La conclusione della festa della Madonna – Salus Populi Aquilani – ha visto una solenne concelebrazione eucaristica, presieduta dal nostro arcivescovo, monsignor Antonio D’Angelo, presso la chiesa di Santa Maria del Suffragio in piazza Duomo, mercoledì 20 alle ore 18. Numerosi sacerdoti, religiose, fedeli hanno partecipato alla santa messa; animata, questa, dal coro diocesano San Massimo – sezione adulti. Anche gli appartenenti al gruppo Scout erano presenti, in gran numero.
Con immenso gaudio abbiamo assistito all’entrata di nuovi fedeli nella congregazione mariana della Madonna del Popolo Aquilano; precisamente, i signori: Debora Cialfi, Giampaolo Di Pietro, Valeria D’Innocenzo, Andrea Ceci, Rossella Maria Greco, Ortensio Falco, Arturo Miraglia, Leonardo Del Re, Marisa Iannarelli; uniti ai due canonici: don Roman Slugocki e don Jean Claude Rajaonarivelo.
La parola del nostro Arcivescovo ha rilanciato i sentimenti che la Rivelazione ci dona di scoprire nella vita di Maria: la gioia, la pace; unite alla fede, alla carità, alla speranza, alla piena consegna di sé al volere divino. D’Angelo ha iniziato la sua omelia proprio a partire dalla presenza mariana alle nozze di Cana (cfr. Gv 2,1-12): viene a mancare il vino durante la festa (la gioia) e la Madonna intercede presso il Figlio Gesù a vantaggio dei partecipanti all’evento; la Vergine – a partire dal suo cuore di madre – è attenta alle concrete necessità, e diventa prossima nel bene. La presente missione mariana continua nella storia: per la intera umanità, e fino alla fine dei tempi.
Maria accoglie e dona la Vita, quel germoglio spuntato dal tronco di Iesse, quel virgulto germogliato dalle sue radici (cfr. Is 11,1-5.10).
La Salus Populi Aquilani è madre di ciascuno di noi; proprio all’inizio della santa messa, la sua intercessione è stata invocata, da monsignor D’Angelo, a nome della intera assemblea: «O Dio, che hai costituito la madre del tuo diletto figlio, Salute del Popolo Aquilano, concedi a noi di vivere sotto la sua protezione e alla tua Chiesa di godere una pace indefettibile». Il Prefazio della stessa celebrazione ci ha premesso di pregare: «Tu hai dato l’Immacolata Vergine Maria, Madre del tuo figlio, come Salute del Popolo Aquilano, perché con la sua protezione affronti intrepido il buon combattimento della fede, e saldamente ancorato all’insegnamento degli apostoli, proceda sicuro fra le tempeste del mondo, fino a raggiungere la perfetta gioia nella patria celeste».
La festa di Maria ci renda sempre più consapevoli della nostra vocazione e missione a essere collaboratori di Dio nella salvezza universale.