Periodico di informazione religiosa

La preghiera dell’Angelus con papa Francesco

da | 29 Lug 2024 | Teologia

La preghiera dell’Angelus con papa Francesco – in questa XVII Domenica del Tempo Ordinario – ci fa meditare sulla pagina del Vangelo che la liturgia ci ha proposto: quella della moltiplicazione dei pani in Giovanni (cfr. 6,1-15). Il Vescovo di Roma ci invita a soffermarci su tre atteggiamenti, sintetizzati in tre verbi: «offrire, rendere grazie, condividere»; egli li spiega, affermando: «Primo: offrire. Il Vangelo parla di un ragazzo che ha cinque pani e due pesci (cfr Gv 6,9). È il gesto con cui riconosciamo di avere qualcosa di buono da dare, e diciamo il nostro “sì”, anche se ciò che abbiamo è troppo poco rispetto alle necessità. Questo viene sottolineato, nella Messa, quando il sacerdote offre sull’altare il pane e il vino, e ciascuno offre sé stesso, la propria vita. È un gesto che può sembrare poca cosa, se pensiamo agli immensi bisogni dell’umanità, proprio come i cinque pani e i due pesci di fronte a una folla di migliaia di persone; ma Dio ne fa la materia per il miracolo più grande che esista: quello in cui Lui stesso, Lui stesso!, si rende presente in mezzo a noi, per la salvezza del mondo»; «E così si comprende il secondo gesto: rendere grazie (cfr Gv 6,11). Il primo gesto è offrire, il secondo è rendere grazie. Dire cioè al Signore con umiltà, ma anche con gioia: “Tutto quello che ho è dono tuo, Signore, e per ringraziarti io posso solo ridarti quello che Tu per primo mi hai donato, assieme al tuo Figlio Gesù Cristo, aggiungendovi quello che posso”. Ognuno di noi può aggiungere qualche cosina. Cosa posso dare al Signore? Il piccolo cosa può dare? Il povero amore. Dire: “Signore, ti amo”. Noi poveracci: l’amore nostro è così piccolo! Ma possiamo darlo al Signore, il Signore lo accoglie»; «Offrire, rendere grazie, e il terzo gesto è condividere. Nella Messa è la Comunione, quando insieme ci accostiamo all’altare per ricevere il Corpo e il Sangue di Cristo: frutto del dono di tutti trasformato dal Signore in cibo per tutti. È un momento bellissimo, quello della Comunione, che ci insegna a vivere ogni gesto d’amore come dono di grazia, sia per chi dà sia per chi riceve».

Il Pontefice conclude le proprie riflessioni, suscitando in noi degli interrogativi in merito ai talenti e carismi di ciascuno; circa la vocazione a farli fruttificare, per il bene di ciascuno e la salvezza universale. Egli ha concluso, dicendo: «Fratelli, sorelle, chiediamoci: io credo davvero, per grazia di Dio, di avere qualcosa di unico da donare ai fratelli, oppure mi sento anonimamente “uno fra i tanti”? Sono protagonista di un bene da donare? Sono grato al Signore per i doni con cui continuamente mi manifesta il suo amore? Vivo la condivisione con gli altri come un momento di incontro e di arricchimento reciproco?».

 

©photo Paris Orlando – Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=74319894

Ultimi articoli

Author Name