«I discepoli sono inviati insieme, e devono portare con sé solo il necessario. Il Vangelo non si annuncia da soli, no: si annuncia insieme, come comunità, e per questo è importante saper custodire la sobrietà: saper essere sobri nell’uso delle cose, condividendo le risorse, le capacità e i doni, e facendo a meno del superfluo. Perché? Per essere liberi: il superfluo ti fa schiavo. E anche perché tutti abbiano ciò che serve a vivere in modo dignitoso e a contribuire attivamente alla missione; e poi essere sobri nei pensieri, essere sobri nei sentimenti, abbandonando i preconcetti, abbandonando le rigidità che, come bagagli inutili, appesantiscono e intralciano il cammino, favorendo invece il confronto e l’ascolto, e rendere così più efficace la testimonianza». In questa XV Domenica del Tempo Ordinario, papa Francesco indica, per l’evangelizzazione, la doppia strada: quella della comunità e quella della sobrietà. Quest’ultima viene fortemente indicata dal Pontefice quale via preferenziale per l’annuncio del regno divino: «Pensiamo ad esempio: cosa succede nelle nostre famiglie o nelle nostre comunità, quando ci si accontenta del necessario, anche con poco, con l’aiuto di Dio, si riesce ad andare avanti e ad andare d’accordo, condividendo quello che c’è, rinunciando tutti a qualcosa e sostenendosi a vicenda (cfr At 4,32-35). E questo è già un annuncio missionario, prima e più ancora delle parole, perché incarna la bellezza del messaggio di Gesù nella concretezza della vita. Una famiglia o una comunità che vivono in questo modo, infatti, creano attorno a sé un ambiente ricco d’amore, in cui è più facile aprirsi alla fede e alla novità del Vangelo, e da cui si riparte migliori, si riparte più sereni». Altrimenti, continua Francesco: «Se al contrario ognuno va per conto suo, se ciò che conta sono solo le cose – che non bastano mai –, se non ci si ascolta, se prevalgono l’individualismo e l’invidia – l’invidia è una cosa mortale, un veleno! – l’aria si fa pesante, la vita difficile, e gli incontri diventano più occasione di inquietudine, di tristezza e di scoraggiamento che occasione di gioia (cfr Mt 19,22)».
L’invito finale che il Vescovo di Roma rivolge a tutti i cristiani è all’insegna della fraternità e della sobrietà; per un vero e buono annuncio evangelico: «Cari fratelli e sorelle, comunione e sobrietà sono valori importanti per la nostra vita cristiana: comunione, armonia tra noi e sobrietà sono valori importanti, valori indispensabili per una Chiesa che sia missionaria, a tutti i livelli. Possiamo chiederci, allora: io sento il gusto di annunciare il Vangelo, di portare, là dove vivo, la gioia e la luce che vengono dall’incontro con il Signore? E per farlo, mi impegno a camminare assieme agli altri, condividendo con loro idee e capacità, con mente aperta, con cuore generoso? E infine: so coltivare uno stile di vita sobrio, uno stile di vita attento ai bisogni dei fratelli? Sono domande che ci farà bene fare».