«Non abbiate paura di rischiare l’amore!»: è stata questa l’accorata esortazione che papa Francesco ha rivolto ai diaconi che hanno ricevuto l’ordinazione domenica mattina – 23 febbraio – nella basilica di san Pietro; messaggio che il santo Padre ha fatto pervenire alla Chiesa universale dal policlinico Agostino Gemelli, dove è ancora ricoverato. Egli ha affermato: «Cari fratelli Diaconi, voi vi dedicate all’annuncio della Parola e al servizio della carità; svolgete il vostro ministero nella Chiesa con parole e opere, portando l’amore e la misericordia di Dio a tutti. Vi esorto a continuare con gioia il vostro apostolato e – come ci suggerisce il Vangelo di oggi – ad essere segno di un amore che abbraccia tutti, che trasforma il male in bene e genera un mondo fraterno».
La pagina evangelica che la liturgia ha proposto in questo giorno di festa – quella di Luca 6,27-38 – invita a usare misericordia, a riconciliare, a perdonare le offese e i torti subiti, a essere prossimi nel bene. Testualmente, siamo davanti al proseguo della narrazione lucana; in profondità, questi versetti costituiscono il frutto maturo dell’annuncio delle Beatitudini (cfr. Lc 6,20-23): quello dell’amore, della compassione e della carità.
La predicazione gesuana spinge verso la edificazione di una fraternità matura, redenta, generativa di salvezza e di pace, contagiosa di gioia e bene; segno eloquente del regno di Dio in questo tempo e nel nostro mondo, profondamente feriti dalla conflittualità e dalla affannosa ricerca del potere. La liturgia ci ha invitati a pregare con questo desiderio: «Padre misericordioso, che fai sorgere il sole sui buoni e sui malvagi, rendici capaci di perdonare chi ci fa del male, affinché il nostro amore non conosca nemici, e viviamo da figli e fratelli in Cristo Signore» (Colletta VII Domenica del Tempo Ordinario Anno C, Messale Romano, 1024); lo Spirito e la grazia divina benedicano e incoraggino il nostro quotidiano cammino di conversione.