Nasce l’Ordine europeo al merito: il Parlamento UE celebra i costruttori dell’unità e dei valori comuni. Un nuovo riconoscimento per celebrare l’anima dell’Europa e chi la rende viva ogni giorno.
Nel cuore delle istituzioni europee, a Bruxelles, è stato appena acceso un nuovo faro della cittadinanza europea: il Parlamento europeo ha annunciato l’istituzione dell’Ordine europeo al merito, la prima onorificenza civile ufficiale dell’Unione dedicata a coloro che si sono distinti nella promozione dell’integrazione e dei valori fondanti dell’Europa unita.
Il lancio di questa nuova decorazione coincide con un anniversario emblematico: i 75 anni dalla Dichiarazione Schuman, pronunciata il 9 maggio 1950, atto simbolico e concreto che segnò l’inizio del lungo cammino verso un’Europa pacifica, democratica e solidale.
“L’Europa è costruita dai suoi cittadini e l’Ordine europeo al merito è per loro”, ha dichiarato la Presidente del Parlamento, Roberta Metsola. “Celebriamo i leader coraggiosi che credono, come Robert Schuman, che pace, democrazia e dignità non siano solo ideali, ma atti concreti.”
Un’onorificenza per i custodi dell’identità europea
Nel panorama dell’Unione, mancava un simbolo comune che riconoscesse pubblicamente l’impegno di individui (non organizzazioni) che, con passione civile e visione, hanno rafforzato la costruzione europea. L’Ordine europeo al merito nasce per colmare questo vuoto. Sarà assegnato a persone – sia cittadini UE che extra-UE – che si siano distinte nella difesa dei diritti umani, della democrazia, dello Stato di diritto e degli altri valori sanciti dai Trattati.
Un comitato di selezione composto dalla Presidente del Parlamento europeo, due vicepresidenti e quattro eminenti personalità europee avrà il compito di scegliere ogni anno fino a 20 insigniti, tra le proposte avanzate dai vertici delle istituzioni UE e dai capi di Stato e di governo degli Stati membri. Gli insigniti riceveranno un distintivo, una barretta e un attestato ufficiale, articolati in tre livelli di merito crescente.
Un messaggio di unità per tempi incerti
L’istituzione dell’Ordine arriva in un momento storico segnato da crisi globali, instabilità geopolitica e sfide ai principi democratici. In questo contesto, il nuovo riconoscimento non è solo un tributo al passato, ma un potente segnale per il futuro: l’identità europea è viva, concreta e costruita ogni giorno da cittadini coraggiosi, visionari, coerenti.
Non è un caso che, ad eccezione dell’Irlanda, tutti gli Stati membri già dispongano di propri sistemi onorifici. L’Ordine europeo al merito si propone di armonizzare questo impulso alla gratitudine, elevandolo a livello continentale.
“Rendiamo omaggio a coloro che continuano a coltivare il progetto europeo,” ha ribadito Metsola, “in un’epoca in cui l’unità non è solo un valore, ma una necessità.”
L’attesa per la prima cerimonia
La prima cerimonia ufficiale di conferimento dell’Ordine è prevista entro la fine del 2026. I nomi dei premiati saranno pubblicati nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, a testimonianza dell’impegno collettivo a riconoscere chi difende e alimenta il sogno europeo.
Con l’Ordine europeo al merito, il Parlamento europeo lancia un segnale forte e chiaro: l’Europa ha una memoria, ha un’identità, ha dei custodi. E non ha paura di celebrarne il coraggio.
Chi potrebbe riceverlo? I volti simbolici dell’Europa che costruisce ponti
Se la storia dell’Unione è fatta di trattati e istituzioni, quella dell’identità europea è fatta di volti, gesti e scelte coraggiose. L’Ordine europeo al merito è pensato per dare un volto a quell’Europa che agisce e resiste, che educa, accoglie, difende.
Potrebbe riceverlo un giudice polacco che ha sfidato pressioni politiche per difendere l’indipendenza della magistratura e lo Stato di diritto, o una giornalista maltese che ha dato voce a scandali taciuti nel nome della trasparenza e della libertà di stampa.
Una docente greca che ha dedicato la sua vita all’insegnamento della cittadinanza europea in aree svantaggiate. Un medico italiano che ha coordinato interventi umanitari transfrontalieri durante la pandemia. Un volontario ungherese che ha offerto soccorso ai rifugiati ai confini dell’Unione.
Una giovane attivista finlandese per il clima, capace di coniugare scienza, politica e azione civile. Un sopravvissuto alla Shoah che, ancora oggi, gira le scuole d’Europa per raccontare agli studenti che “mai più” non è uno slogan, ma un impegno.
E perché no, un artista tedesco o una scrittrice romena che con la propria opera hanno dato nuova voce all’identità plurale e solidale del continente.
L’Ordine europeo al merito non è un premio alla carriera: è una dichiarazione d’amore alla coscienza civile di un continente che ha scelto di unirsi non per convenienza, ma per convinzione.