I giovani di Papua Nuova Guinea sono stati incontrati da papa Francesco lunedì scorso, nello stadio “Sir John Guise” a Porto Moresby. Egli ha manifestato loro tutta la gioia e la gratitudine per l’appuntamento, posto alla fine della visita al loro Paese.
Il Pontefice ha lanciato subito una importante sfida ai giovani convenuti, in merito all’avvenire, alla fede e alla speranza; ha detto loro: «Come si costruisce il futuro? Che senso vogliamo dare alla nostra vita? Vorrei lasciarmi interpellare da queste domande, a partire da un racconto che si trova all’inizio della Bibbia: il racconto della Torre di Babele. Lì vediamo che si scontrano due modelli, due modi opposti di vivere e di costruire la società: uno porta alla confusione e alla dispersione, l’altro porta all’armonia dell’incontro con Dio e con i fratelli. Confusione da una parte e armonia dall’altra. Questo è importante». Francesco ha proseguito, affermando: «Il Signore ci ha creati per avere un buon rapporto con gli altri. State attenti: non ci ha creato per la confusione, ma per avere un buon rapporto. E questo è molto importante».
Il Vescovo di Roma ha incoraggiato tutti i giovani presenti a essere sempre perseveranti sulla strada dell’amore, la cui lingua unisce popoli, razze, diversità: «Vi ringrazio della vostra presenza qui. E mi auguro che tutti voi parliate la lingua più profonda: che tutti voi siate “wantok” dell’amore! Cari giovani, sono contento del vostro entusiasmo e sono contento di tutto quello che fate, quello che pensate».
Nella tarda mattinata dello stesso lunedì, papa Francesco ha lasciato Papua Nuova Guinea, dall’aeroporto Internazionale di Port Moresby “Jacksons”, alla volta della penultima tappa del suo Viaggio: Dili (Timor-Leste).