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Patriarca Bartolomeo, la sovranità dell’Ucraina non è in discussione

da | 24 Feb 2025 | Europa dello spirito

L’Ucraina deve essere coinvolta equamente nel processo di pace e la sua sovranità non è in discussione, ha sottolineato con forza Sua Beatitudine il Patriarca Ecumenico Bartolomeo nel suo discorso. Dopo la Divina Liturgia da lui officiata, il 23 febbraio 2025, presso la chiesa di San Nicola a Istanbul, si è tenuta una cerimonia commemorativa per gli ucraini che hanno perso la vita combattendo per l’indipendenza e l’integrità territoriale della loro patria, in occasione del compimento del terzo anno dall’invasione russa dell’Ucraina. Parlando in inglese, il Patriarca Ecumenico ha fatto riferimento alle tante lotte sostenute dal popolo ucraino e ha sottolineato che oggi l’Ucraina sta nuovamente lottando non soltanto per la sua integrità territoriale, ma anche per la sua stessa esistenza.

“Nessuna forza può spegnere lo spirito di un popolo che rifiuta di piegarsi. Nessuna nazione ha il diritto di imporre la propria volontà a un’altra e nessuna forza può cancellare la storia di un popolo. La sovranità dell’Ucraina non è in discussione, né può essere negoziata sotto le mentite spoglie della diplomazia”. Il Patriarca ha poi sottolineato: “Mentre continuiamo a implorare Nostro Signore di guidare i leader a trovare la pace, riconosciamo che la vera pace non può essere dettata dalla violenza o dai capricci esterni. Questo processo deve includere l’Ucraina come partecipante alla pari, affermare il suo diritto a esistere senza paura e curare le ferite di un luogo segnato dalla guerra. Riconosciamo gli instancabili sforzi del Presidente Zelensky per difendere e proteggere la sovranità e l’integrità dell’Ucraina”. 

Ha detto quindi che la comunità internazionale “non deve volgere lo sguardo altrove o lasciarsi ingannare da false narrazioni e disinformazione. Non deve permettere che l’oppressione continui, né accettare compromessi che vadano a minare i diritti fondamentali. Il futuro deve essere costruito sulle solide basi del diritto internazionale, dell’autodeterminazione e del rispetto reciproco, non sulla coercizione e sulla sottomissione”.

In un altro punto del suo discorso ha sottolineato che “la guerra in Ucraina non è solo un conflitto tra nazioni, è una prova morale per l’Europa e il mondo intero. Richiede una scelta tra verità e inganno, tra giustizia e oppressione. Le decisioni prese oggi plasmeranno la storia, determinando se l’integrità prevarrà o se la crudeltà e l’odio persisteranno”.

Concludendo il suo discorso, Bartolomeo ha ribadito il pieno sostegno del Patriarcato ecumenico all’Ucraina e al suo popolo, nonché la sua solidarietà alle famiglie delle vittime, ai feriti e ai prigionieri, e a tutti coloro che hanno intrapreso la via della fuga a causa della guerra.

“Come la Risurrezione di Cristo segue la Sua Passione, così crediamo che l’Ucraina risorgerà, che l’oscurità della guerra non durerà e che la luce della giustizia brillerà di nuovo”.

Il testo completo del discorso di Sua Beatitudine il Patriarca Ecumenico Bartolomeo al Corpo Diplomatico Ucraino e alla Comunità Ucraina Locale a Istanbul nel Terzo Anniversario dell’Invasione Russa dell’Ucraina 

Sono trascorsi tre anni dall’ingiusta e devastante invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa. In questo periodo, innumerevoli vite sono andate perdute, le case sono state distrutte e intere comunità sono state sfollate. Le famiglie sono separate, le città sono in rovina e milioni di persone sono state costrette all’esilio. Questa guerra ha lasciato ferite profonde, non solo sulla terraferma, ma anche nei cuori di coloro che soffrono.

Mentre ci riuniamo in preghiera in questo Tempio Sacro, dimora spirituale dei fedeli di lingua ucraina in questa Città, riaffermiamo l’incrollabile solidarietà della Chiesa Madre di Costantinopoli con l’Ucraina. Fin dall’inizio abbiamo condannato questa aggressione, sostenuto la sovranità dell’Ucraina e ci siamo espressi contro le ambizioni imperialistiche che non hanno posto nel mondo odierno. La Santa e Grande Chiesa di Cristo non può rimanere indifferente quando prevale l’ingiustizia.

Preghiamo per coloro che sono morti, per gli afflitti, per i feriti e per gli sfollati che desiderano ardentemente tornare a casa. Ricordiamo il Vangelo di oggi, che ci ricorda che serviamo Cristo servendo i sofferenti, gli esiliati e i carcerati. Dio non dimentica i rifugiati che hanno perso la casa, le famiglie distrutte e coloro che sono in cattività. Ci stringiamo al cuore per i bambini strappati alle loro case e per i prigionieri di guerra. Possa il Signore dare conforto ai loro cari, sostenerli e garantire il loro ritorno sano e salvo.

L’Ucraina ha dovuto sopportare enormi difficoltà, tra cui l’Holodomor, la carestia artificiale che ha causato milioni di morti. La popolazione di queste terre storiche ha subito persecuzioni e tentativi sistematici di cancellare la propria identità. Eppure, nonostante tutte le prove, sono rimasti saldi, preservando la loro fede, la loro lingua e la loro cultura. Oggi l’Ucraina lotta ancora una volta non solo per la sua integrità territoriale, ma per la sua stessa esistenza.

Nessuna forza può estinguere lo spirito di un popolo che rifiuta di piegarsi. Nessuna nazione ha il diritto di imporre la propria volontà a un’altra e nessun potere può cancellare la storia di un popolo. La sovranità dell’Ucraina non è in discussione, né può essere negoziata con il pretesto della diplomazia.

Mentre continuiamo a supplicare il nostro Signore di guidare i leader a trovare la pace, riconosciamo che la vera pace non può essere imposta dalla forza o da capricci esterni. Questo processo deve includere l’Ucraina come partecipante alla pari, affermare il suo diritto a esistere senza paura e portare guarigione a una terra devastata dai combattimenti. Riconosciamo gli instancabili sforzi del Presidente Zelensky per la difesa e la protezione della sovranità e dell’integrità dell’Ucraina.

La comunità internazionale non deve distogliere lo sguardo o lasciarsi ingannare da false narrazioni e disinformazione. Non deve permettere che l’oppressione persista né accettare compromessi che minino i diritti fondamentali. Il futuro deve essere costruito sulle solide basi del diritto internazionale, dell’autodeterminazione e del rispetto reciproco, non sulla coercizione e sulla sottomissione.

Oggi, secondo il calendario della Chiesa ortodossa, commemoriamo il Giudizio Universale. Questa giornata ci ricorda che le nostre azioni sono importanti e che siamo responsabili del modo in cui rispondiamo alle afflizioni, alle ingiustizie e alla tirannia. La guerra in Ucraina non è semplicemente un conflitto tra nazioni; è una prova morale per l’Europa e per il mondo intero. Richiede una scelta tra verità e inganno, tra giustizia e oppressione. Le decisioni prese oggi plasmeranno la storia, determinando se prevarrà l’integrità o se persisteranno crudeltà e odio.

Mentre ci prepariamo alla Santa e Grande Quaresima, un periodo di riflessione e rinnovamento spirituale, preghiamo per un rinnovato impegno verso la verità, la riconciliazione e la pace. Proprio come la Resurrezione di Cristo segue la Sua Passione, così anche noi crediamo che l’Ucraina risorgerà, che l’oscurità della guerra non durerà e che la luce della giustizia brillerà di nuovo.

Il Patriarcato ecumenico rimane saldo nel suo impegno verso l’Ucraina e il suo popolo pio. Pur sperando in una rapida fine del conflitto e nella guarigione dei feriti, continueremo a dire la verità, a sostenere la giustizia e a stare al fianco di chi soffre. Aspettiamo con ansia il giorno in cui l’Ucraina e tutte le nazioni potranno vivere in pace, sicurezza e libertà.

Che il Signore benedica l’Ucraina con forza e perseveranza. Possa Egli confortare coloro che sono nel pianto, guarire gli afflitti e portare la libertà ai prigionieri. Possa Egli guidare tutta l’umanità verso un futuro in cui la virtù prevalga, la verità sia onorata e l’armonia diventi realtà.

Dio vi benedica tutti!

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