Periodico di informazione religiosa

Dio non voglia

da | 2 Set 2023 | Bibbia

“Dio non voglia”. È questa l’espressione che Pietro usa per arginare l’incandescente rivelazione che Gesù riserva loro nel racconto della pagina del Vangelo della XXII domenica del tempo ordinario: “Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno”. Quale altra risposta avrebbe potuto dare una persona che vuole seriamente bene a qualcun’altro? Pietro sta dicendo che non gli sta bene sentire associata la parola sofferenza a Colui che ama sinceramente, cioè Gesù. Tutti noi non vorremmo mai che le persone che amiamo soffrano. Eppure la risposta di Gesù spiazza tutti: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!». Forse l’errore di Pietro sta nell’essersi fermato solo alla prima parte della frase di Gesù, ma la fine di quel discorso contempla la parola resurrezione, non la parola morte. La morte è messa al centro del ragionamento come un passaggio, ma non come la fine della storia. Il demonio vuole farci avere della realtà sempre una visione parziale, non totale. Solo chi vive seriamente l’esperienza della vita spirituale ha della realtà la giusta dimensione. Invece solitamente passiamo la vita fissandoci su qualche dettaglio e tirando quasi sempre conclusioni sbagliate. Ma Gesù ha l’antidoto a questo veleno: “Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua”. Andare dietro Gesù significa smettere di vivere da soli e cominciare a vivere sapendo che c’è Qualcuno che ci ha preceduto e ha segnato la strada giusta. Andate dietro Gesù significa smettere di perdersi e finalmente progredire nel viaggio. Ma andare dietro Gesù implica anche imparare ad essere liberi, cioè a “rinnegare se stessi”, a saper dire di no a se stessi, perché in fondo le vere persone libere sono quelle che sanno dire e dirsi anche dei no, non assecondandosi in tutto. In fine andare dietro Gesù significa prendere ogni giorno la propria croce e camminargli dietro. La croce non è il brutto della vita, ma la croce è la vita così com’è. Passiamo molto tempo ad immaginarci un’altra vita ma ci si fa santi quando si fa pace con la vita così com’è, con le sue cose belle e quelle brutte, e si smette di lamentarsi per cominciare a vivere amando tutto. Se amo ciò che c’è io partecipo della salvezza del mondo. Il male vuole che odiamo le cose che la vita ci riserva, Gesù ci insegna invece ad amarle, anche quelle più difficili, le più brutte. È solo così che esse diventano Pasqua (passaggio) e lasciano il finale non alla morte ma alla vita, quella eterna.

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