Il Natale con Gregorio Magno. 5 gennaio
Alla testimonianza di fede di Filippo e Natanaele partecipa anche il cielo: “Vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo“. Gesù è veramente Colui nel quale si contempla il mistero del Figlio dell’uomo, il Verbo incarnato. È la gloria di Dio, il punto di unione tra cielo e terra; è la nuova scala di Giacobbe di cui Dio si serve per dialogare con l’uomo. Quando gli Ebrei vivevano momenti difficili, sperimentavano che Dio era con loro e che per loro i cieli restavano aperti. Questa esperienza è ancora più forte nell’attività di Gesù e nella vita di coloro che lo seguiranno: ogni giorno vedranno gli angeli nella loro vita, cioè incontreranno quegli uomini e quelle donne che Dio invia loro. Nel peccato, invece, il cielo si chiude: l’uomo rimane isolato, seduto all’ombra soffocante del suo piccolo fico. Ma il nostro padre celeste fin dall’eternità ha scritto i nostri nomi nel libro vivente dell’eterna Sapienza: anche noi dobbiamo corrispondere al suo amore con tutte le nostre forze. Proprio così cominciano tutti i canti degli angeli e degli uomini, i canti che non avranno mai fine negli orizzonti del cielo.
Tu segno dell’immagine divina sei stato posto nelle delizie del paradiso di Dio
Il Signore destinò uomini e angeli alla conoscenza di sé come anche ad una vita che durasse in eterno, e per questo li creò a sua immagine. La donna ebbe dieci dramme: gli ordini angelici sono nove e, per rendere completo il numero degli letti, l’uomo costituì il decimo che non si staccò definitivamente dal creatore neppure dopo la colpa, perché l’eterna Sapienza, risplendendo bella carne umana attraverso i miracoli come la luce sulla terracotta, lo portò alla salvezza. Abbiamo accennato ai nove ordini degli angeli: sappiamo, infatti, dalla testimonianza delle Sacre Scritture che esistono gli angeli, gli arcangeli, le virtù, le potestà, i principati, le dominazioni, i troni, i cherubini e i serafini. Quasi ogni pagina del testo sacro attesta l’esistenza degli angeli e degli arcangeli. I libri dei profeti nominano spesso, come è noto, i cherubini e i serafini. L’apostolo san Paolo, scrivendo agli Efesini, elenca altri quattro ordini con queste parole: al di sopra dei principati e delle potestà, delle virtù e delle dominazioni (Ef., I, 21). E scrivendo ai Colossesi dice: sia i troni o le potestà, i principati o le dominazioni (Col., I, 16). Rivolgendosi agli Efesini aveva elencato le dominazioni, i principati e le potestà, ma scrivendo ai Colossesi, premise all’elenco anche i troni dei quali non aveva fatto cenno nella lettera agli Efesini, cioè i principati, le potestà, le virtù e le dominazioni, anche i troni, sono cinque le categorie specificamente menzionate, aggiungendo alle quali gli angeli e gli arcangeli, i cherubini e i serafini, abbiamo esattamente i nove ordini angelici. All’angelo creato per primo furono rivolte queste parole: Tu segno dell’immagine divina, ripieno di sapienza e di bellezza, sei stato posto nelle delizie del paradiso di Dio (Ez. 28, 12-13). Dobbiamo notare che non si insiste qui sulla somiglianza con Dio, ma sul fatto di essere segno di questa somiglianza; per dire che quanto più è spirituale la sua natura, tanto meglio è espressa da lui l’immagine di dio. In questo passo subito si aggiunge: pietre preziose di ogni genere ti ricoprivano: sardio, topazio, diaspro, crisolito, onice, berillo, zaffiro, carbonchio, smeraldo (Ez., 28,13). Abbiamo qui nove nomi di pietre preziose ad indicare i nove ordini angelici. Quel primo angelo ebbe in sé le qualità di tutti i nove ordini perché, essendo a capo di tutte le schiere angeliche, al loro confronto risplendeva di più.
Dalle Omelie sui vangeli XXXIV, 6-7