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“La fiducia ci conduce all’amore” – Esortazione Apostolica su santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo.

da | 18 Ott 2023 | Teologia

È nel segno della fiducia – C’est la confiance – che papa Francesco desidera presentare alla Chiesa universale la figura di santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo, dedicando alla sua testimonianza una Esortazione Apostolica, in occasione del 150° anniversario della sua morte – 2 gennaio 1873 – e del centenario della sua beatificazione – 17 maggio 1925.

Le primissime parole del Documento, pubblicato lo scorso 15 ottobre, ci dicono: «È la fiducia e null’altro che la fiducia che deve condurci all’Amore!» e, poco più avanti, leggiamo: «Soltanto la fiducia, “null’altro”, non c’è un’altra via da percorrere per essere condotti all’Amore che tutto dona. Con la fiducia, la sorgente della grazia trabocca nella nostra vita, il Vangelo si fa carne in noi e ci trasforma in canali di misericordia per i fratelli» (2); esse rivelano – in fondo – il cuore della nostra esperienza umana e della vita cristiana: tutte le creature sono raggiunte, custodite e interpellate dalla grazia divina, ma anche depositarie della propria e personale libertà di scelta. Questa realtà genera nella persona umana la possibilità di avere fiducia in Dio e consegnarsi al suo progetto, senza timori, imposizioni, calcoli previ.

La presente Lettera desidera raggiungere tutti gli uomini e le donne di buona volontà: i semplici in cammino verso il Regno, i teologi che guardano a colei che venne proclamata il “Dottore della sintesi”, le religiose e i consacrati che si ispirano alla sua spiritualità della “piccola via”, i battezzati che scorgono in lei quell’atto di amore che reca balsamo al pellegrinaggio terreno.

Teresa viene presentata da Francesco come un alto e semplice modello di fede profonda, poiché in lei possiamo scorgere – come strettamente uniti – la consacrazione a Dio e la ricerca del bene e della salvezza dei fratelli; «Lei condivideva l’amore misericordioso del Padre per il figlio peccatore e quello del Buon Pastore per le pecore perdute, lontane, ferite. Per questo è patrona delle missioni, maestra di evangelizzazione». Ella ci indica – nella vita spirituale e cristiana – la via dell’attrazione e non del proselitismo o della pressione; rivela lo Sposo, il Figlio di Dio, che si è unito alla nostra povera umanità nel mistero della Incarnazione e l’ha salvata nell’offerta di Sé sulla croce; testimonia l’ardente carità apostolica che la anima, pur permanendo nella clausura del Carmelo.

In Santa Teresa di Lisieux «la grazia del battesimo è diventata un torrente impetuoso che sfocia nell’oceano dell’amore di Cristo, trascinando con sé una moltitudine di sorelle e fratelli, ciò che è avvenuto specialmente dopo la sua morte»; la sua testimonianza di vita orienta verso la piccolezza evangelica, “la via dell’infanzia spirituale”, la cui scelta risponde al desiderio e alla gioia di Gesù: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza» (Mt 11,25-26). Una tale adesione di fede ci insegna che – nell’itinerario cristiano – non è possibile fidarsi solo di se stessi e degli esclusivi sforzi umani, oppure pensarsi come creature individualiste ed elitarie, o confidare nei meriti personali o negli sforzi e adempimenti umani; siamo, tutti, figli della grazia e custoditi dall’azione divina. Teresina ci consegna una «gioiosa e tenera gratitudine, […] l’abbandono e la riconoscenza» (19.21). «Il centro e l’oggetto del suo sguardo non è lei stessa con i suoi bisogni, ma Cristo che ama, che cerca, che desidera, che dimora nell’anima» (22). L’invito – che la sua vita ci consegna – è alla piena fiducia e all’abbandono nell’Amore, senza calcoli ossessivi o timori e preoccupazioni per il futuro; all’accoglienza del divino progetto di amore e di pienezza.

La Santa del Carmelo ha accolto – in pienezza e in una esistenza di soli ventiquattro anni – la croce e la pace, la sofferenza e la gioia, il combattimento spirituale e il conforto divino; «In modo straordinario ha penetrato le profondità della misericordia divina e di là ha attinto la luce della sua illimitata speranza» (27). Ella ha incarnato e donato l’amore misericordioso e infinito del Redentore; e ce lo consegna: «Il peccato del mondo è immenso, ma non è infinito. Invece, l’amore misericordioso del Redentore, questo sì, è infinito» (29). Lei ne ha fatto una viva esperienza: «Teresina ha la viva certezza che Gesù l’ha amata e conosciuta personalmente nella sua Passione» (33); ha incontrato, nella sua vita, la sovrabbondanza dell’acqua viva e della grazia.

Il Vangelo che la Santa francese ha incarnato è quello della semplicità, della piccolezza, della umiltà; vissute nelle vicende più ordinarie e quotidiane. Come anche la grande missione di impegnarsi – nella preghiera – per il bene della Chiesa universale; di essere, nella grande comunità dei redenti, l’amore: «Non è il cuore di una Chiesa trionfalistica, è il cuore di una Chiesa amante, umile e misericordiosa. Teresina mai si mette al di sopra degli altri, ma all’ultimo posto con il Figlio di Dio, che per noi è diventato servo e si è umiliato, facendosi obbediente fino alla morte su una croce (cfr Fil 2,7-8).

Tale scoperta del cuore della Chiesa è una grande luce anche per noi oggi, per non scandalizzarci a causa dei limiti e delle debolezze dell’istituzione ecclesiastica, segnata da oscurità e peccati, ed entrare nel suo cuore ardente d’amore, che si è incendiato nella Pentecoste grazie al dono dello Spirito Santo. È il cuore il cui fuoco si ravviva ancora con ogni nostro atto di carità. “Io sarò l’amore”: questa è l’opzione radicale di Teresina, la sua sintesi definitiva, la sua identità spirituale più personale» (40-41).

La fiducia che Santa Teresa di Lisieux ci consegna nasce dall’immenso torrente dell’amore che raggiunge ogni persona umana, e tutti invia a operare il bene delle sorelle e dei fratelli. «Alla fine conta solo l’amore» (48).

Portiamo con noi le ultime espressioni di questa Esortazione di papa Francesco, affinché siano un tesoro prezioso anche per il nostro cammino di fede: «Dal cielo alla terra, l’attualità di Santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo rimane in tutta la sua “piccola grandezza”.

In un tempo che invita a chiudersi nei propri interessi, Teresina ci mostra la bellezza di fare della vita un dono.

In un momento nel quale prevalgono i bisogni più superficiali, lei è testimone della radicalità evangelica.

In un tempo di individualismo, lei ci fa scoprire il valore dell’amore che diventa intercessione.

In un momento nel quale l’essere umano è ossessionato dalla grandezza e da nuove forme di potere, lei indica la via della piccolezza.

In un tempo nel quale si scartano tanti esseri umani, lei ci insegna la bellezza della cura, di farsi carico dell’altro.

In un momento di complessità, lei può aiutarci a riscoprire la semplicità, il primato assoluto dell’amore, della fiducia e dell’abbandono, superando una logica legalista ed eticista che riempie la vita cristiana di obblighi e precetti e congela la gioia del Vangelo.

In un tempo di ripiegamenti e chiusure, Teresina ci invita all’uscita missionaria, conquistati dall’attrazione di Gesù Cristo e del Vangelo» (52).

Santa Teresa – giovane di età ma adulta nella fede – ci insegna la via di Dio, della fraternità tra di noi, dell’amore alla Chiesa, del desiderio della missione e della salvezza universale.

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