Nel 2025 ricorre il 1.700 anniversario del primo Concilio Ecumenico di Nicea. Per commemorare questa ricorrenza, la Pontificia Università Gregoriana e l’Università di Münster organizzano un convegno internazionale dal titolo “La confessione del Concilio di Nicea: storia e teologia”.
L’idea di un convegno per commemorare e approfondire la conoscenza di quell’evento monumentale e fondante che fu il Concilio di Nicea, celebrato nel 325, è venuta due anni fa, in occasione di un Simposio tenuto presso la Pontificia Università Gregoriana sul tema della sinodalità. Il comitato scientifico, costituito nell’autunno del 2023, ha pensato a un congresso diverso rispetto ad altre conferenze celebrative per quattro aspetti.
1) Il convegno è strutturato in due parti. La prima si svolgerà dal 27 febbraio al 1 marzo 2025 a Roma; la seconda, dal 15 al 17 ottobre 2025 a Münster. Le due Facoltà di Teologia vantano entrambe una lunga tradizione nell’ambito della ricerca di Storia della chiesa e dei dogmi. Entrambe le istituzioni si distinguono per una forte sensibilità ecumenica e sono impegnate nel dialogo tra la fede cristiana tramandata dalla tradizione e il mondo contemporaneo, con un’apertura oltre i confini del cristianesimo di matrice europea.
2) Se molte conferenze sul Concilio di Nicea adottano un approccio prevalentemente storico o sistematico, l’obiettivo di questo congresso è di pensare insieme storia e teologia, come indica il sottotitolo scelto; tra i relatori saranno presenti infatti non solo storici o teologi, ma anche filologi, filosofi, bizantinisti e storici dell’arte. L’analisi dell’impatto del Concilio sulla metafisica contemporanea è una delle angolazioni forse meno tipiche che verranno trattate.
3) Nicea è considerato il primo Concilio Ecumenico, dove ecumene in questo contesto è un termine che indica l’intera terra abitata. Anche la cornice del convegno è internazionale, aspetto evidente sia nella provenienza dei relatori, sia dalle istituzioni organizzatrici. Nella sessione romana saranno tra l’altro messe in primo piano le regioni mediterranee, come Asia Minore, Siria ed Egitto; a Münster l’attenzione si sposterà ad Asia, Africa e America Latina.
4) Il convegno è però ecumenico anche nel senso attuale del termine; infatti lo studio del Concilio di Nicea non è solo di competenza cattolica, ma di tuttti i cristiani; nella sessione romana questo carattere si riflette nell’attenzione alle tradizioni bizantina, antiochena e copta, mentre a Münster, nel protestantesimo e le interpretazioni successive del Concilio. A Münster si associa un altro evento della storia moderna di interesse ecumenico: il trattato del 1648, che pose fine alla Guerra dei 30 anni, pace che inaugurò quella di Westfalia, che eliminò la confessione religiosa come elemento centrale dei conflitti tra stati in Europa.
Obiettivo dell’incontro è quello di far emergere una nuova rilettura del Concilio di Nicea, che contribuirà a formare tra gli studiosi un nuovo consenso sull’interpretazione dell’evento e a promuovere il cammino verso l’unità della Chiesa.