«Rimettere al centro la dignità della persona in vista di una proposta etica condivisa»: papa Francesco – intervenendo al G7 a Borgo Egnazia (BR) nella giornata di venerdì – parla della intelligenza artificiale come di una vera e propria sfida etica; egli, di fronte ai leaders mondiali, la presenta come un grande dono, ma anche un’arma potenzialmente molto pericolosa.
Il Santo Padre ha spiegato, all’inizio del proprio Discorso: «La Sacra Scrittura attesta che Dio ha donato agli uomini il suo Spirito affinché abbiano “saggezza, intelligenza e scienza in ogni genere di lavoro” (Es 35,31). La scienza e la tecnologia sono dunque prodotti straordinari del potenziale creativo di noi esseri umani. Ebbene, è proprio dall’utilizzo di questo potenziale creativo che Dio ci ha donato che viene alla luce l’intelligenza artificiale. Quest’ultima, come è noto, è uno strumento estremamente potente, impiegato in tantissime aree dell’agire umano: dalla medicina al mondo del lavoro, dalla cultura all’ambito della comunicazione, dall’educazione alla politica. Ed è ora lecito ipotizzare che il suo uso influenzerà sempre di più il nostro modo di vivere, le nostre relazioni sociali e nel futuro persino la maniera in cui concepiamo la nostra identità di essere umani. Il tema dell’intelligenza artificiale è, tuttavia, spesso percepito come ambivalente: da un lato, entusiasma per le possibilità che offre, dall’altro genera timore per le conseguenze che lascia presagire».
L’analisi del Pontefice, di fronte agli scenari attuali e futuri, parla di: «rivoluzione cognitivo-industriale, […] complesse trasformazioni epocali, […] vigoroso avanzamento tecnologico, […] condizione tecno-umana»; e sottolinea come l’intelligenza artificiale ci ponga davanti una profonda sfida etica: tra poveri e ricchi, tra i pochi che ne potranno godere a pieno e i tanti che ne rimarranno esclusi; come anche di fronte ai sempre più sofisticasti armamenti.
Il Vescovo di Roma – pellegrino di pace in mezzo ai grandi della Terra – ricorda a tutti la centralità inviolabile di ogni persona umana, l’alto valore della fraternità, la cura della casa comune, la responsabilità dell’agire politico. E, particolarmente, a quest’ultimo suggerisce: «Spetta ad ognuno farne buon uso e spetta alla politica creare le condizioni perché un tale buon uso sia possibile e fruttuoso».
La premier italiana, l’onorevole Giorgia Meloni, che aveva accolto il Santo Padre al tavolo assembleare e politico, lo ha salutato e ringraziato alla fine del suo intervento.