quello israelo-palestinese, con un focus sui bambini e gli adolescenti
Roma – A Palazzo Salviati, in Piazza della Rovere, all’interno della 77ª sessione di studio dello IASD – l’Alto Istituto di Formazione Interforze della Difesa italiana, che “persegue obiettivi di alta formazione e professionalizzazione della dirigenza militare e civile della Difesa e del Corpo della Guardia di Finanza, di Ufficiali (Colonnelli e Generali) di Paesi Alleati ed amici nonché di esponenti delle Istituzioni, delle diverse realtà economiche, sociali ed industriali, delle Università, dell’informazione, delle libere professioni e di Enti/organismi privati nazionali”, si è parlato di ‘Adolescenza spezzata’ e di prossimità samaritana.
La programmazione didattica della 77ª Sessione di Studio ha come tema guida il sistema delle relazioni internazionali, con particolare attenzione alla strategia globale di difesa e sicurezza della NATO e dell’UE, alla luce delle conseguenze del conflitto russo-ucraino, di quello israelo-palestinese e del perdurare dell’instabilità della regione mediorientale, approfondendone i riflessi in campo politico-economico, industriale, comunicativo e organizzativo.
All’interno del seminario “Cultura organizzativa e gestione delle risorse umane”, del Master in Strategia Globale e Sicurezza, ha avuto luogo una relazione di Don Daniele Pinton, Direttore della Scuola di Alta Formazione in Etica dell’emergenza e dell’Ufficio Diocesano sulla Pastorale dell’emergenza, dal Titolo ‘Adolescenza strappata. Effetti post-traumatici per catastrofi naturali e belliche’.
Durante la relazione moderata dal Gen. B. Claudio Ramponi, della Guardia della Finanza, Direttore Coadiutore dello IASD, don Daniele Pinton, parlando della prossimità samaritana, come metodo di affiancamento di bambini e adolescenti, con effetti post traumatici per calamità naturali e belliche, ricorda che l’emergenza di fronte a una calamità naturale o bellica, è un fatto sociale che interpella tutta la comunità umana e che l’esperienza ci ha insegnato che, dopo una grave calamità naturale, come ad esempio il terremoto dell’Aquila e quello di Amatrice e Accumuli, la realtà cambia irreversibilmente, nulla è più come prima sia per la persona che soccorre sia, soprattutto, per la persona vittima della tragedia.
Analizzando i dati relativi agli effetti post traumatici su bambini e adolescenti di calamità naturali come i terremoti di Sichuan (2008), di Wenchuan, dell’Aquila (2009) e della Turchia (2023), messe a confronto con gli effetti post traumatici nel conflitto russo-ucraino e in quello israelo-palestinese, mette in evidenza gli elementi convergenti di queste tragedie naturali e belliche, evidenziando i sintomi come PTSD, ansia, depressione e malnutrizione, sottolineando la necessità di un intervento precoce di supporto psicologico e comunitario.
Nella sua relazione, don Pinton collegandosi al ministero petrino di Papa Leone XIV, ha ricordato le parole del pontefice che il 16 ottobre 2025, nella sua visita alla FAO, in occasione della Giornata mondiale dell’Alimentazione e gli 80 anni della sua istituzione, ha affermato che “l’uso della fame come arma di guerra è un crimine”, ma anche di come il Pontefice, in più occasioni dall’inizio del suo pontificato, si è fatto voce di coloro che la voce non l’hanno, nel conflitto russo-ucraino e in quello israelo-palestinese, denunciando le molteplici azioni terroristiche che producono instabilità nella regione mediorientale.
Inoltre, durante la relazione, facendo sempre riferimento a Papa Leone XIV, ha ricordato che il 4 ottobre 2025, ha firmato la sua prima esortazione apostolica Dilexi te («Ti ho amato»), sull’amore verso i poveri, in cui ha voluto presentare il cristianesimo secondo il paradigma del povero riletto nella prospettiva della teologia dell’amore. Una esortazione che appare come una linea guida di ciò che potrebbe essere il pontificato di Leone XIV in continuità con papa Francesco che aveva indicato nel povero la via per eccellenza della Chiesa, nel capitolo 5, «Una sfida permanente», Leone XIV invita a riflettere sulla parabola del buon Samaritano ponendoci la domanda da quale parte stiamo. E sottolinea che «Per noi cristiani, la questione dei poveri riconduce all’essenziale della nostra fede» (Dte 110).
Proseguendo la sua riflessione, don Daniele Pinton, si è soffermato sul tema del terremoto dell’anima, distingue il trauma geologico, di breve durata, dal trauma psicologico, più prolungato e sommerso, evidenziando il ruolo fondamentale della memoria collettiva, dell’oblio attivo e della sublimazione per favorire resilienza e costruzione di nuovi significati.
Attraverso il concetto di “terremoto dell’anima” Facendo tesoro del magistero episcopale del Card. Giuseppe Petrocchi, che per undici anni ha guidato la Chiesa aquilana, secondo don Daniele, la Chiesa è chiamata a una “pastorale samaritana”: non solo con azioni assistenziali, ma con una prossimità fattiva ispirata al Buon Samaritano (Luca 10,25-37), che coinvolga ascolto, consolazione e formazione. Ne sono esempi i convegni nazionali sul “terremoto dell’anima” e la nascita di una scuola di alta formazione in etica dell’emergenza. Infine, richiamando l’incontro di papa Francesco con i parenti delle vittime del sisma che ha colpito Amatrice, ricorda tre parole-chiave per la rinascita delle comunità colpite: il cuore (elaborazione del dolore), le mani (lavoro concreto) e le ferite/cicatrici (realismo e speranza).




