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Leone, il papa che ha osato nominare il male

da | 14 Mag 2025 | Cronaca

Papa Leone XIV e la guerra in Ucraina. Quando osò nominare il male sul conflitto russo-ucraino 

Nella sua prima domenica da Pontefice, Papa Leone XIV, in continuità con il suo predecessore Francesco, ha condannato esplicitamente l’aggressione russa. In una frase pronunciata con sobria fermezza, ha detto: “Porto nel mio cuore le sofferenze dell’amato popolo ucraino. Si faccia il possibile per giungere al più presto a una pace autentica, giusta e duratura. Siano liberati tutti i prigionieri e i bambini possano tornare alle proprie famiglie”.

Ma c’è di più. Quando era ancora vescovo in Perù, l’allora monsignor Robert Francis Prevost si espresse con grande chiarezza sul conflitto russo-ucraino, scoppiato da appena due mesi. In un’intervista, definì l’intervento di Mosca come “un’autentica invasione imperialista”, finalizzata alla conquista territoriale per interessi di potere e vantaggi unilaterali. E il video, che circola in rete da giorni, per molti è stato un momento epocale: la fine di una certa ambiguità diplomatica vaticana.

Prevost non esitò a denunciare “crimini contro l’umanità” e a invocare con forza l’urgenza della pace. Richiamò anche la responsabilità morale e politica di fronte alla verità, criticando quei leader — anche nel proprio Paese — che evitavano di riconoscere “gli orrori di questa guerra” e il “male” perpetrato dalla Russia in Ucraina.

Le sue parole, forti e dirette, segnavano una presa di posizione netta, in linea con quell’impegno per la giustizia e la pace che oggi, da Pontefice, continua a ispirare i suoi primi pronunciamenti pubblici. 

Un Papa “americano” dal cuore europeo

Eletto a sorpresa dopo un conclave lampo, Leone XIV – al secolo Robert Prevost, cardinale di Chicago – rappresenta un compromesso tra correnti opposte nella Chiesa cattolica. Ma sotto il manto del compromesso si cela un cambiamento profondo. Il suo conservatorismo non è quello aggressivo da “guerra culturale” alla Burke, né l’evangelico populismo così caro all’universo trumpiano. È invece un conservatorismo razionale, radicato nei valori del Midwest americano, nell’insegnamento agostiniano e nella dottrina sociale cattolica.

È la voce, inedita, di un Papa matematico, umanista, e missionario. E proprio questa voce potrebbe rivelarsi decisiva nel contesto geopolitico odierno.

Ucraina, parole chiare dal Vaticano

Il contrasto con Papa Francesco si fa già sentire. Il pontefice argentino, pur essendo chiaramente pro-Ucraina, ha preferito evitare un confronto diretto con la Russia, per non compromettere i delicati equilibri ecumenici con il Patriarcato di Mosca. Il risultato? Una diplomazia che spesso è apparsa, agli occhi degli ucraini e non solo, troppo esitante.

Leone XIV ha rotto questo schema. Non ha parlato per allegorie né ha invocato pace senza nomi. Ha parlato di responsabilità, e ha identificato un aggressore. Per l’Ucraina – che oggi vede indebolirsi l’interesse dell’Occidente, tra elezioni in USA e crisi interne in Europa – questo atto di chiarezza è fondamentale.

Mosca in allarme, Kiev in ascolto

Difficile capire ora come saranno le comunicazioni della Russia con il Vaticano. Forse da Mosca si aspettavano un pontefice più accomodante. Al contrario, Leone XIV ha offerto una visione chiara e coerente: la libertà dei popoli contro l’imperialismo.

Del resto la prima, calorosa e sostanziale conversazione telefonica di Papa Leone XIV con un leader straniero è stata proprio con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Il leader di Kiev ha ringraziato il Pontefice per il sostegno al popolo ucraino e per le sue parole sulla necessità di una pace giusta e duratura, nonché per l’impegno a favore del rilascio dei prigionieri.

Tra i temi affrontati, anche la deportazione di migliaia di bambini ucraini da parte della Russia: Zelensky ha espresso la speranza che la Santa Sede possa contribuire concretamente al loro ritorno in patria.

Il presidente ucraino ha inoltre informato il Papa della disponibilità di Kiev a negoziati in qualsiasi formato, inclusi colloqui diretti con Mosca e lo ha infine invitato a compiere una visita apostolica in Ucraina, definendola un segnale di grande speranza per l’intero Paese. Entrambe le parti hanno concordato di restare in contatto e pianificare un incontro di persona nel prossimo futuro.

La geopolitica della fede

Missionario in Perù per due decenni, Papa Leone conosce bene le ferite del Sud Globale e la complessità delle periferie del mondo. Non è il portavoce di una nuova crociata, ma un pontefice che crede nel potere del dialogo solo se fondato sulla verità.

La sua elezione, in un contesto globale segnato dall’instabilità e da un’America divisa, rappresenta molto di più di una prima volta per il cattolicesimo statunitense: è la riaffermazione del primato della ragione, della chiarezza morale e del ruolo profetico della Chiesa.

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